Ambiente

Crisi clima: le fiamme bruciano Grecia, Canada e Canarie

Mentre gli incendi devastano Alexandroupolis (Tracia), la regione del lago Okanagan a Kelowna e Tenerife, l’Europa affronta una nuova ondata di calore, con lo zero termico pronto ad arrivare sui ghiacciai a 5.000 metri
Il fumo causato dagli incendi visibile dalla piaggia di Tugboat, a Kelowna, il 18 agosto 2023
Il fumo causato dagli incendi visibile dalla piaggia di Tugboat, a Kelowna, il 18 agosto 2023 Credit: Darryl Dyck/The Canadian Press via ZUMA Press
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21 agosto 2023 Aggiornato alle 18:00

Mentre agosto sta lentamente finendo, il mondo continua a lanciare allarmanti segnali climatici. Superati i terribili incendi che hanno devastato alcune isole greche come Rodi e Corfù, impattato fortemente sulla Sardegna e la Sicilia in Italia, ma anche a nord del Portogallo, dopo le drammatiche alluvioni in Cina e le apocalittiche condizioni sperimentate dalle Hawaii, dove fra venti e tempeste le fiamme hanno spazzato via la località turistica di Lahaina (oltre 2.000 edifici distrutti e oltre 100 vittime), adesso i roghi tornano a preoccupare sia il Canada che le Canarie.

Il Canada continua a sperimentare la sua peggior stagione di sempre dal punto di vista degli incendi: ormai sono quasi 6.000 quelli registrati nel 2023 per circa 140.000 chilometri quadrati bruciati, secondo il Canadian Interagency Forest Fire Centre. Nella Columbia Britannica è stato dichiarato lo stato di emergenza e le autorità locali sono di nuovo alle prese con spegnimenti ed evacuazioni.

Complesse le condizioni nei pressi del lago Okanagan a Kelowna e si teme che, a causa dei forti venti, alcune aree interessate dalle fiamme possano peggiorare. In regioni come quella di Yellowknife quasi 20.000 residenti sono fuggiti e il primo ministro Justin Trudeau sta nuovamente mettendo in campo tutte le forze a disposizione per arginare i roghi, spesso condizionati dalla grave siccità che ha colpito alcune zone del Paese.

Anche nello Stato di Washington, negli Usa, preoccupano incendi difficili da domare, oltre all’impatto del ciclone Hilary che ha colpito la California, Los Angeles e la Death Valley, portando inondazioni e forti piogge con importanti danni in tutta la zona.

A livello di incendi, Tenerife (residenza di molti italiani e meta turistica per migliaia di viaggiatori) sta sperimentando condizioni estreme: qui l’incendio di natura dolosa, a causa dei terreni secchi e dei forti venti caldi, sta mettendo a dura prova i vigili del fuoco che da giorni tentano di spegnere le fiamme. Sono già migliaia le persone evacuate e a Orotava, l’area colpita, le operazioni di spegnimento vanno avanti da quasi 1 settimana.

Gli incendi delle Canarie, ma anche altri in Grecia e in Turchia, sono in parte collegati all’ondata di calore che è tornata a colpire l’Europa in questi giorni per via dell’anticiclone africano, portando temperature più elevate. Per questo, anche Atene è oggi osservata speciale in un contesto di complesse condizioni (lo stesso vale per la Francia orientale e preoccupano le previsioni che indicano caldo estremo per tutta la settimana); è intanto nella regione della Tracia, nel nord-est della Grecia, nei pressi di Alexandroupolis, l’incendio scoppiato 3 giorni fa continua a divampare incontrollato, favorito dai forti venti.

Altra faccia della stessa medaglia è invece l’impatto delle ondate di calore sui ghiacciai, in Italia, Francia, parte di Austria e Svizzera. Lo zero termico, infatti, potrebbe alzarsi a oltre 5.000 metri questa settimana.

«Tutti i ghiacciai alpini, a tutte le quote, sono sopra lo zero e la situazione è abbastanza critica - ha raccontato all’Ansa Claudio Tei, ricercatore e meteorologo del Cnr e del Consorzio Lamma - I giorni più roventi che prevedono i modelli sono lunedì 21 e martedì 22 agosto con picchi di 38 gradi in alcune città e oltre 7 gradi sopra la media di questa stagione, anche 10 gradi oltre i valori stagionali sulle Alpi occidentali, mentre lo zero termico in quota si prevede possa alzarsi fino ai 5.000 metri».

Probabilmente il caldo in quota andrà avanti per tutta la settimana e, per una vera svolta, «bisognerà attendere forse fino a domenica 27 o lunedì 28 agosto, quando per la settimana successiva i modelli indicano un deciso cambio di circolazione con temperature nella norma o leggermente inferiori» spiega Tei.

Nel frattempo sulla Marmolada, osservata speciale dopo il disastro sul ghiacciaio di oltre un anno fa in cui persero la vita 11 persone, si registrano segnali allarmanti: fa più caldo di allora. A oltre 3.300 metri, si è arrivati a Punta Penia a 14 gradi di massima, valori decisamente preoccupanti in questa estate 2023 che si candida, come quelle degli ultimi 8 anni, a essere fra le più calde della storia. Finora.

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