Ambiente

Incendio Hawaii: il responsabile delle emergenze si dimette

Mentre il capo della Maui Emergency Management Agency è accusato di non aver azionato le sirene in tempo, il governatore Green è sotto pressione: le iniziative post disastro sono giudicate insufficienti
Edifici e strutture danneggiate nella città di Lahaina, distrutti dagli incendi a Maui
Edifici e strutture danneggiate nella città di Lahaina, distrutti dagli incendi a Maui Credit: Staff Sgt. Matthew A. Foster/Cover Images via ZUMA Press
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18 agosto 2023 Aggiornato alle 16:00

Proseguono le ricerche dei dispersi sull’isola hawaiana di Maui dopo il violento incendio dell’8 agosto, che ha causato la distruzione della cittadina di Lahaina. Ma, mentre i team di ricerca lavorano 24 ore su 24 per identificare le vittime, continuano a crescere le polemiche contro le autorità e la gestione iniziale del disastro.

Il responsabile della Maui Emergency Management Agency (Mema), Herman Andaya, ha rassegnato le dimissioni, ufficialmente per questioni di salute. Ma sul suo conto pesano le accuse di non aver azionato il sistema delle sirene di allarme che avrebbe potuto mettere in allerta la popolazione di fronte all’avanzare delle fiamme.

Andaya ha difeso la decisione di non utilizzare le sirene, tecnicamente predisposte per segnalare l’arrivo di uno tsunami, temendo che la popolazione sarebbe scappata nella direzione sbagliata, verso il fuoco. Diversi cittadini e cittadine si sono anche lamentati della mancanza di avvisi di emergenza sugli smartphone, cosa che ha lasciato pochissimo tempo per scappare. Alcune vittime non sono mai uscite dalle loro case e diverse sono morte nelle loro auto in cerca di una via di fuga. Altre persone, per la disperazione, si sono gettate nell’oceano cercando di sopravvivere aggrappate agli scogli ed evitando di respirare l’enorme fumo nocivo.

Il sindaco Richard Bissen nominerà al più presto un sostituto: «Data la gravità della crisi che stiamo affrontando, io e il mio team metteremo qualcuno in questa posizione chiave il più rapidamente possibile e non vedo l’ora di fare presto questo annuncio».

Ulteriori critiche sono state rivolte alle iniziative governative avviate nei primi giorni del disastro, giudicate troppo lente e insufficienti. Diversi residenti di West Maui hanno raccontato di aver ricevuto maggior aiuto dalle reti di volontari rispetto agli agenti governativi, mentre altri sfollati sono rimasti senza servizi, elettricità, acqua e connessione internet, dormendo nei parchi o nelle case risparmiate dall’incendio. Di fronte a queste polemiche la Fema - Federal Emergency Management Agency ha accelerato gli aiuti federali e ha stanziato quasi 2 milioni di dollari a circa 1.200 residenti, mentre altri 2.200 hanno richiesto assistenza.

Anche il governatore Josh Green è sempre più sotto pressione, sia per le enormi difficoltà dettate dalla più grave emergenza di sempre dell’isola, che per alcune controverse decisioni politiche prese prima del disastro tramite un decreto-legge. Alcuni esperti lo hanno accusato di aver concesso troppi permessi edilizi e di aver sospeso i regolamenti urbanistici dell’isola, in modo da accelerare la costruzione di alloggi. Questo potrebbe aprire le porte a pericolose speculazioni, specialmente da parte di grossi investitori immobiliari pronti ad approfittare dell’emergenza.

Conscio di questi pericoli il governatore ha annunciato di aver preso in considerazione una moratoria sulle vendite delle proprietà distrutte o danneggiate, in modo da fermare le speculazioni fuori controllo, grazie anche a delle misure legali atte a «non consentire a nessuno al di fuori del nostro Stato di acquistare terreni fino a quando non supereremo questa crisi e decideremo come Lahaina dovrà essere nel futuro».

Keli’i Akina, presidente del Grassroot Institute of Hawaii, organizzazione politica senza scopo di lucro, ha dichiarato che monitorerà nei prossimi mesi attentamente le azioni di Green: «Se il governatore non riesce ad aiutare gli attuali proprietari a ottenere il capitale di cui hanno bisogno in modo che possano ricostruire il più rapidamente possibile, non sappiamo cosa può succedere. Deve proteggere i proprietari terrieri locali rispetto agli investitori».

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