Ambiente

Crisi clima, l’Italia divisa in 2: nubifragi a Nord, fuoco a Sud

Questa notte Milano è stata devastata da piogge e trombe d’aria. Palermo, invece, è sommersa dalle fiamme a causa dei forti venti che hanno alimentato gli incendi
Credit: CANALI/ANSA
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25 luglio 2023 Aggiornato alle 13:30

Dopo giorni di anticiclone africano, nel momento in cui questo fenomeno atmosferico si sta ritirando e subentrano correnti più fredde, è accaduto di tutto: il Nord è stato devastato nella notte da downburst, trombe d’aria, nubifragi e grandinate violentissime. Nel milanese a molti cittadini è sembrato “l’apocalisse”.

Case scoperchiate, zone allagate e alberi caduti ovunque, dalla Lombardia all’Emilia sino al Veneto. Ci sono state anche vittime. Vicino a Brescia, nei boschi della Valle Camonica, una 16enne è stata uccisa da un albero caduto mentre dormiva in tenda con amiche; a Lissone, un’altra donna è morta a causa della caduta di una pianta, mentre nel veronese un giovane di 16 anni è stato ferito gravemente dopo esser stato colpito da un ramo.

Buona parte della Lombardia è stata devastata dagli eventi meteo: mentre l’anticiclone africano si sta gradualmente ritirando, l’ingresso di aria fresca, in una colonna d’aria fortemente instabile per le temperature elevate di suolo e mari, ha innescato tutta una serie di fenomeni: dalla grandine ai nubifragi, che hanno distrutto raccolti, auto, infrastrutture, danneggiato scuole e case, con disagi al traffico e alla circolazione dei treni.

Tutto ciò mentre a Sud, dove invece permane ancora l’anticiclone, i venti forti hanno alimentato incendi che hanno coinvolto le montagne alle spalle di Palermo, portando alla chiusura temporanea (poi è stato riaperto) dell’aeroporto Falcone-Borsellino, già sovraccaricato dallo scalo chiuso di Catania.

Il fuoco in Sicilia ha interessato la zona orientale di Monreale fino al promontorio di Capo Gallo, ma anche la collina di Bellolampo, la contrada Inserra, nei pressi dell’ospedale Cervello, minacciato dalle fiamme. Il tutto in un contesto davvero complesso per i siciliani: il fumo rende irrespirabile l’aria, l’odore acre è ovunque e, in alcune zone, per esempio a Catania, continua a mancare la corrente e l’acqua.

Sempre nel palermitano, una donna di 88 anni è morta perché i sanitari del 118, a causa degli incendi, non sono riusciti ad arrivare a prestarle soccorso. In alcune zone, come a Partinico, sono state evacuate 70 famiglie e 20 pazienti della comunità psichiatrica Cristo Pantocratore.

Si tratta di azioni emergenziali in aree non pronte per affrontare quanto sta accadendo. Ieri, proprio Palermo ha toccato il record storico di 46 gradi e la Sicilia continua a essere estremamente bollente: molto probabilmente, si spera, nei prossimi giorni il caldo allenterà la presa. Poi arriverà agosto, altro mese difficile sul fronte caldo e fuoco e, probabilmente, ci ritroveremo nuovamente a lavorare in emergenza.

Lezione che avevamo già imparato la scorsa estate, la più calda di sempre in Europa, ma che non è bastata a mettere al centro dell’agenda politica le azioni di adattamento e mitigazione necessarie per affrontare di petto la crisi del clima.

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