Ambiente

Cile: dopo gli incendi è emergenza alluvione

Sempre più intensi gli effetti della crisi climatica sul Paese: esondati diversi fiumi, almeno 10.000 le persone sfollate. Prima mesi di siccità e roghi, adesso strade e case sott’acqua
Credit: EPA/ELVIS GONZALEZ
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26 giugno 2023 Aggiornato alle 18:00

Prima la terribile siccità che ha favorito devastanti incendi, poi le alluvioni e un fronte meteo già definito fra i “peggiori degli ultimi decenni”.

Il Cile in questi giorni sta affrontando una serie di inondazioni molto potenti, con una intensità, alternata al periodo di siccità precedente, tipica degli effetti legati alla crisi climatica.

In tutto il Paese i fiumi sono straripati, con condizioni che ricordano molto quelle sperimentate di recente dall’Emilia-Romagna.

Nel Paese sudamericano per ora sono state accertate due vittime e sono almeno 10.000 i primi sfollati: a preoccupare è anche il fiume Mapocho, a Santiago, sempre più grande dopo giorni di pioggia.

I soccorritori, con scene che abbiamo già visto purtroppo anche in Romagna, tentano di raggiungere le persone in difficoltà in ogni modo: dal recupero con kayak a quello con gli elicotteri, dal disperato salvataggio di persone sui tetti sino a quello di cani e animali rimasti isolati.

Nel frattempo il presidente cileno Gabriel Boric ha visitato una delle regioni colpite spiegando che le “persone stanno attraversando momenti difficili e serve l’aiuto di tutti”.

Solo poche settimane prima di queste alluvioni in Cile gli incendi avevano distrutto centinaia di case e ucciso più cittadini in diverse aree del Paese. Il ministro dell’Interno Carolina Toha ha anche annunciato che a Valparaiso e Biobio è stato dichiarato lo “stato di calamità” avvertendo la necessità di massima prudenza da parte di tutti i cileni perché «le inondazioni potrebbero proseguire».

In particolare a creare danni intensi è stata l’esondazione del fiume Maule cresciuto a dismisura dopo “piogge torrenziali considerate fra le peggiori degli ultimi trent’anni” riferiscono i media cileni. La portata del fiume è raddoppiata in poco tempo e a causa dell’innalzamento di questo corso d’acqua è stata ordinata l’evacuazione di 1.800 persone che vivono vicino alle sue sponde.

Attualmente nel Paese sono oltre 4.0000 le persone rimaste senza casa, più di 2.000 quelle ospitate nei rifugi e il numero di sfollati cresce di ora in ora.

Nell’ultimo rapporto ufficiale, il ministro dell’Interno, Carolina Tohá, ha confermato che sale anche il numero dei dispersi.Inoltre si stima che l’inondazione del fiume Cachapoal abbia allagato l’80% di Coltauco, mentre a Licantén sono allagati quasi tutti gli edifici, compreso l’ospedale, a causa dell’esondazione del fiume Mataquito.In generale diversi corsi d’acqua fuoriusciti hanno interrotto la viabilità da Nord a Sud mettendo ko la rete autostradale e quella che va da Santiago alla città e al porto di Valparaíso sul Pacifico. Danneggiati anche numerosi ponti ferroviari.

Secondo Carolina Tohá sono almeno sei le regioni al centro dell’emergenza (Metropolitana, Valparaíso, O’Higgins, Maule, Ñuble y Biobío): «L’allerta meteorologica è ancora in vigore», ha ricordato indicando che vari ministri visiteranno le zone più colpite dal maltempo per dare conto della situazione.

In Cile le forti piogge vanno avanti da giovedì e dalle Ande sino a Santiago hanno anche contribuito, stimano gli esperti, a aumentare l’erosione portando a un forte rischio di crolli, frane e ulteriore aumento delle esondazioni.

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