Diritti

Canada: il Red Dress Day contro il rapimento e l’omicidio delle ragazze indigene

Centinaia di persone hanno manifestato per porre fine alle violenze contro le donne native, che hanno dodici volte più probabilità di essere uccise e sono aggredite sessualmente tre volte più spesso rispetto alle altre cittadine
Una donna indigena durante la cerimonia del Red Dress Day a New Westminster, British Columbia, Canada, il 5 maggio 2024
Una donna indigena durante la cerimonia del Red Dress Day a New Westminster, British Columbia, Canada, il 5 maggio 2024 Credit: Liang Sen/Xinhua via ZUMA Press
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
8 maggio 2024 Aggiornato alle 17:00

Il 5 maggio, centinaia di persone hanno marciato per le strade del Canada per celebrare il Red Dress Day, la giornata annuale per la sensibilizzazione per le donne e le ragazze indigene scomparse e uccise. Il giorno dopo, Jeremy Skibicki, accusato di omicidio di primo grado per la morte di Rebecca Contois, Morgan Harris, Marcedes Myran e una donna non identificata che è stata nominata Mashkode Bizhiki’ikwe (Buffalo Woman) dai leader indigeni, ha ammesso la sua colpevolezza.

I corpi, almeno 2 dei quali abbandonati in una discarica, però, non sono stati ritrovati e forse, se Skibicki non darà nuove informazioni, potrebbero non esserlo mai. La polizia dice di non avere risorse e, nonostante le pressioni dei gruppi indigeni di Winnipeg e l’impegno del Governo federale e di quello di Manitoba di stanziare 20 milioni di dollari ciascuno, secondo le stime più recenti una perquisizione potrebbe costare fino a 90 milioni ed esporre le squadre di ricerca a elevati rischi di incontrare amianto.

Secondo i ricercatori, le donne e le ragazze indigene hanno 12 volte più probabilità di essere uccise o sparire rispetto alle altre donne in Canada. Le donne indigene vengono aggredite sessualmente 3 volte più spesso delle donne non indigene e la maggior parte delle cittadine e dei bambini vittime della tratta in Canada sono indigeni.

Un rapporto del 2019 del National Inquiry into Missing and Murdered Indigenous Women and Girls aveva descritto la condizione delle almeno 4.000 donne e ragazze scomparse e uccise degli ultimi decenni come un “genocidio”, provando a individuarne le cause: “violazioni e abusi persistenti e deliberati dei diritti umani e degli indigeni sono la causa principale dietro gli sconcertanti tassi di violenza del Canada contro le donne, le ragazze e le persone indigene 2SLGBTQQIA”, spiegava il comunicato che lanciava i risultati.

«Nonostante le loro diverse circostanze e background, tutte le persone scomparse e assassinate sono legate dall’emarginazione economica, sociale e politica, dal razzismo e dalla misoginia intessuti nel tessuto della società canadese - aveva aggiunto la commissaria Marion Buller - La dura verità è che viviamo in un Paese le cui leggi e istituzioni perpetuano violazioni dei diritti fondamentali, che equivalgono a un genocidio contro le donne, le ragazze e le persone indigene 2SLGBTQQIA». Per questo, il Paese ha proposto l’adozione del Red Dress Alert, un sistema di allerta per le donne indigene scomparse, le ragazze e le persone two-spirits.

L’anno scorso, la deputata del New Democrats Party (Npd) del Winnipeg Center, Leah Gazan, aveva proposto una mozione alla Camera dei Comuni in cui dichiarava la morte e la scomparsa di donne e ragazze indigene un’emergenza a livello canadese. La mozione, che è stata approvata all’unanimità, chiedeva finanziamenti immediati per un nuovo sistema di allarme simile al programma Amber Alert, che è una notifica di emergenza che le persone ricevono tramite telefono, televisione e radio, quando un bambino nella loro regione è stato rapito o ritenuto in pericolo, e Silver Alert, utilizzato per individuare gli anziani vulnerabili.

A marzo, l’Npd ha annunciato in un comunicato che lo studio del progetto è iniziato e che lo Status of Women Committee “ascolterà i familiari, i sopravvissuti e i leader locali per fornire raccomandazioni al governo sui modi migliori per attuare l’allerta e salvare vite umane”. Intanto, però, un programma pilota del Red Dress Alert sarà implementato nella provincia di Manitoba: progettato e guidato dalle popolazioni indigene, dovrebbe contribuire a creare un sistema di allerta nazionale.

Ma la condizione di discriminazione e pericolo delle persone indigene, e in particolare delle donne, non è solo un problema canadese. Secondo il rapporto 2023 della Wyoming Missing & Murdered Indigenous People Task Force, a esempio, tra il 2000 e il 2020, risultano scomparse 711 persone indigene, il 57% delle quali donne e l’85% con meno di 18 anni.

Non solo, le persone indigene erano il 21% di tutte le vittime di omicidio nel Wyoming sebbene costituissero meno del 2% della popolazione: il tasso di omicidi era 8 volte più alto rispetto a quelle delle persone bianche. E solo il 30% delle vittime indigene di omicidio ha ricevuto una copertura mediatica, rispetto al 51% delle vittime bianche. Una copertura che non è diversa solo quantitativamente ma qualitativamente: “probabilmente conterrà un linguaggio violento, ritrarrà la vittima in modo negativo e fornirà meno informazioni rispetto agli articoli sulle vittime bianche di omicidi”.

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