Diritti

Usa: i conservatori contro l’educazione sessuale

Dalle Moms for the Liberty alle amministrazioni guidate dai Repubblicani, la destra statunitense si sta battendo contro l’insegnamento della sex ed nelle scuole, cercando di imporre o ampliare le restrizioni
La candidata alla presidenza Nikky Haley, che ha partecipato al summit annuale delle Moms for Liberty insieme a Trump e al governatore della Florida Ron DeSantis
La candidata alla presidenza Nikky Haley, che ha partecipato al summit annuale delle Moms for Liberty insieme a Trump e al governatore della Florida Ron DeSantis Credit: Alex Brandon / AP file
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
21 agosto 2023 Aggiornato alle 20:00

Dopo le mascherine, i diritti Lgbtq+, le violenze razziali e, più in generale, “l’ideologia woke”, le Moms for the liberty hanno un nuovo obiettivo: l’educazione sessuale nelle scuole statunitensi.

Durante il summit annuale che si è tenuto in giugno (a cui hanno partecipato anche l’ex Presidente Donald Trump, l’ambasciatrice e candidata alla presidenza Nikky Haley e il Governatore della Florida Ron DeSantis), secondo quanto riporta Rebecca Crosby su Popular Information, media che ha ottenuto una registrazione dell’evento, si è tenuta una sessione dal titolo Educazione sessuale completa: educazione sessuale o sessualizzazione guidata dall’attivista per l’educazione conservatrice Kelly Schenkoske.

Schenkoske, spiega Crosby, non sembra avere un background in educazione sessuale. Recentemente ha dichiarato nel podcast di Tim Pool (opinionista di destra) che ha conseguito una laurea in inglese ed è incline al pensiero cospiratorio e all’estremismo: è stata lei a spiegare perché, a esempio, il concetto di consenso non dovrebbe essere incluso nel curriculum di educazione sessuale.

“Ha sostenuto che insegnare ai bambini il consenso è controproducente e lascia i bambini vulnerabili allo sfruttamento sessuale. «Ai bambini viene spesso insegnato a essere obbedienti» ha detto, «e insegnare ai bambini il consenso è un allontanamento da un insegnamento davvero forte»”, scrive Crosby.

Le lezioni di educazione sessuale «insegnano ai bambini attività su come acconsentire ad atti sessuali [quando]… le leggi in quello Stato potrebbero impedire loro di acconsentire ad alcune di queste cose»; Schenkoske ha aggiunto, inoltre, che secondo lei il concetto di consenso è «confuso» e «c’è un vantaggio nell’insegnare ai bambini come dire di no e avere quei limiti».

Ma il suo attacco “all’educazione sessuale completa” è stato a più ampio raggio: ha ricordato i giorni in cui l’educazione sessuale includeva solo «prevenzione della sicurezza, opzioni di controllo delle nascite, [e] come prevenire … infezioni e virus a trasmissione sessuale». Prevedibilmente, ha criticato come i curriculum di oggi includano «diritti sessuali e cittadinanza sessuale» e «sessualità», che riguardano anche identità di genere e orientamento sessuale, sostenendo che «i bambini non possiedono la tipica capacità di elaborare tutto questo» e che argomenti come la sessualità non devono avere posto nelle scuole pubbliche. Non solo: si è anche opposta ai programmi di studio che riconoscono le persone e le relazioni Lgbtq+ senza trattarle come anormali: «[l’eteronormatività] è la norma e una relazione maschile e femminile [è] la norma», ha dichiarato.

Secondo Schenkoske, l’educazione sessuale completa sarebbe «interconnessa» e «integrata» con la critical race theory (di cui lo Stato della Florida ha vietato l’insegnamento qualche mese fa) e propone argomenti come «intersezionalità, potere e privilegio».

Se pensi che siano solo parole, purtroppo ti sbagli: gli effetti sono molto più concreti e le pressioni delle Moms for the Liberty stanno modificando con successo i curriculum di educazione sessuale per conformarsi alla loro agenda. Come a Leon, in Florida, dove il gruppo si è battuto per rinviare l’approvazione del curriculum di educazione sessuale del distretto scolastico.

I membri di Moms for Liberty, spiega Crosby, “hanno affermato che il curriculum era «disumanizzante» e “danneggiava [ndr] i bambini - scrive Crosby - Le lamentele del gruppo si sono concentrate sul fatto «che la parola ‘anale’ è stata usata più di 30 volte nei materiali didattici», anche se la parola era usata solo per riferirsi ai rischi delle malattie sessualmente trasmissibili”.

Il gruppo ha anche sostenuto che “un video nelle disposizioni didattiche facoltative” “promuoveva la masturbazione” e - continua l’autrice della newsletter - che le informazioni per gli studenti delle scuole medie promuovevano il sesso”. Il curriculum è stato infine approvato dopo che le “disposizioni facoltative” sono state rimosse e “alcune delle parole a cui Moms for Liberty si è opposto [sono state] modificate”.

Ma membri del collettivo si sono opposti attivamente ai programmi di educazione sessuale anche nel New Jersey, nel Maryland, nel Montana, nel Wisconsin e nel Texas: stanno raccogliendo consensi e sucessi.

Le “mamme d’America” (che a giugno il Southern Poverty Law Center ha dichiarato un “gruppo estremista” impegnato nella diffusione di “messaggi di odio e anti-inclusione”) non sono sole in questa battaglia. Come spiegava su Newsweek Nick Raynolds all’inizio dell’anno, “i legislatori repubblicani in diversi stati stanno cercando di imporre restrizioni drammatiche sull’educazione sessuale nel mezzo di una guerra culturale in corso sull’insegnamento di argomenti come la contraccezione e l’identità di genere nelle scuole pubbliche”.

L’amministrazione repubblicana del Texas, a esempio, ha approvato una legge nel 2021 che richiede il consenso scritto di un genitore affinché i propri figli ricevano l’educazione sessuale. Ma anche l’Oklahoma ha intrapreso questa strada, cercando di imporre o ampliare le restrizioni di alcune espressioni di identità di genere e “impedendo agli insegnanti di insegnare materie come l’educazione sessuale”, mentre alcuni “cercano di mettere fuori legge un’iniziativa di educazione sessuale finanziata dallo Stato e avviata nel 2020 per affrontare gli alti tassi di natalità degli adolescenti”.

In Florida (Paese che sotto l’amministrazione del candidato alla presidenza DeSantis ha dichiarato guerra all’ideologia woke), una legge proposta dai Repubblicani a marzo (Bill 1069) avrebbe reso obbligatoria per gli insegnanti l’approvazione dei materiali utilizzati nelle lezioni di salute sessuale, che sarebbero potute essere insegnate solo dalle classi dalla 6° alla 12°, e avrebbe inoltre obbligato le scuole a insegnare una definizione specifica di “sesso” e “ruoli riproduttivi”. Non solo: la legge avrebbe reso impossibile parlare ai ragazzi di ciclo mestruale e mestruazioni.

«L’educazione sessuale in questo Paese è governata da un mosaico di leggi e politiche a livello di scuola statale, distrettuale e persino individuale - ha spiegato a Newsweek Diana Thu-Thao Rhodes, di Advocates for Youth - L’educazione sessuale non è richiesta ovunque, e da scuola a scuola, ciò che gli studenti possono imparare può variare notevolmente. Stiamo assistendo a uno sforzo concertato nelle comunità di tutto il Paese da parte di attivisti contro l’educazione sessuale per limitare o addirittura rimuovere educazione sessuale dalle scuole e sostituirla con programmi di sola astinenza».

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