Diritti

Canada, scuole e identità di genere: cosa sta accadendo?

La politica 713, introdotta nel 2020 nella provincia del New Brunswick e modificata nel 2023, aveva lo scopo di fornire un ambiente sicuro e inclusivo per gli studenti Lgbtq+. Ora rischia di discriminarli
Il premier del New Brunswick, Blaine Higgs
Il premier del New Brunswick, Blaine Higgs
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
4 luglio 2023 Aggiornato alle 17:00

Ciò che sta accadendo nel New Brunswick, una provincia canadese che si affaccia sull’Atlantico, potrebbe avere un impatto su tutto il Canada. Il premier Blain Higgs, leader del partito conservatore progressista locale, è al centro di un dibattito che riguarda scuole e identità di genere: il 1° luglio è entrata ufficialmente in vigore una norma che impedisce agli insegnanti di riferirsi agli studenti utilizzando i pronomi che preferiscono, scelti senza il consenso dei genitori. Il provvedimento, la cui versione originale aveva ben altro scopo, ha causato un grande scompiglio nella provincia canadese.

La prima versione della Policy 713, approvata nel 2020 dopo un decennio di consultazioni, aveva lo scopo di creare uno spazio sicuro per gli studenti che si identificano come Lgbtq+ nelle scuole: prevedeva che lo studente (di ogni età) informasse i genitori per cambiare formalmente nomi o pronomi, ma rendeva obbligatorio l’uso del nome preferito da un ragazzo o ragazza se non era possibile ottenere il consenso richiesto. Inoltre, gli studenti potevano partecipare alle squadre sportive e usare i bagni coerentemente con la loro identità di genere.

A maggio, sotto la guida di Higgs, la sua provincia ha annunciato la modifica del testo: gli emendamenti vietano agli insegnanti di utilizzare i nomi e i pronomi preferiti di uno studente di età inferiore ai 16 anni senza il permesso dei genitori. Ma non solo: cancellano anche il riferimento esplicito alla possibilità di partecipare ad attività extrascolastiche, comprese le squadre sportive, che riflettano la loro identità di genere.

Nei casi in cui non sia possibile ottenere il permesso dei genitori, spiega la Policy 713, “lo studente verrà indirizzato al professionista appropriato (es. assistente sociale scolastico, psicologo scolastico) per lavorare insieme nello sviluppo di un piano per parlare con i genitori se e quando sono pronti a farlo. Se non è nell’interesse superiore del bambino o potrebbe causare danni allo studente (minaccia fisica o mentale), lo studente verrà indirizzato al professionista scolastico appropriato per il supporto”, recita il testo revisionato alla sezione “Autoidentificazione”.

L’obiettivo della Policy 713 è di «fornire agli studenti, in particolare agli studenti vulnerabili, uno spazio sicuro in cui possano imparare, esprimersi e crescere, garantendo al tempo stesso che anche i genitori si sentano rispettati - ha spiegato il ministro dell’Istruzione e dello sviluppo della prima infanzia Bill Hogan - Se uno studente desidera cambiare nome e/o identità di genere, lo sosterremo e lo aiuteremo a conversare con i genitori, se e quando saranno pronti».

Ma Nicki Lyons-MacFarlane, che fa volontariato con i giovani Lgbtq+ nella città di Fredericton, ha spiegato alla Bbc che se prima la politica aveva sostenuto molti studenti nella provincia, aiutandoli a affermare la propria identità di genere e «salvando delle vite», alla luce dei cambiamenti, ora temono di essere di un genere sbagliato o di rivelarlo alle proprie famiglie.

La modifica della politica, spiega l’emittente britannica, è avvenuta senza alcun voto legislativo, per via delle presunte “centinaia di lamentele da parte di genitori e insegnanti”, di cui però non è stata fornita alcuna prova. 2 ministri del New Brunswick si sono dimessi per protesta, mentre altri 2 sono stati cacciati da Higgs per non aver sostenuto il suo piano. Il Premier potrebbe rischiare di essere estromesso per quello che alcuni membri del suo stesso partito hanno definito “un modello di governo autocratico”.

All’inizio di giugno, il dibattito si è esteso a livello federale quando il primo ministro canadese Justin Trudeau ha dichiarato che «ai bambini trans del New Brunswick viene detto che non hanno il diritto di essere se stessi, che devono chiedere il permesso», ma «hanno bisogno di sentirsi al sicuro, non di essere presi di mira dai politici». Il leader dell’opposizione conservatrice federale, Pierre Poilievre, ha risposto che «il primo ministro non ha il diritto di prendere decisioni che dovrebbero spettare alle province e ai genitori».

Le modifiche sono state anche oggetto di una feroce opposizione da parte dell’opinione pubblica del New Brunswick: sono state organizzate diverse proteste locali e psicologi scolastici e assistenti sociali hanno presentato reclami al Governo. I sostenitori Lgbtq+ canadesi temono che la mossa di Higgs sia un segnale che dimostra quanto le odierne politiche statunitensi anti-Lgbtq+ che stanno limitando i diritti delle persone transgender si stiano diffondendo nella società canadese.

Anche se la Policy 713 è entrata in vigore sabato, alcuni insegnanti del New Brunswick hanno dichiarato che non la seguiranno. Qualche consiglio scolastico ha annunciato che svilupperà le proprie politiche che permetteranno agli insegnanti di usare informalmente il nome e i pronomi scelti dagli studenti, indipendentemente dal consenso dei genitori o dall’età.

Una petizione online, Let kids choose (“Lasciate che scelgano i ragazzi”) conta 17.000 nomi e cognomi: i promotori chiedono che siano solo le persone del New Brunswick a firmare, per dare un segnale concreto ai funzionari eletti; sostiene che i bambini Lgbtq+ debbano fare coming out quando sono pronti, e che “se vogliono fare coming out a scuola prima di essere pronti a farlo con i genitori, dovrebbe sempre andare bene”.

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