Ambiente

Uk: il cambiamento climatico compromette la tua dieta

Il rapporto dell’Energy and Climate Intelligence Unit mostra che il caldo estremo e la siccità in Europa renderanno più costoso e difficile ottenere i prodotti freschi dal Mediterraneo, soprattutto frutta e verdura
Credit: ANSA/CIRO FUSCO
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
18 agosto 2023 Aggiornato alle 07:00

Nel Regno Unito, mangiare in maniera sana sarà sempre più difficile – soprattutto per le persone più povere – a causa del cambiamento climatico. La siccità in Europa, infatti, riduce le forniture di frutta e verdura, facendo impennare i prezzi.

Secondo un rapporto dell’Energy and Climate Intelligence Unit (Eciu) i prodotti freschi del Mediterraneo, che costituiscono una parte fondamentale dell’approvvigionamento del Paese, “diventeranno più costosi e più difficili da ottenere poiché il caldo estremo provoca una riduzione dei raccolti, mettendo una dieta sana fuori dalla portata dei più poveri della società.

Cavolfiori, broccoli, fragole, cetrioli, pomodori, cipolle.

Sono tutti prodotti che non riescono a crescere nel clima britannico e che il Regno Unito deve importare o coltivare in serra – attraverso processi più costosi ed energivori – e il cui prezzo potrebbe crescere fino a diventare inaccessibile per ampie fasce della popolazione. Ma anche più della metà dei limoni e dei peperoni consumati dai cittadini di Sua Maestà proviene dal Mediterraneo, insieme a due terzi di tutte le arance, il 40% dell’uva da tavola e l’80% dell’olio di oliva.

Secondo il rapporto, nel 2022 poco più di un quarto delle importazioni alimentari del Regno Unito – 9,8 miliardi di kg, per un valore di poco più di 16 miliardi di sterline – provenivano dalla regione mediterranea, principalmente frutta e verdura fresca. Il 7% delle importazioni, circa 4 miliardi di sterline, proveniva dalla Spagna, che sta vivendo uno dei peggiori periodi di caldo e siccità estremi.

La mancanza di disponibilità e l’aumento dei prezzi, però, potrebbe tradursi in un problema di salute pubblica, in un Paese in cui già la crisi economica legata all’inflazione e all’aumento dei prezzi sta rendendo difficile per molte persone – tra cui moltissimi bambini e anziani nutrirsi correttamente.

Una precedente analisi dell’Eciu aveva rilevato che la crisi climatica e i prezzi dei combustibili fossili avevano aggiunto più di 400 sterline alla spesa domestica nel 2022, aumentando la spesa alimentare totale nel Regno Unito di circa 11,4 miliardi di sterline.

«Oltre a una crisi climatica, siamo anche in una crisi di salute pubblica. La maggior parte di noi già non mangia abbastanza frutta e verdura e spesso le diete più sane tendono già a costare di più. Poiché è probabile che gli impatti del cambiamento climatico rendano il cibo sano che dovremmo mangiare più o ancora più costoso, diventa ancora meno accessibile ai più poveri della società», ha spiegato al Guardian Gareth Redmond-King, capo del programma internazionale presso l‘Energy & Climate Intelligence Unit.

«Il caldo che abbiamo visto in Europa quest’estate e ad aprile sarebbe quasi impossibile senza il cambiamento climatico - ha aggiunto - Questi impatti peggioreranno mentre continuiamo a bruciare combustibili fossili ed emettere gas serra, lasciando il Regno Unito di fronte a una spiacevole realtà in un futuro di maggiori carenze e costi più elevati. Questo dovrebbe essere un campanello d’allarme sulla vulnerabilità delle nostre catene di approvvigionamento alimentare ai cambiamenti climatici. Non possiamo semplicemente uscire dal problema producendo molti di questi alimenti nel Regno Unito».

La soluzione? Ridurre a zero le emissioni e limitare a 1,5° l’aumento delle temperature.

Lo studio si concentra sul Regno Unito, ma la possibilità che il cambiamento climatico abbia effetti negativi anche sui regimi alimentari non riguarda solo i cittadini britannici. Un articolo pubblicato su Climate Risk Management dedicato proprio ai rischi per la sicurezza alimentare e la nutrizione collegati ai cambiamenti climatici, in particolare sulle popolazioni vulnerabili, conclude che “si prevede che il cambiamento climatico futuro aggraverà l’entità e la probabilità di conseguenze negative per la futura sicurezza alimentare e nutrizione umana (FSN)”.

Il global warming, spiegano gli autori, influenzerà la sicurezza alimentare “attraverso meccanismi trainanti come il calo della produttività agricola, la riduzione dei redditi, l’emergere di problemi di sicurezza alimentare e interruzioni nella distribuzione del cibo, nonché il minor contenuto di nutrienti di alcune colture e i cambiamenti nella qualità della dieta”.

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