Storie

A tu per tu con l’imprenditoria femminile

C’è chi ha fatto tornare di moda un settore obsoleto e chi si è dedicata alla ricerca e al benessere delle donne; e chi ha messo al centro la salvaguardia del Pianeta. Ecco le 7 finaliste del premio GammaDonna
Credit: Amani Nation
Tempo di lettura 7 min lettura
17 agosto 2023 Aggiornato alle 11:00

Voler cambiare il mondo e avere il coraggio di farlo. Perché è il coraggio ciò che serve per far avverare un sogno. Così come una buona dose di ambizione, grinta, determinazione e passione. E alle 7 finaliste del premio GammaDonna non manca nessuna di queste caratteristiche.

Il riconoscimento, nato per valorizzare l’imprenditoria femminile, quest’anno vede in prima linea il benessere, la sostenibilità, il progresso e i diritti delle donne. E, indipendentemente da chi sarà ad alzare il premio sul palco dell’Italian Tech Week, il 29 settembre a Torino (il grande evento italiano dedicato alla tecnologia), tutte potranno affermare di aver fatto un passo in avanti per un domani migliore. Chi mirando alla sostenibilità e chi alla salute delle persone; chi perché di una passione ha fatto una professione (con incredibili potenzialità di crescita) e chi perché ha tutte le competenze per diventare una pietra miliare nella ricerca.

E così, le 7 finaliste hanno raccontato La Svolta le loro storie.

Roberta Ligossi, ad esempio, Ceo e Founder di Ta-Daan, è riuscita a portare online il settore delle botteghe artigiane, trasformandolo in un mestiere moderno, alla moda e perlopiù femminile. «Riuscire a innovare un settore tradizionalmente maschile e obsoleto è un misto di eccitazione, sfida e gratificazione - commenta Ligossi – Quando abbiamo lanciato Ta-Daan, l’obiettivo era proprio quello di portare online un mondo tipicamente offline. Nel farlo, abbiamo messo a fuoco fin da subito l’importanza di utilizzare i social e le nuove tecnologie così da raggiungere un pubblico vasto e dimostrare il fascino dell’artigianato. Un percorso possibile proprio grazie ai giovani artigiani, spesso donne, che hanno portato una ventata di contemporaneità in questo settore. Naturalmente lungo il percorso ci sono state difficoltà, ma fanno parte del gioco. Come dice la mia co-founder Valeria, “Alla fine di una strada in salita, c’è sempre un bel panorama da ammirare!”».

Accanto a lei, la sfida di Elisa Piscitelli: combattere la dispersione scolastica. Un progetto fatto da giovani dedicato ai giovani che prende il nome di Futurely, nato per aiutare e supportare i genitori e i ragazzi che spesso si trovano in balia di scelte incerte. «Con Futurely stiamo invertendo una tendenza negativa che ormai esiste da troppo tempo, quella dell’aumento della dispersione scolastica e dell’analfabetismo funzionale. Dati dimostrano che 1 ragazzo su 3 non è soddisfatto delle proprie decisioni. Con il nostro progetto siamo riusciti a ridurre questo rapporto portandolo a 1 su 10 – spiega a La Svolta Elisa Piscitelli – Spesso l’abbandono è una conseguenza di un mancato allineamento fra passioni, competenze e opportunità professionali. Il nostro obiettivo è rispondere a questo problema. Utilizziamo tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, e collaboriamo con aziende e istituzioni educative, offrendo un’esperienza di orientamento completa con l’obiettivo di aiutare i giovani nelle loro decisioni».

E poi, che futuro sarebbe senza benessere? Da questa domanda sono nati altri 2 grandi progetti. Il primo è di Sabrina Fiorentino, founder di Sestre, innovativa startup realizzata da 4 donne con un unico sogno: diventare il principale punto di riferimento per il benessere femminile, la fertilità e il trattamento di malattie ancora troppo invisibili, come l’endometriosi e la vulvodinia. Ma ancor più in grande, riuscire a farlo con la Nutraceutica, la disciplina che studia i componenti e i principi attivi degli alimenti come mezzo per la prevenzione e il trattamento delle malattie.

«È sempre stata la mia passione, sin dai primi anni di università – dichiara Fiorentino – Ho frequentato Farmacia ma non mi ha mai conquistato la molecola farmaceutica, trovavo molto più affascinante il fito-complesso di una pianta. È da qui che ho pensato che attraverso questa nuova scienza potessi trovare soluzioni a supporto delle donne, soprattutto in quelle disfunzioni o malattie invisibili che vengono sottovalutate, ma che compromettono la qualità della vita».

Accanto a lei, Cristiana Vignoli, con l’importante ambizione di raggiungere il traguardo di cura delle lesioni midollari, migliorando in maniera significativa le prospettive e la qualità di vita dei pazienti. Il suo progetto prende il nome di Hemera Pharma ed è strettamente collegato all’Università di Verona e di Milano. «Guidare una realtà così all’avanguardia è una sfida straordinaria e bellissima. Un compito ambizioso e complesso, in cui sento la responsabilità e l’urgenza di dare una prospettiva di autonomia e un’alternativa terapeutica alle persone che ogni anno nel mondo cadono in questa condizione. Condizione che potrebbe colpire ognuno di noi – racconta Vignoli – Raggiungere il traguardo di cura delle lesioni midollari segnerà una svolta per i pazienti e un enorme passo avanti per la scienza e per la medicina. Quel giorno sarà uno dei giorni più belli della vita e non solo per me: sarà l’avverarsi del sogno collettivo di tantissimi, che è quello di curare l’incurabile».

In finale, non mancano certo progetti legati all’ambiente, alla sostenibilità e alla cura del Pianeta. In particolare, le imprese di Raffaella Moro e Susanna Martucci, rispettivamente a capo di Reair e Alisea.

Sviluppata nel settore del Cleantech, Reair elabora un trattamento innovativo per le superfici con l’obiettivo di abbattere gli inquinanti organici nell’aria. «Nello specifico si tratta di rivestimenti superficiali intelligenti basati sulle nanotecnologie e sui processi fotocatalitici, così da degradare inquinanti e microrganismi in residui inerti – spiega Moro – Può essere applicata all’esterno e all’interno, rendendo le superfici autopulenti, in grado di abbattere gli inquinanti urbani nell’area circostante e purificare l’aria. Il grande obiettivo di Reair è quello di ridurre l’impatto ambientale e consentire un uso sostenibile dei sistemi e delle risorse naturali, grazie alla riduzione del consumo di energia e dei prodotti chimici».

Galeotto, poi, fu l’incontro fra Susanna Martucci e la polvere di grafite. Una liaison che ha dato vita a un nuovo modo di riciclare. Alisea è la prima azienda a produrre Perpetua, la matita nata dagli scarti di questo materiale. «Il mio incontro con la polvere di grafite nasce dall’esigenza di un cliente. Aveva sentito parlare del nostro lavoro e necessitava di un gadget per la sua azienda. Da questa richiesta è iniziato il mio rapporto con la grafite, quella che io ho sempre visto non come scarto ma come opportunità, un “oro nero” che gli altri, invece, hanno sempre gettato via seppellendolo sottoterra. Così ecco l’idea di progettare una matita che rispondesse ai valori di sostenibilità ambientale e sociale, valori che la nostra azienda porta avanti da anni: Perpetua, la matita più originale e attenta del Pianeta».

Infine, c’è chi, con invidiabile lungimiranza, dopo una carriera nelle più importanti multinazionali e dopo aver ricoperto il ruolo di presidente delle Telecomunicazioni per Confindustria, decide di aprire un’attività tutta sua, con un format innovativo in grado di coniugare il settore del turismo di lusso e un modello di business tecnologico: il progetto prende il nome di Destination Italia Group, fondato da Dina Ravera.

Una scelta coraggiosa, che si è rivelata vincente: «Ho iniziato questo progetto per un grande senso di responsabilità. Nel 2020 a causa del Covid il settore del turismo stava subendo un crollo senza precedenti e la Destination Italia era sulla strada del fallimento. Così ho accettato con coraggio l’invito di Banca Intesa, diventandone azionista di maggioranza, in un momento a dir poco drammatico. Non me la sono sentita di fare altrimenti – racconta Ravera – Sono convinta che il turismo sia la risorsa più importante del nostro Paese, ma è nostro compito esaltarne la bellezza e le potenzialità che può offrire. Per queste ragioni, ho deciso di mettere le mie competenze manageriali ed esperienze al servizio dell’Italia con risultati che hanno visto il settore del turismo crescere dal 12% al 25%».

La sfida è aperta. E la decisione, sicuramente, non sarà semplice per chi dovrà sceglierne fra 7, soltanto 1. Ciò che possiamo affermare con estrema certezza, però, è che nella strada del progresso hanno vinto tutte.

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