Storie

Leah Williamson e l’endometriosi: «ho avuto paura»

La capitana della nazionale inglese ha rivelato di aver ricevuto la diagnosi lo scorso anno e di aver temuto per l’esito dell’Europeo: «Sono un’atleta professionista, ho sempre detto “andiamo avanti”»
Leah Williamson
Leah Williamson Credit: © Jonathan Moscrop/CSM via ZUMA Press Wire)
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
2 gennaio 2023 Aggiornato alle 13:00

L’endometriosi è una condizione a lungo termine in cui un tessuto simile al rivestimento dell’utero si sviluppa in altri luoghi, o altri organi. Può colpire donne di qualsiasi età e avere un impatto significativo su chi ne è affetto, mostrando sintomi diversi e non sempre evidenti, tra cui dolori pelvici e mestruali.

La capitana della nazionale di calcio femminile dell’Inghilterra, Leah Williamson, ha rivelato di soffrire di endometriosi e di temere che la sua condizione potesse compromettere la sua partecipazione agli Europei della scorsa estate. In un’intervista al Women’s Health, il periodico pubblicato da Hearst che l’ha nominata cover star del mese di Gennaio, la campionessa venticinquenne ha raccontato di aver ricevuto la diagnosi l’anno scorso, dopo un infortunio al ginocchio.

La calciatrice ha condotto alla vittoria contro la Germania nella finale di Wembley le “Lionesses”: le giocatrici della nazionale prendono il nome dallo stemma della squadra inglese, che raffigura tre leoni blu con alcune rose cucite tra gli spazi vuoti, emblema ufficiale della Federcalcio inglese fondata nel 1863. Ma l’ansia che l’endometriosi si manifestasse e le impedisse di giocare, lasciandola agonizzante sul pavimento del bagno, non l’ha mai abbandonata durante il torneo.

La vita di molte donne è rovinata da questa patologia invisibile che causa problemi intestinali e alla schiena, dolori fortissimi durante le mestruazioni e, in alcuni casi, infertilità. «Mi sono detta: non può succedere. Questa è una grande paura quando si arriva a un torneo non infortunati», ha dichiarato il difensore dell’Arsenal nell’intervista. Quando, poco prima degli Europei, un trauma cranico le ha provocato un attacco molto acuto di dolori mestruali, la preoccupazione è cresciuta: «Ho avuto una commozione cerebrale che, a quanto dicono, può avere un impatto sul ciclo mestruale successivo, ed è stato brutto, davvero brutto».

La donna, particolarmente preoccupata per i sintomi divampati prima della partita tra Inghilterra e Norvegia, ha chiesto alla giornalista: «Hai presente quando sei sul pavimento del bagno e non riesci a muoverti? Quando è troppo tardi per prendere le compresse perché ormai ci sei dentro». La questione della lotta all’endometriosi era già stata messa in luce, a ottobre, da Emma Hayes, manager del Chelsea da tempo affetta dalla patologia: quando è stata ricoverata d’urgenza per un’isterectomia (un’operazione che prevede la rimozione dell’utero, che può eliminare aree di tessuto che causano dolore endometriale, ndr) dopo che il suo dolore era diventato insopportabile, ha dichiarato ai fan che avrebbe «avuto bisogno di tempo e pazienza per tornare in piena salute», riporta la Bbc.

Williamson si aggiunge alle voci femminili che tentano di accrescere la consapevolezza riguardo a un problema che secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità colpisce circa il 10% di donne e ragazze in età riproduttiva a livello globale. «Sono abbastanza sicura che se gli uomini avessero le mestruazioni avremmo già trovato un modo per fermarle senza fare danni», ha detto Williamson, aggiungendo che il dolore mestruale rimane «un problema davvero grosso» per le atlete. Per ora, poiché non si sono registrati progressi scientifici significativi e non esiste una cura nota per l’endometriosi, l’atleta è costretta come tutte a conviverci: l’approccio è «andiamo avanti - a meno che io non sia sul pavimento».

Leggi anche
Salute
di Flavia Carlini 5 min lettura
Giorgia Soleri durante una conferenza stampa per la presentazione del testo di legge sulla Vulvodinia e Neuropatia del pudendo, Camera dei Deputati, Roma 3 maggio 2022
Salute
di Chiara Manetti 10 min lettura