Diritti

Che cos’è l’anorgasmia?

In occasione della Giornata Mondiale dell’Orgasmo, Unobravo pone l’accento su chi non riesce a raggiungere l’apice del piacere: una condizione che riguarda prevalentemente le donne
Credit: Cottonbro studio
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
31 luglio 2023 Aggiornato alle 09:00

Il gender gap non ci lascia mai sole, neanche nell’intimità: la piattaforma di educazione sessuale CLIMAX, che si pone l’obiettivo di raggiungere l’uguaglianza di piacere per tutti, ha combinato i dati emersi da 70 studi internazionali condotti su un campione di oltre 90.000 persone e ha scoperto che solo il 64% delle donne intervistate ha dichiarato di aver avuto un orgasmo durante l’ultimo rapporto sessuale, rispetto al 91% degli uomini.

Le donne che fanno più fatica a raggiungerlo sono soprattutto under 25 (62%), e chi ci riesce non lo fa di frequente: 1 su 5 si accontenta di avere un orgasmo solo 1 volta al mese (21%), il 4% meno di 1 volta. L’11% delle donne in coppia ha detto di non aver provato alcun orgasmo nell’ultimo anno e il 3% di non averne mai avuto uno.

Queste cifre sono la dimostrazione che esiste un “orgasm gap”, un divario di genere anche nell’orgasmo. Ma non solo: tra i disturbi sessuali più diffusi esiste l’anorgasmia, che consiste nell’incapacità di raggiungere il culmine del piacere, nonostante una stimolazione sessuale intensa e prolungata. E in chi si manifesta con maggiore frequenza? Nelle donne. La psicoterapia può essere una valida alleata per liberarsi da questo disturbo e imparare a vivere appieno e con gioia la propria sessualità.

In occasione della Giornata mondiale dell’Orgasmo, celebrata in particolare nel Regno Unito, in Australia, negli Stati Uniti e in Canada (nata come ramo della Giornata internazionale dell’orgasmo femminile, che cade l’8 agosto), il servizio di psicologia online Unobravo si concentra sull’anorgasmia, che non va confusa con l’assenza di piacere, ma «si delinea come un’inibizione specifica della componente orgasmica durante l’atto o la stimolazione sessuale», spiega la dottoressa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e clinical director di Unobravo.

In Italia la percentuale di donne che lamenta difficoltà nel raggiungere l’orgasmo è il 46%, mentre il 52% dichiara di fingere l’orgasmo. Dai dati combinati emerge anche che il 22% delle donne italiane intervistate ha dichiarato di non aver avuto un orgasmo durante l’ultimo rapporto sessuale. Da altri studi scientifici è emerso, invece, che sono circa il 12% le donne che, nonostante una vita sessuale regolare, non hanno mai provato un orgasmo e il 34% coloro che non raggiungono l’apice del piacere con la penetrazione.

Chi soffre di anorgasmia, spiega Unobravo, spesso non ne parla e teme di essere sbagliato o inadatto, finendo per accettare passivamente la condizione. Questo atteggiamento di rassegnazione è riscontrabile soprattutto tra le donne, che a lungo si sono viste negare lo stesso diritto al piacere sessuale concesso agli uomini.

«L’orgasmo è un processo complesso, con profonde implicazioni fisiche, psicologiche, relazionali e biologiche. È un intricato intreccio tra mente e corpo e riveste un ruolo fondamentale nella soddisfazione sessuale dell’individuo e della coppia», spiega Perris. Non riuscire a raggiungere l’apice del piacere può scatenare «un intenso disagio emotivo e relazionale» e l’anorgasmia «può manifestarsi sin dall’inizio dell’attività sessuale così come comparire successivamente».

Non è possibile rintracciarne una singola causa perché «sono molteplici i fattori che possono influenzare la capacità di raggiungere orgasmo o di provarlo con una soddisfacente intensità». Alcune patologie o condizioni mediche possono incidere «in maniera consistente» sulla manifestazione dell’anorgasmia: vale per la Sclerosi Multipla e il Morbo di Parkinson, ma anche per problemi ginecologici, interventi chirurgici o traumi fisici a livello genitale. O ancora «l’assunzione di stupefacenti, sostanze psicotrope o farmaci, tra cui quelli per la pressione sanguigna, gli antistaminici e, soprattutto, gli antipsicotici e gli antidepressivi», che possono incidere notevolmente sulla vita sessuale sia dell’uomo che della donna. Ma può accadere anche con l’abuso di alcol e fumo, e pure con l’avanzare dell’età.

Spesso possono contribuire anche cause psicologiche: «l’ansia, la difficoltà ad accettare la propria immagine corporea, lo stress e le pressioni lavorative, così come le restrizioni culturali e religiose, la mancanza di educazione alla sessualità, il senso di colpa associato al provare piacere durante il sesso», continua Perris. Anche traumi psicologico-sessuali, abusi o violenze possono influire. «Identificare e capire l’origine di questa condizione è essenziale per poterla affrontare in modo adeguato e liberarsene».

Quando vengono esclusi eventuali problemi fisici attraverso una valutazione medica, la psicoterapia può essere una valida alleata: «Unobravo, a esempio, offre la possibilità di intraprendere percorsi di terapia online con psicologi e psicoterapeuti specializzati in sessuologia o terapia di coppia. La psicoterapia offre un ambiente sicuro e confidenziale in cui esplorare le sfumature della propria sessualità». Bisogna tenere in mente che si tratta di «una condizione trattabile e superabile» e che in molti riescono a liberarsene con tempo, pazienza e supporto adeguato.

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