Economia

Assicurazioni eventi climatici estremi: facciamo il punto

Nei primi 5 mesi dell’anno, le catastrofi per il climate change sono aumentate del 135% rispetto al 2022. Ma solo il 5,3% delle case e il 7% delle piccole e medie imprese è assicurato; le aziende agricole sono più a rischio
Credit: Pok Rie
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22 agosto 2023 Aggiornato alle 11:00

Il 2023 è candidato a essere uno degli anni più caldi di sempre. La crisi climatica, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, è tra le principali cause di eventi meteorologici estremi (come forti precipitazioni e siccità) che hanno ripercussioni gravi sull’ecosistema, le condizioni di vita delle persone e l’economia dei Paesi. Per fare un esempio: l’alluvione avvenuta in Emilia-Romagna, con danni da miliardi di euro per le perdite del settore agroalimentare e la messa in sicurezza di territori e persone colpiti dal disastro.

Non solo l’Emilia-Romagna: come riporta l’osservatorio CittàClima di Legambiente, nel 2023 si sono verificati 122 eventi climatici catastrofici in Italia, vale a dire il 135% in più rispetto all’anno precedente (dati aggiornati a maggio). Indicativa della situazione italiana è l’elevata esposizione dei Comuni a rischio idrogeologico: il 95% si trova a rischio frane, alluvioni o erosioni costiere, mentre circa 4 abitazioni su 10 hanno le fondamenta su una zona a media e alta zona sismica. Nel Belpaese, quindi, circa l’80% delle case si trova sotto rischi medio- elevati dovuti al climate change.

«Il cambiamento climatico non è più semplicemente un rischio, ma una realtà», ha dichiarato Maria Bianca Farina, presidente dell’Associazione Nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), aggiungendo poi: «Il rischio e l’incertezza sono e resteranno le condizioni normali del nostro tempo, ma non possiamo aspettare che il rischio e l’incertezza si diradino, prima di iniziare a programmare il futuro». Solo il 5,3% delle oltre 35 milioni di unità abitative è assicurata contro gli eventi climatici catastrofici, mentre si è protetti nel 44,2% dei casi contro gli incendi. A livello aziendale, in media solo il 7% delle piccole e medie imprese è coperto dai rischi naturali.

Inevitabilmente, le aziende agricole sono le più esposte a subire danni da siccità, gelo e alluvione. Per sopperire alle possibili ingenti perdite, è stato istituito un fondo mutualistico nazionale obbligatorio (AgriCat), composto da un finanziamento nazionale ed europeo di circa 350 milioni di euro tra il 2023 e il 2027, che copre le perdite in una percentuale tra il 10 e il 15% dei danni alla produzione agricola.

Sebbene la copertura assicurativa non abbia una percentuale così ampia, l’Italia, dopo la Grecia, registra il più alto gap di protezione assicurativa in Europa. I dati del Resilience Index 2022 di Swiss Re mostrano come il nostro Paese (4,6 miliardi) sia inferiore solo a Stati Uniti (51 miliardi), Giappone (28,9 miliardi), Cina (25,6 miliardi) e Taiwan (5,5 miliardi). Il rapporto indica che la resilienza alle calamità naturali sarà raggiungibile con altri 368 miliardi per coprire le esposizioni globali non protette, pari al 76%.

Le istituzioni europee sono a lavoro per trovare soluzioni adeguate al crescente impatto degli eventi naturali estremi sull’economia e sul sistema finanziario.

«Ci impegneremo attivamente per supportare il Governo nel definire le migliori soluzioni», ha spiegato Farina. La presidente Ania, quindi, propone un sistema di welfare innovativo basato sulla mutualizzazione del rischio e sull’azione congiunta di risorse pubbliche e private.

È di fondamentale importanza mettere in campo policy che incentivino la protezione assicurativa, dal momento che l’incidenza dei premi danni Pil è ancora pari all’1,1%, rispetto alla media europea del 2,3%.

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