Diritti

Come sta la salute mentale dei giornalisti senza contratto?

Ansia, depressione, insonnia, burnout, attacchi di panico: un’inchiesta di Irpi vuole raccontare le difficoltà dell’esercito di freelance, partite Iva e collaboratori occasionali che lavora nel mondo dei media
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
22 luglio 2023 Aggiornato alle 20:00

Come sta la salute mentale dei giornalisti italiani? A questa domanda prova a rispondere Irpi (Investigative Reporting Project Italy), che sta realizzando la prima inchiesta in Italia sulla salute mentale nel giornalismo.

L’obiettivo non è (solo) quello di raccontare le difficoltà che vivono i giornalisti, ma anche fornire gli strumenti per riconoscere e affrontare situazioni di stress o disagio psichico. Il primo passo, però, spiega Irpi, “è quello della raccolta di dati e testimonianze attraverso un questionario (anonimo) per dare voce ai giornalisti e alle giornaliste”, in particolare a quelli non contrattualizzati: quell’esercito di freelance, partite Iva e collaboratori occasionali che costituiscono la maggioranza di chi lavora nel giornalismo in Italia.

Nel 2017-2018, secondo quanto riportato da Linkiesta, “su oltre 40.000 iscritti alla cassa previdenziale Inpgi per i giornalisti, poco più di 15.000 erano inquadrati con un contratto a tempo indeterminato nelle redazioni di giornali, radio e televisioni”. Negli ultimi anni la situazione è peggiorata, anche a causa della pandemia di Coronavirus, che ha pesato in maniera profonda sulle condizioni già precarie dei giornalisti senza contratto.

Ansia, depressione, insonnia, burnout, attacchi di panico sono solo alcuni dei disturbi che colpiscono i giornalisti e le giornaliste non contrattualizzati, che “vivono situazioni che mettono alla prova la loro salute mentale: tra queste una continua instabilità e precarietà, compensi molto bassi, un ambiente ipercompetitivo e la costante minaccia di querele”.

A tutto ciò si aggiungono gli impatti sulla salute mentale degli attacchi digitali a cui sono sottoposti i giornalisti ma soprattutto le giornaliste. L’esposizione, infatti, è peggiore per chi subisce violenza di genere o intersezionale online.

A rivelare i dettagli della violenza online contro le giornaliste è stato il report dell’ICFJ The Chilling: What More Can News Organizations Do To Combat Gendered Online Violence?

Proprio per aiutare queste persone, l’International Women’s Media Foundation ha realizzato una Guida alla salute mentale per i giornalisti che affrontano la violenza online, creata da professionisti della salute mentale specializzati nel lavoro sui traumi e sui media. Un testo che “aiuta i giornalisti a comprendere le ragioni psicologiche per cui i molestatori attaccano online e come adottare misure per proteggere meglio la loro salute mentale”, oltre a fornire tabelle di autovalutazione della salute mentale e indicare risorse per chiedere aiuto e supporto.

Ma se gli attacchi online colpiscono tutti i giornalisti indipendentemente dal loro status contrattuale, chi lavora senza la sicurezza di un situazione stabile fa fatica a guadagnare uno stipendio dignitoso.

L’insicurezza economica, ricorda Alice Facchini di Irpi Media, è solo una delle condizioni che per queste persone può tradursi in difficoltà psicologiche, ancora troppo spesso trattate come un tabù. «I contratti sono sempre più precari e mal pagati, e la crisi dell’industria, con la minaccia della cassa integrazione, porta un clima di ansia e ipercompetitività nelle redazioni». Si fatica ad arrivare a fine mese, spesso si fanno più lavori, ma soprattutto si è perennemente esposti. E ricattabili.

Senza pause, in solitudine, senza poter fare affidamento sullo spazio (fisico e metaforico) della redazione, mentre si deve mantenere uno stato di “apparente invulnerabilità”. Questa è la realtà di tantissimi e tantissime freelance. Una realtà che mette a rischio la loro salute mentale oltre che la possibilità di avere una vita dignitosa, mentre il pubblico continua a percepire i giornalisti “pennivendoli” come una casta di privilegiati.

Il questionario è compilabile online e i risultati dell’inchiesta verranno pubblicati su Irpi Media.

Leggi anche
AI
di Antonio Pellegrino 2 min lettura
Il ponte di Irpin (Ucraina) è diventato un luogo commemorativo per coloro che sono morti durante l'invasione russa
Media
di Marco Biondi 3 min lettura