Futuro

Big Sad Fall Assistants: il gioco che racconta il burnout

2 robot, 1 tappeto elastico, tanti dipendenti stressati da rispedire in ufficio. Nato dalle menti della cooperativa Indici Opponibili, il videogame vuole porre l’attenzione su una sindrome sempre più diffusa tra i lavoratori
Credit: LDPlayer.co
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10 aprile 2023 Aggiornato alle 13:00

Nel 1975 la psichiatra americana Christina Maslach utilizzò il termine burnout per indicare “La sindrome da esaurimento emotivo, da depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale che può presentarsi in soggetti che per professione lavorano a contatto con esseri umani, a volte con problemi o motivi di sofferenza”.

La sindrome da burnout oggi viene associata più in generale a uno stato di forte stress provocato prevalentemente dal carico eccessivo di lavoro o da un ambiente professionale disfunzionale; è una patologia multifattoriale, caratterizzata da un rapido decadimento delle risorse psicofisiche e da un peggioramento delle prestazioni professionali. Nei Paesi occidentali è in costante aumento il numero di persone che almeno una volta nella vita riferisce di aver sperimentato la sindrome.

L’idea della cooperativa Indici Opponibili (un gruppo di designer, programmatori e creativi) è stata realizzare un videogioco in grado di ironizzare il burnout, con l’intento di rivolgersi soprattutto a un pubblico giovane, che sta facendo proprio in questi anni il suo ingresso nel mondo del lavoro.

La piccola realtà si è distinta per la sua originalità, vincendo la seconda edizione di Incredibol!, progetto nato nel 2010 per sostenere la crescita del settore culturale e creativo in Emilia-Romagna.

Il gioco consiste nel comandare 2 robot dotati di un tappeto elastico sul quale far rimbalzare i lavoratori che, esauriti, si lanciano dalle finestre dei loro uffici. Il compito dei robot, e quindi del giocatore, è quello di rispedire i lavoratori nei loro uffici. Livello dopo livello, i 2 robot protagonisti (che a fine turno fanno il pieno di olio mentre chiacchierano al bar) si trovano a dover scegliere tra la produttività e una misteriosa “resistenza” pronta a risvegliare e dare voce alle coscienze digitali.

Credit: Indici Opponibili

Già dalla schermata iniziale è chiaro l’intento ironico del videogioco: “Salvate la forza lavoro dalla non produttività! Superate i vari livelli e schivate la resistenza se non volete ‘davvero’ rovesciare il sistema. Bevete olio per motori, parlate con il barista robot, prendete coscienza del senso della vita e cambiate il mondo - o almeno cambiate voi stessi.”

Big-Sad Fall Assistants è un format leggero, divertente (a tratti ripetitivo e macabro), innovativo perché capace di rendere leggero il mondo del lavoro iper-produttivo. E lo fa utilizzato concetti solitamente estranei al mondo del gaming, mimando di fatto una realtà lavorativa da cui le persone vorrebbero fuggire.

L’idea è nata da un desiderio dei soci della cooperativa alla fine di una riunione dell’assemblea; ciò che ne è venuto fuori è un prodotto originale e una narrazione che obbliga a riflettere riguardo la centralità, spesso negativa, del nostro lavoro.

È difficile immaginarsi, soprattutto in un momento di crisi economica, un sistema che si occupi anche dello stress dei lavoratori; per questo le conseguenze di un carico eccessivo o di un ambiente professionale soffocante sono percepite come questioni personali, che il singolo deve risolvere in autonomia, senza gravare sulla produttività. Tanto è vero che, nonostante siano stati fatti alcuni passi avanti dell’Oms, a oggi il burnout non è riconosciuto dall’Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro): molte realtà sindacali e di assistenza auspicano l’inserimento di questa sindrome tra i disturbi psichici da costrittività lavorativa.

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