Diritti

Calciatrici: lo spot francese contro gli stereotipi di genere

Alla vigilia dei Mondiali di calcio femminile, la società Orange ha realizzato un video per celebrare le gesta delle atlete… camuffate da uomini. L’obiettivo: superare lo stigma sociale e il pregiudizio
Credit: EPA/JAMES ROSS AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
19 luglio 2023 Aggiornato alle 19:00

Inizieranno domani, con la sfida tra le padrone di casa della Nuova Zelanda e la Norvegia, i Mondiali di calcio femminile. Mentre sale l’attesa per le Azzurre, che debutteranno il 24 luglio contro l’Argentina, che già da alcuni giorni appaiono in tv grazie a uno spot Tim che mira ad abbattere gli stereotipi di genere nello sport, un altro video pubblicitario fa parlare, positivamente, di sé.

A realizzarlo è stata la società di telecomunicazione francese Orange, che ha puntato sulla tecnologia per sfatare uno dei pregiudizi più duri a morire: il fatto che la versione femminile di questa disciplina sia nettamente meno spettacolare di quella maschile.

Lo spot mostra una in fila all’altra una lunga serie di azioni sorprendenti e gol incredibili della nazionale maschile francese. Supportati dai tifosi al grido di Alè Les Bleu (nome che identifica la nazionale maschile), arrivano i colpi da maestro delle stelle più splendenti come Kylian Mbappe e Antoine Griezmann.

Ma è davvero così? Assolutamente no e il video lo svela più o meno a metà, quando le immagini lasciano il posto a un messaggio che getta un dubbio ma non svela ancora l’arcano: “solo Les Blues possono regalarci queste emozioni. Ma non sono quelli che hai appena visto”.

A quel punto il filmato si riavvolge e viene mostrato che a compiere i colpi di tacco, le rovesciate e le punizioni appena ammirate non sono stati gli idoli della nazionale maschile ma Sakina Karchaoui, Selma Bacha e altre calciatrici del team femminile, soprannominate Les Bleues.

A trasformare queste azioni, un sapiente lavoro di editing video fatto sfruttando l’intelligenza artificiale con la quale sono stati costruiti deep fake dei volti e dei corpi dei calciatori più noti, sovrapposti poi alle figure delle calciatrici realmente protagoniste di quelle azioni. L’obiettivo, ampiamente raggiunto, era di dimostrare l’eccellenza dei servizi visivi offerti dall’azienda e, allo stesso tempo, come talento e tecnica possano appartenere a tutti, indipendentemente dal genere.

Un tentativo di dare un calcio allo scetticismo che aleggia attorno alle calciatrici, seppur con sfumature e intensità diverse, quasi in ogni parte del globo. Fanno eccezione Paesi come Stati Uniti o Germania, dove i campionati femminili attirano un numero di tifosi e tifose pari o quasi rispetto a quelli maschili; non vale lo stesso discorso per l’Italia, che 1 anno fa ha riconosciuto lo status di professioniste delle atlete di serie A (solo loro, le serie inferiori risultano ancora dilettanti). Nonostante le bambine che sognano di calcare l’erba degli stadi siano sempre di più e 1 donna su 3 si dichiari appassionata di calcio, da noi la situazione, soprattutto a livello istituzionale, evolve lentamente.

Colpa dello stigma sociale e del pregiudizio, soprattutto maschile, della mancanza di spettacolarità di partite con in campo ragazze e non ragazzi. Una tesi che però lo spot francese ha rimandato al mittente, nella speranza che con il passare degli anni di certe, ovvie, spiegazioni, non ci sia più bisogno.

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