Diritti

Usa: lo scandalo sessuale che ha travolto il calcio femminile

L’indagine indipendente denuncia pratiche “sistemiche e diffuse” ignorate per non rovinare la reputazione degli allenatori
I Portland Thorns e gli Houston Dash hanno sospeso la loro partita per onorare le sopravvissute agli abusi sessuali e protestare contro la gestione delle denunce da parte della League
I Portland Thorns e gli Houston Dash hanno sospeso la loro partita per onorare le sopravvissute agli abusi sessuali e protestare contro la gestione delle denunce da parte della League Credit: Soobum Im/USA Today Sports, via Reuters
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
5 ottobre 2022 Aggiornato alle 07:00

Mentre dalle nostre parti fa notizia Maria Sole Caputi, la prima donna ad arbitrare una partita di serie A tutta al maschile, gli Stati Uniti vengono travolti da uno dei più grandi scandali sportivi del Paese.

L’indagine condotta dall’ex procuratrice generale Usa Sally Q. Yates ha scoperchiato il vaso di Pandora del calcio professionistico femminile americano: si parla di abusi e aggressioni sessuali ai danni delle giocatrici del principale campionato professionistico di calcio femminile americano, la National Women Soccer League.

Dall’inchiesta, pubblicata il 3 ottobre dalla Us Soccer Federation, l’organo ufficiale di regolamentazione e di governo dell’attività calcistica degli Stati Uniti d’America, emerge una pratica “sistemica” e “diffusa” tra i livelli più alti del calcio professionistico femminile, con istituzioni e dirigenti delle squadre che hanno ignorato le denunce per non punire gli allenatori che avevano molestato le calciatrici. Lo hanno testimoniato più di 200 persone, tra cui allenatori, proprietari, dipendenti e più di 100 giocatrici di 11 squadre attuali ed ex.

Nelle 172 pagine di rapporto – figurano anche altri 200 fogli, tra note e allegati - sono citati alcuni tra i più famosi allenatori del settore che, come spiega il Washington Post, sono stati oggetto di numerose accuse di cattiva condotta sessuale, comprese alcune che in passato non erano state rese pubbliche.

In una chiamata con i giornalisti, Yates ha spiegato che «i giocatori hanno ripetutamente espresso le loro preoccupazioni ma le squadre, la lega e la federazione hanno minimizzato le denunce o le hanno ignorate del tutto». Secondo la procuratrice assunta dalla Us Soccer lo scorso anno per indagare, sembrava che i funzionari «dessero priorità alle preoccupazioni relative all’esposizione legale alle controversie da parte degli allenatori e al rischio di attirare l’attenzione negativa, piuttosto che alla sicurezza delle giocatrici». E, quando le accuse venivano approfondite e prese sul serio, agli allenatori veniva concesso di cambiare squadra.

Come spiega il New York Times, le accuse si concentrano in particolare su 3 allenatori: Christy Holly, Paul Riley e Rory Dames. Il primo, licenziato dal Racing Louisville Football Club l’anno scorso, senza una spiegazione esaustiva, aveva abusato in occasioni diverse di alcune giocatrici dopo averle invitate a casa sua per guardare i filmati delle partite. Le pagine sulla sua cattiva condotta sessuale sono circa una trentina.

A Riley e Dames sono dedicate una quarantina di pagine a testa. “L’abuso di Paul Riley è stato prolungato e ad ampio raggio”, spiega il rapporto. “Ha riguardato più campionati, squadre e giocatrici. Comprendeva cattiva condotta emotiva e sessuale e abuso di potere”. L’anno scorso era stato licenziato dal North Carolina Courage. Dames, invece, si era dimesso dai Chicago Red Stars dopo aver allenato anche in una squadra di calcio giovanile di Chicago.

Il rapporto afferma che “gli abusi nella NWSL sono radicati in una cultura più profonda del calcio femminile, a partire dalle leghe giovanili, che normalizza l’allenamento verbalmente offensivo e offusca i confini tra allenatori e giocatrici. L’abuso verbale ed emotivo che le giocatrici descrivono nella NWSL non è semplicemente un coaching duro”.

Nelle raccomandazioni finali, l’indagine chiede che la NWSL controlli i propri mister e indaghi sulle accuse di cattiva condotta, anziché ignorarle o nasconderle sotto il tappeto. La US Soccer ha dichiarato che lavorerà per implementare i suggerimenti contenuti nel rapporto: “L’abuso descritto è imperdonabile e non ha spazio in nessun campo di gioco, in nessuna struttura di formazione o luogo di lavoro”, ha scritto Cindy Parlow Cone, presidente di US Soccer ed ex giocatrice della squadra nazionale femminile degli Stati Uniti. Il report insiste su un aspetto, in particolare: le squadre dovrebbero poter rivelare episodi simili alle leghe per garantire che gli allenatori non possano spostarsi liberamente da una all’altra. O il problema si sposterà con loro.

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