Economia

Ddl affitti brevi: cosa prevede?

Pronta la bozza del disegno di legge: il pernottamento dovrà essere minimo di 2 notti consecutive; obbligo anche di esporre un codice identificativo nazionale. Obiettivo: combattere l’eccessiva turistificazione
Credit: Airbnb
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6 giugno 2023 Aggiornato alle 15:00

In arrivo la stretta del Governo Meloni su Airbnb, una delle piattaforme principali per la ricerca e l’affitto di case o camere. È pronta la bozza del disegno di legge sul tavolo della Ministra del Turismo, Daniela Santanchè, si procederà poi con l’iter in Parlamento.

Cosa prevede il Ddl? Stop agli affitti brevi: l’affitto minimo, infatti, sarà di 2 notti nei centri storici delle grandi città e nei Comuni turistici (per un totale di 14 Comuni metropolitani, ovvero Roma, Napoli, Milano, Torino, Bari, Palermo, Catania, Firenze, Venezia, Bologna, Genova, Cagliari, Messina e Reggio Calabria, e circa 950 Comuni turistici). Non sono coinvolti i Comuni a bassa densità turistica con un numero di abitanti inferiore a 5.000 e le famiglie numerose, con almeno 1 genitore e 3 figli.

Il secondo punto del Ddl riguarda l’obbligo di assegnare un Codice Identificativo Nazionale (Cin) per ogni appartamento e da esporre pubblicamente sui siti di annunci online, al fine di incrementare la trasparenza ed evitare gli affitti in nero. Pena: multa fino ai 5.000 euro per chi non possiede il codice.

L’ultimo punto riguarda, invece, la dichiarazione di inizio attività: deve essere presentata obbligatoriamente da coloro che affittano più di 4 appartamenti e, quindi, svolge l’affitto in forma imprenditoriale. A ciascun affitto turistico sarà, poi, assegnato uno specifico codice Ateco (codice attività economiche) così da monitorare il tutto.

L’obiettivo del disegno di legge è chiaro: cercare di combattere il rischio di un turismo sovradimensionato e, al tempo stesso, salvaguardare i centri storici ed evitarne lo spopolamento. Se, da un lato, il Ddl va incontro alle richieste degli albergatori (Federalberghi chiedeva a gran voce una limitazione sui soggiorni inferiori a 3 giorni consecutivi), dall’altro si scontra con le richieste dei sindaci.

Nonostante questo, anche Federalberghi manifesta l’insoddisfazione per il Ddl. Il Presidente Giuseppe Roscioli, infatti, lo ritiene «incapace di incidere concretamente sul problema della concorrenza sleale e dell’abusivismo che inquinano il mercato» obbligando, di fatto, i turisti a recarsi in albergo o a cercare altre soluzioni.

Dall’altra parte abbiamo i sindaci delle grandi città che avevano chiesto dei provvedimenti, come per esempio la riduzione a 120 giorni all’anno per gli affitti brevi, al fine di affrontare l’emergenza abitativa che tra studenti fuori sede, caro affitti e un numero sempre più alto di persone che fa fatica a comprare casa nei centri delle città, sta diventando un problema insostenibile. Così facendo, però, non si pone alcun limite alle proprietà poste in affitto.

Critiche anche per la questione economica: secondo Marco Celani, Presidente dell’Associazione italiana gestori e affitti brevi (Aigab), il peso dei soggiorni di una sola notte è di circa il 5% del totale. Quindi, spiega a Il Sole 24 Ore, «l’impatto economico di questa misura è sicuramente depressivo ipotizzando che solo una parte verrà recuperata dal mondo alberghiero e una parte si trasformerà in allungamento di pernotti altrove o in nero».

A tutto ciò, si aggiunge anche un’altra questione: «anche per le famiglie numerose sarà difficile pernottare una notte - aggiunge Celani - dal momento che, chi si adeguerà alla normativa applicherà un minimum stay di 2 notti e sul mercato non si dovrebbero più trovare la possibilità di soggiornare 2 notti perché nessuno potrà, anche per motivi di privacy, verificare la consistenza dei nuclei familiari».

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