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I sindaci italiani contro il modello Airbnb

Gli assessori di 11 città italiane si sono riuniti a Bologna per «un’alleanza municipalista per una politica nazionale sulla casa». Primo obiettivo: regolamentare il far west degli affitti brevi, come a Venezia. Ma non solo
Credit: AXP Photography
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11 aprile 2023 Aggiornato alle 21:00

Un’alleanza municipalista per una politica nazionale sulla casa”.

È il titolo della tavola rotonda che si è tenuta il 6 aprile presso lo Iaad (Istituto d’Arte Applicata e Design) di Bologna alla presenza di assessori e assessore alla Casa di 11 città italiane.

Oltre al capoluogo dell’Emilia Romagna anche Firenze, Padova, Parma, Verona, Lodi, Napoli, Milano, Bergamo, Torino e Roma, riunite insieme all’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per discutere delle priorità in tema di politiche per la casa e di emergenza abitativa.

«Negli ultimi venti anni, un progressivo processo di regionalizzazione delle politiche sulla casa ha determinato una frammentazione delle politiche per la casa e in particolare dell’edilizia residenziale pubblica», hanno spiegato gli assessori.

«Basti solo accennare ad alcuni fenomeni emergenti che accomunano molte di queste città di medie e grandi dimensioni: dagli affitti brevi per uso turistico, che stanno progressivamente impattando sull’intero sistema abitativo, alla comunità degli studenti universitari fuori sede che spesso vedono negato il loro diritto all’istruzione superiore perché i costi dell’abitare sono insostenibili», aggiungono.

«E per finire – concludono – la paradossale e troppo lunga vicenda degli immobili dismessi di proprietà di enti statali o parastatali – autentici buchi neri nelle città – o le esigenze dei cittadini migranti, o fruenti di protezione internazionale, che vengono scaricate sui comuni».

Prima della tavola rotonda, la rete Alta tensione abitativa ha presentato un’iniziativa di legge sulla regolazione degli affetti brevi turistici. La proposta, articolata in 6 punti, prevede nello specifico di limitare gli immobili dati in locazione breve, evitando la concentrazione eccessiva nelle mani di un singolo soggetto e garantendo ai comuni un certo grado di libertà nella gestione delle autorizzazioni.

La regolamentazione delle piattaforme turistiche è anche uno dei 5 punti di convergenza delle 11 città riunite a Bologna in un documento che gli assessori intendono trasformare in una proposta per il governo.

«I sindaci non hanno gli strumenti per affrontare il problema. Serve una legge a livello nazionale per colmare un vuoto normativo», ha commentato il primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore, intervistato dal gruppo QN Quotidiano Nazionale.

Tra le altre proposte quella di una legge quadro sull’edilizia residenziale pubblica che riconosca il diritto alla casa tra i livelli essenziali di assistenza e l’assegnazione gratuita ai Comuni degli immobili (aree ed edifici) di enti statali o parastatali inutilizzati.

Ma anche il rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e del Fondo per la morosità incolpevole e una misura nazionale che riconosca strutturalmente l’emergenza abitativa come fragilità cui dedicare interventi e risorse.

A luglio dell’anno scorso, con l’approvazione definitiva del Dl aiuti, Venezia è diventata la prima città d’Italia a poter stabilire i limiti massimi e i presupposti per la destinazione degli immobili residenziali ad attività di locazione breve “con particolare riguardo al centro storico e alle isole”.

«Sono dell’idea che se un proprietario vuole affittare casa per periodi brevi possa farlo massimo per 120 giorni», ha dichiarato intervistato a marzo il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

Una limitazione che ha trovato d’accordo il collega Beppe Sala: «Vogliamo che anche a Milano sia consentita questa possibilità, in modo da poter regolamentare un’offerta che è arrivata ormai a 15.000 appartamenti, il doppio di quelli pianificati in edilizia convenzionata», ha sottolineato Sala.

Nel suo intervento al Forum dell’Abitare che si è svolto a marzo, il sindaco di Milano ci ha tenuto a precisare: «Non vogliamo metterci contro il piccolo proprietario che ha un singolo appartamento da 50 metri quadrati, però un po’ di regolamentazione va fatta».

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