Bambini

A Venezia nasce l’Asilo della Laguna

Grazie alla collaborazione tra Unesco e Gruppo Prada, da settembre due scuole materne “studieranno” nei luoghi simbolo della città. Per cogliere la connessione tra uomo e natura
Burano
Burano Credit: Annie Spratt/unsplash
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
14 maggio 2022 Aggiornato alle 15:00

Diffondere la conoscenza dei segreti e delle meraviglie della laguna di Venezia grazie a un contatto diretto con gli ecosistemi della Serenissima che inizia tra i banchi di scuola.

Il progetto, ora nella sua fase pilota, si chiama Asilo della Laguna e, da settembre, vedrà impegnate due classi materne della città in una interazione a stretto contatto con la natura, tra le isole di Sant’Erasmo, conosciuta come l’isola dell’orto - è qui che si coltiva il celebre carciofo, presidio slow-food - ma anche Torcello e Lido. Non sarà però escluso il centro città.

«Si tratta di un elemento fondamentale - specifica Santoro - Stiamo ragionando con le biblioteche locali per far acquistare libri che possano entrare nel progetto nella sua parte indoor. Con le associazioni urbane, vogliamo potenziare il concetto di outdoor education, per assicurare ai bambini una scuola aperta e in connessione con la comunità».

L’idea, nata da Francesca Santoro, coordinatrice Unesco del programma internazionale di educazione all’oceano, nasce 3 anni fa, guardando proprio agli esempi outdoor education, tanto diffusi in Nord Europa quanto poco sviluppati nel Sud.

«Il concetto - ha spiegato Santoro ai nostri microfoni - è portare, regolarmente, i bambini ad apprendere all’aperto. Facendoli familiarizzare con il mondo che li circonda, prendendo spunto dalla natura per affrontare i grandi temi della contemporaneità». Una proposta che, però, non deve essere confusa con quella della gita, sporadica ed estemporanea.

Diversi studi scientifici, suggerisce Santoro, raccontano che anche gli insegnanti beneficiano dell’attività didattica fuori porta, che incentiva il benessere fisico e mentale.

«La laguna di Venezia è un luogo ideale, perché offre tutta una serie di metafore, come ambiente di connessione tra terra e mare, un luogo estremamente simbolico di contatto tra esseri umani e ambiente naturale. È una storia di centinaia di anni in cui le persone che hanno abitato qui si sono adattate e unite indissolubilmente all’ambiente in cui vivevano, trasformandolo ma in modo sostenibile».

In Italia esistono esperienze didattiche simili, come gli “asili del bosco” o quello del mare, a Ostia. A questi Francesca si è ispirata, decidendo di parlarne con Gruppo Prada, con cui come Unesco collabora da qualche anno al progetto Sea Beyond, iniziativa per diffondere l’educazione all’oceano. «L’idea è stata da subito molto apprezzata. Avendo poi loro una sede proprio nella Serenissima, la proposta non ha avuto difficoltà a radicarsi».

«Con Asilo in Laguna abbiamo creato un comitato scientifico, coinvolgendo ecologi della laguna, pedagogisti ed esperti di outdoor education».

Questo gruppo di specialisti sta sviluppando un programma didattico, per stabilire date e destinazioni delle uscite, con un percorso lungo tutto l’anno. Il tema centrale è l’interconnessione tra terra e mare, per sottolineare quanto l’intero Pianeta sia, alla fine, un unico luogo. Dove ambiente e salute sono interdipendenti.

«Utilizzeremo la laguna di Venezia per prendere spunto e parlare ai bambini. Vista la loro giovane età, dai 3 ai 6 anni, molto sarà basato sull’osservazione della flora e fauna veneziana. Parleremo anche di attività economiche, spiegando che è possibile praticare la pesca in modo sostenibile, seguendo i cicli della natura. Faremo osservare loro come si svolge il trasporto a Venezia, iniziandoli alla tradizione marinara».

In tutto questo, gli educatori non saranno lasciati a loro stessi. «Li aiuteremo a collegare le lezioni outdoor e indoor: prepareremo dei corsi di formazione a hoc».

Il 27 e 28 maggio Unesco e Fondazione Prada si incontreranno con il comitato scientifico per finalizzare il programma scolastico. Una volta confezionato, verrà presentato alle scuole materne di Venezia, per poi capire quali intenderanno aderire al progetto.

«Selezioneremo non più di due scuole - d’altra parte si tratta di un progetto pilota - e lavoreremo con dei facilitatori, che si occuperanno di organizzare la parte outdoor».

Immaginando una giornata tipo, i bambini verranno radunati e accompagnati con un vaporetto, spingendoli già in quel momento a ragionare sul tipo di trasporto pensato specificatamente per la Serenissima e sul suo impatto sull’ambiente. Dopodiché, l’esplorazione della laguna e le attività di osservazione della flora, fauna, e della morfologia del territorio.

«Li impegneremo in un’attività chiamata frattage, che consiste in applicare dei fogli su alberi e altri elementi naturali per riproporne le figure e i contorni, familiarizzando con le forme della natura. Ritornati in classe, chiederemo loro cosa si ricordano.

Il sogno di Francesca Santoro sarebbe di espandere questo progetto, creando una rete di tutte le lagune del Mediterraneo. «Questa iniziativa non si fermerà a Venezia».

«Ciò che tengo a far capire è che questo progetto confluisce in una più grande riflessione sulla scuola del futuro. Attiveremo un monitoraggio scientifico del prima e dopo. Individueremo degli indicatori scientifici per dimostrare scientificamente che queste iniziative fanno bene agli studenti, agli insegnanti. E alla società».

Leggi anche
Infrastrutture
di Riccardo Liguori 3 min lettura
Diritti
di Redazione 2 min lettura