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Da Popolo della Libertà a FdI: chi è Daniela Santanchè?

Nata Garnero, ha adottato e mantiene tuttora il cognome dall’ex marito chirurgo plastico. Piemontese, imprenditrice, fashion addicted. Biografia della nuova ministra del Turismo
Daniela Santanchè al giuramento al Quirinale del nuovo Governo
Daniela Santanchè al giuramento al Quirinale del nuovo Governo Credit: ANSA / ANGELO CARCONI
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25 ottobre 2022 Aggiornato alle 20:00

Daniela Santanchè, oggi ministra del Turismo, da anni è sulla scena politica italiana dove ha infiammato più volte il dibattito.

Classe 1961, Daniela Garnero (il cognome lo ha acquisito dall’ex marito Paolo Santanchè) nasce e cresce a Cuneo in una famiglia di imprenditori. Terminato il liceo si trasferisce a Torino dove si laurea in Scienze politiche nel 1983. La sua vita si divide tra 2 mondi: la carriera imprenditoriale (è stata attiva nel settore pubblicitario ed è socia del locale Twiga insieme a Flavio Briatore) e l’impegno politico, che inizia nel 1995 a fianco a Ignazio La Russa, esponente di spicco di Alleanza nazionale.

Nel 2000 contatta il leader di Italia dei valori e storico avversario di Berlusconi, Antonio Di Pietro, per fondare un partito insieme. Neanche un anno e Santanchè viene eletta alla Camera nelle file di An (Alleanza Nazionale), alleata di Forza Italia, proprio il movimento politico di Silvio Berlusconi. Ormai libera dai dubbi dipietristi, Santanchè viene rieletta anche nel 2006. Durante questa legislatura è promotrice della cosiddetta pornotax, una misura inserita nella Finanziaria del 2006 che prevede un’addizionale sulle imposte del 25% a carico di chi produce reddito attraverso le attività pornografiche.

Scrive un libro sull’Islam - sui diritti negati alle donne musulmane - per poi battersi contro l’uso del velo in Italia. Posizioni spesso estreme che le attirano critiche dal suo stesso partito, ma anche minacce da parte degli estremisti islamici tanto che il Viminale decide di assegnarle la scorta.

Nel frattempo An si è fusa con Forza Italia ed è nato il Pdl (Popolo della Libertà), guidato sempre da Berlusconi. Santanchè si fa notare per essere una sua irriducibile sostenitrice, come quando nel 2010 difende l’allora premier reo di avere detto: «Meglio essere appassionati di belle ragazze che di gay». Secondo l’imprenditrice, la dichiarazione di Berlusconi non avrebbe nulla di scandaloso anzi: «Sono certa che tutti i genitori italiani sperano di avere figli eterosessuali. Non trovo che ci sia nulla di sconcertante nel ragionamento del premier».

Stesso discorso quando scoppia lo scandalo con al centro Nicole Minetti, accusata di essere diventata consigliera regionale in Lombardia grazie a una relazione speciale con Berlusconi. Santanchè la paragona a Nilde Iotti, compagna dell’ex segretario del Pci e prima presidente donna della Camera: «Nessuna delle due ha vinto un concorso, ma hanno fatto ugualmente carriera. Come mai?».

Arriva il 2011 e la crisi economica travolge il governo Berlusconi che viene sostituito dall’esecutivo tecnico guidato da Mario Monti. Santanchè vive a disagio la situazione interna al suo partito e l’anno successivo non si risparmia, accusando il suo blocco dirigente di essere “un cancro”.

Con questo “cancro” l’esponente politica vivrà ancora per 5 anni per poi passare nel 2017 nelle fila di Fratelli d’Italia. «Sono tornata a casa - dichiara, per poi aggiungere - Qui c’è una grande novità e per la prima volta nella storia della Repubblica abbiamo la possibilità che una donna possa fare il premier». Desiderio esaudito

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