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Oggi è la giornata dell’Europa: perché festeggiarla?

Per Arianna Podestà, portavoce Commissione Ue intervistata da La Svolta, l’Europe Day «è l’occasione per ricordare i traguardi che hanno portato al superamento di visioni diverse e al raggiungimento di obiettivi comuni»
Credit: Henri Lajarrige Lombard
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9 maggio 2023 Aggiornato alle 13:00

Tutti i giorni, a mezzogiorno in punto, le luci della sala stampa del Berlaymont si accendono sui 3 podi più conosciuti di tutta Bruxelles: è il Midday briefing, la riunione di mezzogiorno, il momento in cui i portavoce della Commissione europea rispondono alle domande della stampa internazionale. Tra loro, c’è Arianna Podestà. Milanese di nascita ed europea di formazione, è portavoce della Commissione Ue.

«Il mio compito è rappresentare la posizione ufficiale della Commissione sui diversi temi - ha spiegato a La Svolta - Tutti i giorni sono in contatto con i giornalisti e rispondo alle loro domande. Il mio ambito è relativo alla concorrenza (antitrust e cartelli, fusioni e acquisizioni, aiuti di Stato), oltre che Eurostat (l’ufficio statistico dell’Ue). Sono anche coordinatrice dei portavoce che seguono le tematiche economiche, per cui spesso seguo anche altri argomenti, tra cui il Pnrr, le materie fiscali, le tematiche bancarie e le sanzioni».

Dopo una formazione classica, Podestà ha proseguito gli studi all’Università Bocconi con una laurea triennale che l’ha portata per un periodo a vivere ad Hong Kong. È poi volata alla London School of Economics and Political Science - Lse e, in seguito, a Parigi dove ha conseguito una laurea in Comunità Europea delle Scuole di Management presso l’Hec. A coronare il periodo accademico, un dottorato all’Università Cattolica.

«Negli ultimi mesi del dottorato ho partecipato a uno stage presso l’unità di relazioni inter-istituzionali del Parlamento europeo. Essendo cresciuta con la passione per il progetto dell’Unione europea, dopo questa prima esperienza ho partecipato al concorso per diventare funzionari. Da lì, nel 2015, ho cominciato a lavorare nel direttorato Concorrenza della Commissione europea, coprendo nel tempo diversi ruoli», ha raccontato.

Cosa significa essere portavoce della Commissione Ue?

Grazie al mio lavoro, approfondisco e racconto temi di grande impatto per la vita quotidiana di tutti gli europei, spiegando il perché di scelte e proposte, fornendo chiarimenti e spiegando l’impegno della Commissione su varie tematiche. Che si tratti di sostenibilità, digitalizzazione, ma anche dell’impegno nel supportare l’Ucraina in questo momento così difficile. Tutto ciò declinato a volte in realtà di dimensione europea, altre volte di dimensione nazionale per i 27 Paesi che compongono la nostra Unione.

Sei l’unica donna a ricoprire il ruolo di coordinatrice di portavoce alla Commissione. Rappresenti un esempio per molte ragazze che vogliono intraprendere questo percorso. Hai dei consigli da dare loro?

Ognuno ha il proprio carattere e i propri interessi. Se potessi dare qualche consiglio, direi che serve tanto impegno e tanto, tanto, tanto lavoro. Bisogna mettere entusiasmo in qualsiasi piccolo o grande incarico ricevuto, con tenacia e perseveranza. Per mia esperienza, dobbiamo essere le prime a credere in noi stesse, essere positive, imparando dagli errori senza lasciare che ci blocchino all’occasione successiva.

Ultimo consiglio: scopriamo cosa ci appassiona solo facendo. In poche parole, lanciarsi senza paura in qualsiasi sfida che sembri meritevole del proprio tempo: se non sarà la strada giusta rappresenterà comunque un’occasione di crescita che porterà all’avventura successiva.

Al di là del tuo lavoro, quanto ha inciso su di te l’Unione europea?

Mi sono sempre sentita milanese, lombarda, italiana e, allo stesso tempo, completamente europea. Ho avuto la fortuna di vivere in un’epoca in cui i cittadini Ue possono viaggiare, studiare e lavorare, liberamente, al di là dei confini nazionali. Protetti da un comune valore dei diritti fondamentali, all’interno di un quadro legislativo coordinato tra i diversi Paesi. Negli anni, ho avuto l’opportunità di conoscere e vivere la storia e il presente di molti di questi Stati, ritrovandoli spesso vicini e fratelli nei valori di democrazia e libertà, nell’opportunità di crescita comune e negli aspetti culturali, sociali e umani. Tutto questo mi ha anche portato amicizie, relazioni e conoscenze che mi hanno fatto sentire partecipe di un progetto che va ben al di là delle istituzioni che ci guidano, ma che fa parte della nostra quotidianità e della nostra vita.

Oggi è la Giornata dell’Europa. Cosa significa per te questa ricorrenza?

È un’occasione per ricordarci di tutte le grandi conquiste della nostra Unione, che nei decenni ci ha portato al superamento di tante visioni diverse e al raggiungimento di tanti obiettivi comuni, pur nel riconoscimento e nel rispetto delle specificità dei diversi Paesi. Tra i grandi risultati, il nostro Mercato Unico, motore economico dell’Unione, che consente a merci, servizi, capitali e persone di circolare liberamente. Come anche l’euro che fornisce stabilità ai nostri mercati; l’area Schengen che ci consente di spostarci senza confini tra tanti Paesi europei; il progetto Erasmus, che ha dato e continua a dare la possibilità a tanti studenti di vivere esperienze di studio e di crescita fuori dal proprio Paese. Ma anche altri risultati più recenti, come l’abolizione delle norme sul roaming.

Il tuo percorso di vita lega fortemente l’Italia all’Unione europea: se dovessi mandare un messaggio a chi nutre dubbi sull’Ue quale sarebbe?

L’Unione europea nasce come progetto di pace, di condivisione di valori e di benessere economico. Ci dà accesso a un mercato tra i più grandi e importanti al mondo, il Mercato Unico, che offre alle imprese e ai consumatori europei possibilità di crescita, scelta, protezione, ed equità. Penso che una corretta informazione sui temi di competenza dell’Unione europea sia necessaria per poter pienamente valutare il contributo dell’Ue alla nostra vita quotidiana.

Ripercorrendo questi oltre 70 anni di storia europea e valutando la crescita economica, sociale e umana di tutti gli Stati membri, si ha la riprova di quanto l’integrazione europea abbia saputo garantire ai propri cittadini. Un contributo su tutti: i Paesi non avevano mai vissuto un periodo di pace e stabilità così lungo nella loro storia. E l’impegno dell’Unione nel difendere i diritti sociali e umani, e nel supportare tutti i cittadini va ben oltre i propri confini, garantendo aiuti e sostegno allo sviluppo per milioni di persone in tutto il mondo.

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