Ambiente

Europa: ma che caldo fa?

Negli ultimi 30 anni le temperature sono aumentate più del doppio rispetto alle altre regioni del Pianeta, come spiega il nuovo rapporto della World Meteorological Organization
Credit: Anais Boileu. Dalla serie “Plein Soleil”
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4 novembre 2022 Aggiornato alle 16:00

Le anomalie meteorologiche osservate nel mese di ottobre in Europa continuano a destare forti preoccupazioni, con numerosi record superati nelle ultime settimane e un autunno/inverno che promettono di essere fra i più caldi di sempre.

A conferma dei trend climatici negativi in corso, è stato pubblicato il report Temperatures in Europe increase more than twice global average da parte della World Meteorological Organization (Wmo), in collaborazione il Copernicus Climate Change Service dell’Unione Europea, che denuncia il fatto che le temperature nel continente europeo sono aumentate più del doppio rispetto alla media delle altre zone del Pianeta negli ultimi 30 anni.

«L’Europa presenta un quadro vivente di un mondo in surriscaldamento e ci ricorda che anche le società ben attrezzate non sono al sicuro dagli impatti di eventi meteorologici estremi. Quest’anno, come nel 2021, gran parte dell’Europa è stata colpita da estese ondate di caldo e siccità, che hanno alimentato gli incendi. Inondazioni eccezionali hanno causato morte e devastazione», ha dichiarato il Segretario generale della Wmo, il Prof. Petteri Taalas.

Fra il 1991 e il 2021 le temperature sono aumentate a un rateo di +0,5 gradi per ogni decennio. A causa di questi repentini incrementi, i ghiacciai alpini hanno perso circa 30 metri del loro spessore dal 1997 al 2021, mentre i ghiacci della Groenlandia stanno contribuendo all’innalzamento dei mari. Per la prima volta, poi, si è vista la pioggia nel punto più alto del territorio groenlandese.

Nell’anno 2021 si sono verificati eventi estremi multipli, di cui l’84% sono allagamenti e bufere, che hanno colpito più di mezzo milione di persone con danni economici per 50 miliardi di dollari.

L’Europa è al centro della crisi climatica-ambientale rispetto ad altre parti del mondo a causa della sua posizione a nord del Pianeta, con una vasta parte di terra che si sta scaldando molto più rapidamente delle zone marine. Inoltre, lo studio scientifico pubblicato su Nature Communications (Accelerated western European heatwave trends linked to more-persistent double jets over Eurasia) mostra come il continente sia un hotspot per le ondate di calore a causa - in parte - di 2 potenti correnti a getto.

Nonostante queste problematiche, gli Stati europei dispongono di molteplici risorse e sono stati in grado di contenere i danni peggiori con sistemi di protezione e avvertimento in grado di salvaguardare il 75% della popolazione. Inoltre, hanno avviato anche diversi piani di decarbonizzazione che hanno ridotto le emissioni di gas alteranti del 31% fra il 1990 e il 2020.

«La società europea è vulnerabile alla variabilità e al cambiamento del clima, ma l’Europa è anche in prima linea nello sforzo internazionale per mitigare il cambiamento climatico e sviluppare soluzioni innovative per adattarsi al nuovo clima con cui gli europei dovranno convivere», ha affermato il Dott. Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, European Centre of Medium-range Weather Forecasts (Ecmwf).

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