Economia

Pnrr Sud Italia: il 37% degli enti considera “agevoli” le procedure

Nel Centro Nord, invece, il dato è del 43%. Preoccupano i lunghi tempi di attesa e la carenza di organico, che potrebbero rallentare gli investimenti. L’indagine dello Svimez
Credit: Antonino Cicero
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3 maggio 2023 Aggiornato alle 13:00

Pronti ad accogliere l’opportunità dei bandi del Pnrr ma frenati dalle procedure di partecipazione considerate “troppo complesse”: questa è la situazione in cui si trovano i Comuni del Sud Italia.

Solo il 37% degli enti del Meridione giudicano le procedure agevoli o molto agevoli, contro il 43% di quelli del Centro Nord. È quanto riporta l’indagine dello Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) nel documento I Comuni alla prova del Pnrr. Tra tempi biblici per la realizzazione di un’infrastruttura sociale, carenza di organico e mancato rafforzamento e deficit di capacità amministrativa, c’è il rischio di allungare i tempi di “messa a terra” degli investimenti, soprattutto al Sud.

La fase “ascendente” di programmazione e allocazione delle risorse del Next Generation Eu Italia si è conclusa; ora, gli enti locali dovranno concentrarsi sull’affidamento dei lavori e l’apertura dei cantieri, da chiudere entro il 2026. Non sembrano, però, molto attrezzati; non a caso, nei mesi scorsi il Governo ha aperto alla possibilità di inserire nuovi dirigenti e stabilizzare i tecnici assunti a tempo determinato per l’attuazione del Pnrr e delle politiche di coesione.

Ma ciò non basta. Gli interventi devono essere ulteriormente potenziati con il rafforzamento degli organici e le competenze tecniche interne dei quadri intermedi.

La fotografia scattata dallo Svimez parla chiaro: solo 3 Comuni del Centro-Nord su 10 hanno una conoscenza generale dei bandi “parziale”. Nel Mezzogiorno, 4 su 10. In generale, il 40% degli enti locali ha fatto ricorso a consulenze esterne per la partecipazione ai bandi. Ma c’è un fattore positivo: la collaborazione. Nel Meridione il 43% ha sfruttato il network relazionale locale per stringere partnership utili all’adesione dei bandi con altri Comuni limitrofi.

A peggiorare la già critica situazione, il divario tra tempi previsti e tempi effettivi di realizzazione di un’infrastruttura sociale, problema che da anni attanaglia il Sud. Un fattore che potrebbe incedere nel rispetto delle stringenti tempistiche del Pnrr. La capacità di rispetto dei cronoprogrammi dei Comuni del Meridione è molto più deludente che nel resto d’Italia. I tempi di “sforamento” per il completamento delle opere raggiungono gli 8 mesi (251 giorni), contro i 4 della media nazionale (122 giorni).

Tra i fattori che incidono maggiormente, la carenza di organico. La riduzione del personale, accostata al mancato ricambio, ha bloccato i processi di rigenerazione delle risorse umane e di aggiornamento e acquisizione di nuove competenze. Dal 2008 al 2019, il rapporto tra il personale dei Comuni delle Regioni a statuto ordinario e la popolazione si è ridotto del 20,9% nel Centro-Nord, percentuale che raggiunge i 33,5 punti al Sud.

Stessa tendenza si registra nella spesa pro capite per il personale dei Comuni, diminuita del 16,6% nel Centro-Nord (passando da 302 a 348 euro) e del 26,8% nel Mezzogiorno (con una riduzione da 291 a 217 euro). Non solo: nei Comuni dell’Italia Centrale e Settentrionale la curva del personale under 40 si è ridotta dal 22,5% al 10,2%. Nel Meridione è passata dall’8,2% al 4,8%.

Situazione altrettanto critica, infine, è la struttura per titolo di studio del personale degli enti comunali: nel 2019, solo il 21,2% di quello del Sud era in possesso di un titolo di laurea contro il 28,9% del Centro-Nord.

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