Culture

8 libri che celebrano la Giornata della Terra

Le immagini del grande fotografo Sebastião Salgado. Gli antichi sentieri tracciati dai lupi. Gli alberi maestri di adattamento. Ecco i nostri consigli di lettura in occasione dell’Earth Day, per amare meglio il Pianeta

Il tema scelto per l’Earth Day del 22 aprile 2023 è Invest in our Planet. Tra le tantissime iniziative culturali su cui puoi investire, ti segnaliamo la mostra fotografica del National Geographic Explore: Pianeta Terra (fino al 25 giugno a Palazzo Blu di Pisa) e queste 8 nuove uscite editoriali che celebrano la storia della nostra meravigliosa “casa”. Ricordandoci (ancora una volta) quanto sia importante proteggerla.

1) Breve storia della Terra (con noi dentro), Juan Luis Arsuaga e Milagros Algaba, La nave di Teseo, 224 p., 19€

Peccando come al solito di presunzione, noi umani pensiamo di esserci evoluti in modo indipendente dall’ambiente, come veri protagonisti della storia del Pianeta. “Invece apparteniamo alla biosfera al pari delle altre specie e le nostre genealogie si intrecciano tra loro. Non ci sono stati attori principali e secondari” ricordano gli autori di questo saggio divulgativo che racconta la nascita e lo sviluppo della vita sulla Terra. Dai primi organismi all’homo sapiens, unica specie in grado di evolversi modificando l’ambiente a suo favore ma anche impattando in modo drastico sulle sue risorse.

Perché, se è vero che non possiamo controllare fenomeni naturali come il movimento dei continenti, del Pianeta, del sole, è fuori di dubbio che influiamo sulla quantità di CO2 presente nell’atmosfera bruciando tonnellate di combustibili fossili. “Tutto ciò che facciamo in quanto umani industrializzati ci avvicina a una desertificazione delle regioni calde e temperate del Pianeta, che sono quelle in cui vive la maggior parte degli esseri umani e dove produciamo il nostro cibo” avvisano il paleontologo Juan Luis Asuaga e la storica Milagros Albaga. Ricordando che sì, il clima è cambiato moltissime volte nella storia e preistoria e l’ultima ondata di gelo è durata almeno sei secoli fino al 1800. Ma la Terra non si era nemmeno mai scaldata così velocemente come ora.

2) Genesi, Sebastião Salgado, Taschen, 520 p., 60€

È il maestro indiscusso della fotografia in bianco e nero, dei grandi reportage che scavano nelle tragedie umane. Negli anni ‘90 Salgado ha documentato le vite invisibili dei braccianti di tutto il mondo con il progetto Workers. Nei Duemila ha testimoniato le grandi migrazioni di massa provocate dai cambiamenti climatici con Migrations. Ora il fotografo pubblica Genesi, una narrazione per immagini sulle zone della Terra ancora incontaminate e non impattate dalla modernità.

Il progetto, durato 8 anni, è il risultato di 30 viaggi realizzati con i mezzi più disparati (dalle navi d’altura alle mongolfiere) e in qualsiasi condizione atmosferica. Lo scopo è mostrare la natura e l’umanità nella sua più autentica bellezza e fare in modo di preservarla. Nelle oltre 200 pagine del libro ti troverai tra i vulcani delle Galápagos e le balene dell’Antartide, tra gli alligatori e i giaguari brasiliani, con la tribù isolata degli Zo’é in Amazzonia e il popolo preistorico dei Korowai in Papua Nuova Guinea. Salgado ha definito Genesi la sua lettera d’amore al Pianeta. Il suo è un ambientalismo attivo: insieme alla moglie Lelia, importante produttrice brasiliana, ha fondato l’Instituto Terra per ripristinare gli ecosistemi distrutti della sua terra, l’Amazzonia.

3) Nelle terre dei lupi. Storie italiane di un ritorno, Mia Canestrini, Piemme, 160 p., 18,90€

Zoologa e naturalista, Mia Canestrini è anche nota come lupologa. Ha lavorato per 10 anni nel Parco nazionale foreste casentinesi dell’Appennino tosco-romagnolo, studiando e monitorando proprio questi bellissimi esemplari “allergici al compromesso e alle vie di mezzo”. Famosa anche per avere una rubrica su Radio105, Mia in questo secondo libro sui suoi animali d’elezione (Il primo, sempre per Piemme, è La ragazza dei lupi) ti porta sulle tracce dei mammiferi che si spostano dall’Irpinia alla Toscana alla Valtellina. Raccontando molto anche di sé.

Del Covid, che coincide con la fine de suo progetto di ricerca nel parco naturale e la piroetta a Milano, chiusa in un condominio con un quadrato di cielo a disposizione. Del ritorno alla terra, in Toscana, ma lontano dalle montagne dove per 10 anni si era isolata dal mondo seguendo lo spopolamento degli umani e il ripopolamento dei lupi. Di una nuova occasione di lavoro, in Irpinia, per un monitoraggio nazionale. Un luogo non casuale: come ricorda l’autrice, gli hirpini erano una tribù sannita antica di duemila anni. Il loro nome deriva da hirpus, lupo” in lingua osca, “La leggenda vuole che questi popoli abbiano seguito un lupo, animale sacro a Marte, fino alle terre tra Benevento e Lucera, per poi occuparle. Ero stata destinata alla Terra dei Lupi”.

4) L’orto e l’anima, Paola Violani, Vallardi, 236 p., 15.90 €

È diventato di moda anche sui terrazzi nelle grandi metropoli, ma l’orto è molto di più di una semplice piantina di basilico da curare con amore. È un crocevia di conoscenze, attese, umiltà e autostima. Il suo particolare fascino rispetto al giardino, nota l’autrice Paola Violani nella prefazione del libro rieditato da Vallardi, è nella capacità di risvegliare i sensi con un tripudio di colori, profumi, consistenze e sapori, e nella soddisfazione di portare in tavola prodotti creati con il lavoro delle proprie mani. È un mondo materiale fatto di pratiche e uno spirituale che guida alla pacificazione interiore.

Non era forse un orto e un frutteto, il giardino dell’Eden? Dopo il peccato originale, secondo la tradizione biblica l’umanità ha dovuto iniziare a coltivare la terra per nutrirsi. Dai rinomati ortaggi degli egizi a quelli greci, il mestiere agricolo viene considerato sacro: Socrate lo ritiene l’unico lavoro manuale degno dell’uomo libero. Nell’antica Roma, Catone, Virgilio, Plinio, Columella scrivono trattati di agricoltura. E poi: i giardini delle Mille e una notte, quelli del re, gli orti di guerra… Ai racconti storici e botanici, Paola Violani aggiunge 50 schede sui principali ortaggi mediterranei e 200 delicate illustrazioni.

5) Anthropica. Viaggio nell’Italia del cambiamento ambientale, Emanuela Dattolo e Domenico d’Alelio, Hoepli, 208 p., 22 €

Un viaggio per l’Italia in bicicletta per mettere in contatto scienziati e cittadini. Lo hanno fatto, e raccontato in questo libro, Emanuela Dattolo e Domenico d’Alelio. Biologa lei, ecologo lui, i loro itinerari sono nati all’interno del network globale di osservatori scientifico-naturalistici LTER che studia la biodiversità e le condizioni di habitat sentinella dello stato del nostro Pianeta. I percorsi seguiti dagli autori seguono 2 dei 9 cammini di mobilità dolce realizzati nel nostro Paese dal network, per un totale di 2.380 km, durante i quali esperti e cittadini hanno condiviso la stessa strada e le stesse attività scientifiche.

Se vuoi un’idea originale per le prossime vacanze green, segui i 2 percorsi suggeriti dagli autori: il primo, chiamato Terramare, va da Mantova a Venezia deviando per il Trentino. Il secondo, ribattezzato Antropica, va invece da Napoli a Taranto attraverso la Basilicata. Leggendo ti sembrerà di pedalare con lentezza per ambienti lambiti dalle attività umane e il più possibile preservati dalla loro nocività. Si parte dalla ciclabile del Mincio che conduce al Bosco della Fontana, ex riserva di caccia dei Gonzaga e habitat relitto, ovvero ciò che rimane delle antiche foreste di latifoglie che un tempo ricoprivano lintera Pianura Padana. E si arriva a Taranto, passando per la stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, una delle prime al mondo a ospitare un acquario nel 1874.

6) Earthing. Camminare a piedi nudi, Clinton Ober, Stephen T. Sinatra, Martin Zucker, Macro Edizioni, 368 p., 26,50 €

È un gesto così semplice e naturale che sembra quasi impossibile che possa fare bene. Eppure, togliersi le scarpe e ricontattarsi con la terra a piedi nudi avrebbe moltissimi benefici, fisici e mentali. Lo sostengono i 3 autori americani di questo saggio arrivato alla terza ristampa, in cui si esplora il potere terapeutico dell’earthing. Ovvero: la connessione che instauriamo con la superficie del Pianeta sedendoci, stando in piedi o camminando a piedi nudi, dormendo su stuoie o cuscini speciali in grado di fungere da conduttori.

La teoria alla base di questa pratica? Con la sua elettricità, l’energia primordiale emanata dalla Terra agirebbe da calmante e rinvigorente sul nostro corpo. Le nostre terminazioni nervose sono sempre così protette da suole di scarpe di gomma, letti, divani, sedie che non riescono a connettersi al campo energetico terrestre. Siamo isolati, insomma, da quella che un tempo era la nostra fonte di equilibrio e di carica positiva. “Come lesposizione alla luce solare produce vitamina D nel corpo, lesposizione al terreno fornisce il nutrimento elettrico sotto forma di elettroni liberi” si legge nel saggio.

Magari non dirai addio del tutto a insonnia, stress, dolorini vari. Però, sostengono gli autori, sappi che questa pratica viene spesso usata da sportivi e atleti (come la squadra americana di ciclismo) per superare meglio le fatiche post-competizione.

7) Sempre più soli. Il Pianeta alle soglie della sesta estinzione, Maurizio Casiraghi, Il Mulino, 248 p., 16 €

Tutti associamo il termine biodiversità a un luogo esotico pieno di animali, eppure anche seduti alla nostra scrivania siamo circondati da centinaia di specie viventi: circa 1.000 microbi abitano sereni nel nostro corpo, e altrettanti ci stanno intorno su oggetti e cibo. Il giochino serve a Maurizio Casiraghi, docente di Zoologia ed evoluzione all’Università di Milano-Bicocca e autore di questo saggio sui pericoli di una sesta estinzione, per introdurre l’idea che gli esseri viventi siano per la maggior parte… piccolissimi. “La dimensione media delle specie animali si aggira attorno a 1 cm” ricorda l’esperto. Insieme a un altro dato che sembra enorme ma non lo è: sono 100 milioni le specie che vivono oggi sulla Terra, considerando anche quelle unicellulari. Una minima frazione se si stima che dall’origine della vita ne siano comparse 4 miliardi.

Altri dati non rassicurano: nella lista rossa dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) sono annoverate 6.362 specie animali e 7.430 specie vegetali. “Tutti gli indici rivelano in modo chiaro che la crisi della biodiversità è reale. Luomo, con le sue attività, è considerato il principale responsabile” avvisa Casiraghi, che elenca una serie di tristi storie di estinzione a opera umana: tra le tante, quella del rinoceronte bianco settentrionale, del goffo alca impenne, del celebre dodo delle Isole Mauritius, della ritina di Steller, fino alle 90 specie di piante endemiche dell’isola di Centinela, in Ecuador, sterminate in un colpo solo per far posto a piantagioni di cacao.

8) La forza gentile degli alberi, Peter Wohlleben, Garzanti, 221 p., 18 €

Divulgatore tedesco, ex guardia forestale e autore di best seller sulla vita dei boschi, in questo saggio Peter Wohlleben racconta la straordinaria capacità di rigenerazione degli alberi e il loro sorprendete modo di adattarsi al cambiamento climatico e di contrastarlo. Per esempio, proprio come noi non amano le alte temperature, ma a differenza nostra sono in grado di abbassare il loro “termostato”. A volte sbagliano strategia, altre impiegano molto tempo prima di trovare quella giusta. “Perché hanno bisogno di tempo e tranquillità: ogni intrusione nel bosco fa retrocedere il loro ecosistema e gli impedisce di darsi un nuovo equilibrio” spiega l’autore.

Wohlleben è stato spesso al centro di dibattiti verdi in Germania, per esempio per la sua opposizione alla moderna silvicoltura, così come alle campagne pubblicitarie che invitano a piantare alberi per salvare il Pianeta. “Piantare trasmette speranza, un albero può arrivare fino a 500 anni e in tutto questo tempo non solo stocca grandi quantità di carbonio ma arricchisce la nostra aria di ossigeno - scrive l’autore - E in più è una casa per infinite specie. Sembra una buona idea, ma in molti casi non viene tradotta bene nella pratica”.

Le piantine spesso si ritrovano in boschi destinati allo sfruttamento commerciale e vivono pochi decenni, con pochi vantaggi per l’ecosistema. E pericoli: “Nel 2018 nel Brandeburgo sono andati a fuoco 4 km quadrati di piantagioni di pini, introdotti su larga scala al posto delle latifoglie autoctone. Creando un problema di incendi che prima non esisteva”.

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