Ambiente

Nell’aria che respiriamo c’è ancora troppo smog

Quasi un terzo delle città italiane continua a sforare i limiti di inquinamento: tra le peggiori Torino e Milano. Legambiente presenta il rapporto Mal’Aria: “Serve un cambio di passo, ecco le nostre proposte”
Credit: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
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31 gennaio 2023 Aggiornato alle 16:00

Quasi un terzo delle principali città italiane continua a superare i limiti di inquinamento. A tracciare, anche quest’anno, il bilancio sul superamento delle polveri sottili e le condizioni atmosferiche di diverse città dello Stivale è il rapporto Mal’Aria di città 2023 di Legambiente, intitolato in questa edizione “Cambio di passo cercasi”.

L’associazione ambientalista ricorda infatti che è necessaria una nuova spinta per combattere l’inquinamento atmosferico che continua a presentare livelli elevati: nel 2022 sono state 29 su 95 le città che hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili PM10.

Al primo posto, nel cuore della Pianura Padana, c’è Torino (98 giorni di sforamento), seguita da Milano con 84 e Asti con 79. Queste città, assieme a Modena, Padova e Venezia hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi al metro cubo).

Il problema è che oltretutto se si osservano i target europei previsti per il 2030 siamo davvero lontanissimi da centrare gli obiettivi per migliorare le condizioni dell’aria: “fuorilegge” risulta infatti il 76% delle città per i PM10, l’84% per PM2.5 e il 61% per il biossido di azoto (NO2).

“Per rendere le nostre città più vivibili e sostenibili, serve un cambio di passo e una maggiore attenzione da parte di Governo e amministrazioni locali. Ecco le nostre proposte: zone a zero emissioni, città 30 km all’ora, potenziamento del trasporto pubblico, elettrificazione autobus e sharing mobility”, sintetizzano dal Cigno Verde chiedendo alla politica risposte immediate.

Alcune città inoltre, più di altre, devono intraprendere un cambio di rotta immediato e lavorare per ridurre le concentrazioni di inquinanti e adeguarsi agli standard Oms (Organizzazione mondiale della sanità): a Torino e Milano è necessaria una riduzione di PM10 almeno del 43%, seguono Cremona (42%), Andria (41%) e Alessandria (40%); mentre per il PM2.5 è necessario un grande sforzo a Monza (60%), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%), Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino (55%), Como (52%), Brescia, Asti e Mantova (50%). Infine, per quanto riguarda l’NO2, un cambio è necessario soprattutto a Milano (47%), Torino (46%), Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%), Monza, Genova, Trento e Bolzano (34%).

«L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza», ha raccontato Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente. «In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevati in tutto il continente. È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci e integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura. In ambito urbano è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni, di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso».

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