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Che cos’è il tasso d’interesse?

Semplice o composto: perché è importante conoscere la differenza? Per valutare il ritorno economico degli investimenti e pianificare una strategia che dia frutto ai risparmi
Credit: Monstera/pexe
Tempo di lettura 3 min lettura
2 novembre 2022 Aggiornato alle 09:00

Quando si sente parlare di tasso d’interesse, prima di tutto bisogna essere consapevoli che si sta parlando di una variabile che si trova all’interno dei mercati finanziari. La sua fluttuazione o variabilità è la componente principale che determina le scelte di tutti gli investitori e degli operatori finanziari.

Il tasso d’interesse è il costo che chi emette un prestito addebita a chi lo riceve. Per citare un caso concreto, basti pensare al settore bancario: qui il tasso d’interesse è il ritorno economico che una banca ottiene quando presta del denaro a un cliente (detto in altri termini, è il costo che il debitore si impegna a sostenere).

I tassi d’interesse principali sono due, semplice e composto.

Il tasso semplice è quello che viene rapportato direttamente al tempo e alla quota di capitale investito. Tornando all’esempio del settore bancario, il tasso semplice si applica quando una persone ottiene a prestito una certa somma di denaro da una banca, in rapporto al tempo in cui lo detiene.

Ma il tasso di interesse può anche coincidere con un guadagno. Se a esempio una persona effettua un investimento di 1.000 euro al tasso semplice del 5% per 10 anni, ogni 12 mesi otterrà un ritorno di 50 euro, finalizzando in totale un somma di 500 euro.

Il tasso composto, invece, viene aggiunto alla somma di denaro investito nella fase iniziale. In questo modo, contribuisce alla maturazione di nuovi interessi futuri.

In questo caso, una persona che effettua un investimento di 1.000 euro al tasso d’interesse composto del 5%, otterrà il primo anno un compenso di 50 euro ma dal secondo anno in poi otterrà il 5% della cifra maturata l’anno precedente, in questo caso il 5% di 1050 euro e così a seguire per gli anni successivi.

La differenza sostanziale tra i due è chiara: se non si ha la fretta di ottenere piccole somme nel breve termine, il tasso d’interesse composto offre la possibilità di ottenere incassi finanziari superiori nel lungo periodo, poiché esso genera nel tempo una crescita esponenziale.

Oggi, tutti i giorni, sentiamo parlare di politica monetaria, sia per l’andamento dell’inflazione che per le scelte dei tassi che la Banca Centrale Europea sta attuando con l’obiettivo di colmare le oscillazioni inflative.

In pratica, il significato di tasso d’interesse assume un ruolo cardine all’interno della strategia economica che il Consiglio Direttivo Europeo sta adottando per ridurre il livello d’inflazione.

Se da un lato l’inflazione è l’aumento generale del livello dei prezzi di beni e servizi di un Paese, dall’altro il tasso d’interesse è il rendimento della moneta per chi la possiede e anche il costo per chi la ottiene a prestito.

In un contesto economico con inflazione elevata, come quello attuale, le banche alzano i tassi d’interesse con l’obiettivo di aumentare i costi del denaro. In questo modo, scoraggiando l’accesso al credito delle persone, comincia a circolare meno moneta e solo in questo modo l’inflazione tende conseguentemente a diminuire.

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