Economia

Banca Centrale Europea: direzione maxi rialzo dei tassi

Dallo 0,75 all’1,50%: è l’aumento che domani verrà discusso sul tavolo della Bce. L’obiettivo della manovra? Contrastare il livello d’inflazione che a settembre ha raggiunto il 9,9%
La Banca Centrale Europea
La Banca Centrale Europea Credit: EPA/SASCHA STEINBACH
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26 ottobre 2022 Aggiornato alle 21:00

L’inflazione, ovvero la variazione dell’andamento generale dei prezzi nel tempo, giunta a questi livelli va urgentemente gestita e contrastata; per questo motivo la Bce (Banca Centrale Europea) ha impostato per la seconda volta la manovra economica del maxi rialzo dei tassi con l’obiettivo di riportare il livello inflativo al suo andamento medio del 2%.

Ma perché questo maxi rialzo può aiutare a contrastare l’inflazione? I tassi d’interesse segnalano quanto costa ottenere denaro in prestito e, conseguentemente, quanto valgono i risparmi delle persone e gli investimenti.

Considerando il contesto del mercato contingente, in cui l’economia è in uno stato di totale attività, dovuta soprattutto alla ripresa finanziaria post pandemica, tenere i tassi d’interessi alti è un’azione che potrebbe essere vantaggiosa per limitare un livello di attività economica che possa creare ulteriori squilibri ai mercati e aumentarne i prezzi.

Questo picco di inflazione si è tradotto in un aumento spropositato dei prezzi, come abbiamo visto durante il mese di ottobre e stiamo osservando oggi, non più solo all’interno del mercato alimentare ed energetico, ma anche in ulteriori settori di beni e servizi.

Il fenomeno attuale della core-inflaction indica la totalizzazione del livello inflativo sul mercato che si è propagato su numerosi fronti commerciali.

La presidente della Bce, Christine Lagarde, si è esposta con determinazione nella definizione del metodo proposto dalla Banca europea, ai fini di riportare il livello d’inflazione al 2% nel medio-lungo termine.

Quali conseguenze? Come già verificatosi durante la prima azione di rialzo dei dei tassi, le conseguenze più evidenti si rispecchiano sui prestiti e i mutui che, diventando più onerosi, determinano un costo maggiore del denaro preso a prestito dalla Banca Centrale Europea. Per questo motivo, le banche degli stati membri dell’Unione Europea hanno già aumentato e aumenteranno ancora i costi dei finanziamenti.

Un’ulteriore conseguenza è la crescita del costo del debito pubblico: al salire del livello dei tassi, i Paesi che emettono titoli di debito - ovvero liquidità in denaro - per finanziarsi sono obbligati a offrirli a loro volta a tassi maggiori.

Domani si riunirà il Consiglio Economico Europeo, che determinerà la modalità e le indicazioni dell’operazione di politica monetaria, interrogandosi su come fare affinché queste dinamiche finanziarie emergenti non evidenzino sempre più le disuguaglianze economiche dei paesi dell’Eurozona.

Ad oggi una cosa è certa: le banche centrali potranno decidere se concludere il reinvestimento del capitale in titoli a scadenza o venderli prima della loro data di termine. Chiaro è che un incremento dei tassi rischierà di far scendere il valore del prezzo dei titoli già acquistati, contribuendo a creare ulteriore incertezza.

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