Ambiente

Alleanza Verdi e Sinistra: l’emergenza clima al centro

Continua la serie Valutazione dei programmi elettorali a tema ambiente. Oggi parliamo della coalizione più impegnata sul fronte del climate change
Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Europa Verde parlano con i giornalisti davanti a Montecitorio, il 2 agosto 2022
Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Europa Verde parlano con i giornalisti davanti a Montecitorio, il 2 agosto 2022 Credit: ANSA/ANGELO CARCONI
Tempo di lettura 6 min lettura
8 settembre 2022 Aggiornato alle 07:00

Il tempo sta per scadere. Serve una svolta subito: questi sono gli anni delle scelte, cruciali, per la sopravvivenza del Pianeta minacciato dalla crisi climatica che abbiamo innescato. Ecco perché - in una Italia che fa parte dell’area mediterranea sempre più soggetta ai devastanti impatti del surriscaldamento - il voto del 25 settembre è fondamentale.

Gli scienziati (anche con una lettera appello) chiedono che la crisi climatica venga dunque messa al primo posto dell’agenda politica. Servono azioni immediate di mitigazione e adattamento, piani per rendere i territori resilienti a siccità, ondate di calore, innalzamento dei livelli del mare.

Decisivo, ricorda la scienza, è quindi ridurre le emissioni di gas serra, andando verso l’azzeramento delle estrazioni di combustibili fossili. E per assicurare un futuro alle nuove generazioni serve una vera transizione energetica ed ecologica, oltre che di economia circolare, e una visione che non sia solo emergenziale ma preventiva.

Quante e quali, di tutte queste esigenze, rientrano nei programmi elettorali dei partiti in vista del voto? La questione climatica e ambientale è centrale? Ci sono impegni precisi e percorribili?

Come prevedibile, se c’è un programma che più di altri mette al centro l’ambiente e la crisi climatica è quello di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana.

I partiti guidati da Nicola Fratoianni (segretario di Sinistra Italiana) e Angelo Bonelli (portavoce nazionale dei Verdi) che insieme confluiscono nella coalizione di centrosinistra hanno stilato un programma con 18 capitoli incentrati soprattutto sulla questione ambientale, energetica e delle disuguaglianze e ingiustizie sociali.

Punto numero 1 del testo è “l’Italia rinnovabile”, quella in cui “ognuno di noi sia messo nelle condizioni di produrre energia pulita e soprattutto di condividere e scambiare l’energia prodotta attraverso la rete elettrica e il relativo mercato. L’energia deve diventare un bene comune, staccandosi dalla logica dei sistemi centralizzati in cui pochi producono/distribuiscono e tutti consumano la risorsa, se hanno la possibilità di acquistarla” si legge nel documento.

Entrando nello specifico di un “mondo che si trova su una strada che va verso un aumento della temperatura globale di 2,7 gradi entro la fine del secolo” il programma affronta di petto l’esigenza della lotta alla crisi climatica, chiedendo di “ascoltare la scienza” e, dunque, “l’Italia deve dotarsi di un obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni serra come hanno fatto tutti i grandi paesi Europei” e deve “triplicare i propri sforzi riducendo le emissioni del 70% al 2030 rispetto al 1990 e procedendo verso la neutralità climatica da raggiungere nel 2045”.

Ma come fare? Sintetizzando, Verdi e Sinistra vogliono “realizzare un piano che definisca tempi e quantità per il definitivo abbandono del gas metano dal sistema energetico nazionale e garantisca l’uscita dalla generazione a gas nel sistema elettrico entro il 2035”.

Parlano di “un piano per l’eliminazione dei combustibili fossili dalle abitazioni mediante energie rinnovabili, efficienza energetica, pompe di calore e ogni altro processo che porti all’elettrificazione completa delle abitazioni, incluso il superamento delle deroghe per l’impiego di gasolio nel riscaldamento domestico”.

E ancora: “mettere l’efficienza energetica e l’attivazione del risparmio energetico da parte dei cittadini in cima alle priorità di azione” o “accelerare la produzione di energia elettrica rinnovabile fino a raggiungere l’installazione di 15 GW all’anno”.

Sul gas, spiegano di voler “sfruttare tutte le infrastrutture gas esistenti – stoccaggi, gasdotti e rigassificatori – per compensare possibili contrazioni o stop del gas russo prima di considerare nuove infrastrutture gas” ed eventuali nuovi contratti all’interno della transizione energetica dovranno “essere limitati al minor tempo possibile”. Se è netto l’impegno a intraprendere la strada della decarbonizzazione, chiari sono anche le volontà di una riforma ambientale del fisco, così come i passaggi che ribadiscono il “sì alle rinnovabili e il no al nucleare e trivelle”.

Per le rinnovabili in particolare “è necessario realizzare 60GW di rinnovabili entro tre anni individuando anche figure di commissari e sub commissari regionali per sbloccare le autorizzazioni” e sviluppando un “piano speciale di accumuli e della rete elettrica”.

Importante è poi l’idea - per agire in fretta - di una legge per il clima entro i primi 100 giorni di mandato “come strumento normativo di coerenza e continuità delle politiche rispetto a obiettivi vincolanti “.

Le priorità? “L’adattamento climatico” (parola che non viene mai usata negli altri programmi), i piani di investimenti per il risparmio idrico e la partecipazione alla costruzione di una “Europa verde e solidale” con un green deal “più ambizioso”, ma anche la “lotta alla desertificazione” e la protezione della biodiversità, e l’idea generale di incrementare e finanziare la pianificazione forestale e la certificazione di gestione sostenibile, investendo nella salute delle foreste.

Punto chiave è poi quello sulla mobilità sostenibile, con più trasporto pubblico (gratuito per under 30) e incremento dei mezzi a energia pulita. Tra posizioni note (No-Tav in Val di Susa) e l’idea di “realizzare la conversione ecologica industriale e renderla socialmente desiderabile”, parlano poi di un “piano straordinario per il trasporto pubblico locale”. Per esempio “affrontare le carenze organizzative, di infrastrutture e dotazione di mezzi per una più elevata qualità del servizio erogato; ampliare e mettere in sicurezza percorsi ciclabili e pedonali; digitalizzare tutti i servizi di mobilità; offrire tariffe agevolate e incentivi all’utilizzo delle alternative all’auto. Per raggiungere questi obiettivi si rende necessario rimodulare il fondo complementare del Pnrr pari a 30 miliardi di euro per destinarlo in via prioritaria agli investimenti sul trasporto pubblico. È necessario favorire lo smart working per tutti i lavoratori e lavoratrici la cui presenza non è richiesta fisicamente”.

Tanti, nel programma, i passaggi dedicati anche a una visione rifiuti zero (“con meno plastica ed emissioni”), all’economia circolare e a un piano nazionale per la gestione dei rifiuti che deve “considerare la termovalorizzazione solo come una soluzione di ultima istanza”.

In tema benessere animali, si parla di abolizione della caccia, ma non si affronta in maniera netta e precisa la chiusura degli allevamenti intensivi, come vorrebbero per esempio i Fridays For Future. Forse quest’ultimo è uno dei pochi punti - che i ragazzi e le ragazze dell’onda verde hanno fatto notare sui social ai due partiti - dove c’è distanza di intenti: per la maggior parte dei tantissimi passaggi del programma di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana c’è invece una visione comune sia con quanto chiedono gli scienziati per il clima, sia di quanto invocano i giovani dei movimenti verdi.

Leggi anche
Giorgia Meloni a Porta a porta' nel febbraio 2022.
Elezioni
di Giacomo Talignani 5 min lettura
Enrico Letta a Porta a Porta il 31 agosto 2022
Elezioni
di Giacomo Talignani 5 min lettura