Ambiente

Buone notizie: in Europa calano le emissioni di gas serra

In occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, raccontiamo gli sforzi che hanno portato l’Unione europea a ridurre la produzione di CO2. Ma in Italia questo processo è ancora troppo lento
Credit: Space10
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5 giugno 2022 Aggiornato alle 09:00

La buona notizia è che in Europa calano le emissioni, la cattiva è che - nonostante l’Italia sia sulla giusta strada - da noi questo calo è ancora troppo lento.

Però, soprattutto sulla scia dei nuovi investimenti legati alle rinnovabili, le potenzialità per continuare a abbattere i gas serra sono alte: un segnale da leggere come incoraggiante in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente che si celebra oggi.

A dare conto della situazione sulle emissioni europee è il rapporto Annual European Union greenhouse gas inventory 1990–2020 and inventory report 2022 che contiene i dati ufficiali sulle emissioni di gas serra sviluppati dall’European environment agency (EEA). I dati si riferiscono al primo anno di pandemia, il 2020.

Quel che emerge dall’analisi è che “l’Unione Europea ha continuato a registrare sostanziali riduzioni delle emissioni di gas serra nel 2020, registrando un calo dell’11% rispetto al 2019”. L’Europa, in termini di tagli alle emissioni, fa dunque scuola: “I dati confermano una tendenza al ribasso trentennale che ha portato l’Ue a raggiungere l’obiettivo 2020 di ridurre le emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990”, si legge nel rapporto EEA.

La riduzione del 2020 è stata la maggiore nell’Ue da trent’anni e si stima che la riduzione complessiva delle emissioni di gas serra sia stata del 34% rispetto al 1990, ovvero 1,94 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente.

Le cifre dimostrano come l’Europa sia riuscita a centrare l’obiettivo del 20% giusto prima che però la diffusione del Covid e la pandemia incidessero nuovamente sui livelli di emissioni (in rialzo negli ultimi due anni).

Secondo l’EEA a giocare un ruolo chiave nella riduzioni delle emissioni climalteranti negli ultimi trent’anni è stato l’uso crescente di energie rinnovabili, un uso di combustibili fossili a minore intensità di carbonio e il miglioramento dell’efficienza energetica, ma anche i cambiamenti strutturali nell’economia e la minore domanda di riscaldamento dovuta agli inverni più caldi in Europa, così come gli effetti della pandemia ma solo nella fase iniziale dei primi lockdown.

Le emissioni sono calate in quasi tutti i settori ad eccezione però dei trasporti e dei condizionatori e sistemi di refrigerazione. Bene l’edilizia e l’industria del manifatturiero, così come le aziende impegnate nella produzione di ferro e acciaio.

Entrando nel dettaglio dell’impegno dei Paesi Ue, il Regno Unito e la Germania hanno rappresentato il 47% delle riduzioni nette totali negli ultimi 30 anni. Meno positiva è invece l’Italia che è rimasta sotto la media europea con il 26,7% di emissioni in meno nel periodo 1990-2020.

Risulta però che negli anni 2019-2020 nello Stivale si sia registrato un calo più alto (l’8,9%) rispetto alla media di altri stati del Vecchio Continente.

La strada per arrivare all’obiettivo del taglio delle emissioni di gas serra del 55% - in un contesto generale di crisi energetica, cambiamenti climatici e conflitti in corso - è dunque ancora lunga: percorrerla fino in fondo non sarà semplice ma, in nome della Terra e dell’ambiente, dobbiamo continuare a insistere.

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