Ambiente

Siamo ancora troppo dipendenti dai combustibili fossili

Pubblicata dal Mite la Relazione Annuale sulla Situazione energetica nazionale: l’approvvigionamento nel 2021? 40,9% gas naturale, 32,9% petrolio e 19,5% fonti rinnovabili
Credit: Evgeny Tchebotarev/pexels
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29 luglio 2022 Aggiornato alle 07:00

Siamo ancora troppo dipendenti da gas e petrolio, le rinnovabili crescono ma la percentuale resta ancora bassa. Questo il quadro che esce dalla Relazione Annuale sulla Situazione energetica nazionale, con dati riferiti al 2021, pubblicata dalla Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza del Ministero della Transizione Ecologica.

Il rapporto ci dice che nel 2021 l’approvvigionamento energetico dell’Italia è stato costituito per il 40,9% dal gas naturale, per il 32,9% dal petrolio e per il 19,5% da fonti rinnovabili (FER). Lo scorso anno, prima della guerra in Ucraina e dopo il periodo più complesso di pandemia, il settore energetico ha registrato una domanda pari a 153.024 migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio, un aumento del 6.2% rispetto all’anno prima.

Osservando le fonti di energie pulite, le rinnovabili sono state usate soprattutto per produzione di energia elettrica e di calore (anche con biocarburanti) e l’incidenza sui consumi finali lordi è stimata al 19%. In calo invece l’idroelettrico, -5,9% rispetto al 2020: un dato collegato anche a siccità e assenza di precipitazioni, destinato ad acuirsi ancor di più in questo 2022 di forte crisi idrica. Nonostante tutto, nel 2021 l’idroelettrico ha contribuito alla produzione di energia per il 15,7%.

Crescono invece l’eolico e il fotovoltaico che insieme hanno raggiunto la copertura del 16,1% della produzione lorda. Pur rimanendo la fonte termoelettrica tradizionale, quella a copertura maggiore del fabbisogno, la fonte eolica lo scorso anno ha raggiunto il record storico di quasi 21 TWh di produzione.

In generale, l’impiego finale di energia nel nostro Paese lo scorso anno è aumentato dell’11,4%: i trasporti hanno segnato un aumento del 22,1% mentre l’industria del 6,7%. Rimaniamo però decisamente dipendenti - dal punto di vista energetico - dall’estero: «La dipendenza, calcolata come percentuale del fabbisogno energetico nazionale soddisfatto con le importazioni nette si attesta al 74,9%» si legge nella presentazione del report.

In particolare il rapporto precisa che «si conferma la dipendenza del nostro Paese da fonti di approvvigionamento estere: nel 2021 la produzione nazionale di fonti energetiche è diminuita complessivamente del 3,4% mentre le importazioni nette di energia sono aumentate dell’8,3%. La quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda, un indicatore del grado di dipendenza del Paese dall’estero, è aumentata: dal 73,5% del 2020 al 74,9% del 2021».

Se si osserva come è stato coperto il fabbisogno di energia elettrica risulta che sia stato soddisfatto per l’86,5% dalla produzione nazionale e e per il restante 13,5% dalle importazioni nette dall’estero, per un ammontare di 42,8 TWh (in crescita del 32,9% rispetto all’anno precedente).

Resta comunque ancora bassa la produzione di energia elettrica da fonti “pulite”. Il maggior apporto alla produzione è infatti rappresentato dal termoelettrico non rinnovabile (il 59,7% del totale dell’energia prodotta), con il 6,1% da impianti alimentati con combustibili solidi, il 3,8% con prodotti petroliferi e altri combustibili e il 49,9% da impianti alimentati con gas naturale.

Per fortuna però, grazie agli incentivi, comincia ad aumentare il numero di impianti green: «A fine 2021 il totale degli impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili incentivati ha raggiunto il milione di unità, per una potenza di circa 38 GW e un’energia rinnovabile incentivata di 65 TWh» si legge nel testo, con l’aggiunta del fatto che le ricadute occupazionali legate alle rinnovabili «si sono attestate intorno alle 14.000 unità di lavoro (ULA) per le FER elettriche e alle 29.300 ULA per le FER termiche».

A livello di trasporti invece - nonostante le previsioni di stop alle vendite di auto a benzina o diesel nel 2035 - a oggi siamo ancora quasi totalmente dipendenti dai prodotti petroliferi. Nel 2021 infatti hanno costituito il 90% dei consumi complessivi per trasporto, in particolare il diesel (60%).

Infine, uno sguardo alle famiglie italiane: lo scorso anno abbiamo consumato 49.479 ktep di energia (il 5,8% in più rispetto all’anno precedente) spendendo 75,9 miliardi di euro (+17,4%). Il 65,9% dell’energia viene consumata per usi domestici e il restante 34,1% per trasporto privato. Secondo il ministero «la spesa energetica della famiglia tipo ammonta a 3.308 € (con un aumento di 462 € rispetto al 2020) ed è riconducibile per il 46% all’acquisto di carburanti (incremento spesa di 164 €), per il 34% alla bolletta per il gas (in incremento di 151 €) e per il 19% alla bolletta elettrica (incremento di 148 €). Nello stesso anno la famiglia tipo ha contribuito con 107 €, ovvero con il 3% della propria spesa energetica complessiva, a finanziare gli incentivi per la promozione della sostenibilità».