Ambiente

Fermare le #BugieInEtichetta è una scelta doverosa

Il Ministero della Salute ha deciso di fermare il voto del Mipaaf che intendeva approvare l’intesa sull’omonimo decreto e distribuire soldi alla zootecnia intensiva
Credit: Mabel Amber/pexels
Tempo di lettura 3 min lettura
23 luglio 2022 Aggiornato alle 06:30

La battaglia contro le #BugieInEtichetta prosegue. Grazie all’azione di pressione svolta dalla Coalizione di cui fa parte anche Animal Equality, l’approvazione della certificazione nazionale volontaria sul benessere animale, che tradisce qualunque forma di trasparenza a discapito di animali, cittadini, aziende virtuose, e ambiente, è stata rinviata.

Il Ministero della Salute, che è competente sul tema del benessere animale e del corretto funzionamento del sistema sanitario pubblico a tutela della salute dei cittadini, ha infatti deciso di ascoltare le istanze della grande maggioranza dei cittadini e dei medici veterinari pubblici fermando il voto del Ministero delle Politiche Agricole che intendeva approvare l’intesa sul decreto #BugieInEtichetta e distribuire soldi alla zootecnia intensiva senza alcuna reale transizione.

Negli scorsi mesi, le associazioni ambientaliste, animaliste e dei consumatori hanno messo a disposizione di entrambi i Ministeri proposte concrete e costruttive per superare i gravi limiti presenti nella bozza di decreto disegnata dagli uffici del Ministero delle politiche agricole. Eppure tali proposte non sono state prese in considerazione.

Lo sconcerto di fronte al silenzio delle istituzioni si aggrava di fronte alle ultime settimane in cui l’Italia intera si trova di fronte agli effetti sempre più evidenti di una tragedia climatica senza pari, che porta alla perdita di ghiacciai con morti e feriti, a una siccità drammatica che sta mettendo in ginocchio la produzione agricola e a una scarsità di acqua per popolazione e aziende.

Risulta ormai evidente come il Ministero delle Politiche Agricole sia prigioniero di quel settore zootecnico disinteressato a cambiamenti reali favorendo chi lavora ai margini degli standard minimi di legge e creando una concorrenza sleale nei confronti delle aziende virtuose che hanno avviato la transizione ecologica.

Il decreto infatti istituirebbe un’etichetta “Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale” (SQNBA) fuorviante, incapace, visto l’assenza di livelli di qualità crescenti comparabili in etichetta, di consentire una reale transizione verso sistemi di produzione che si allontanino dalle condizioni tipiche degli allevamenti intensivi. Proprio questi ultimi, come stiamo purtroppo constatando proprio in questo momento, sono fortemente dipendenti da massicce importazioni di materie prime soggette a forti oscillazioni dei prezzi e speculazione.

Se il progetto di etichettatura venisse approvato, verrebbe livellata al ribasso tutta la filiera italiana della produzione alimentare senza tenere conto di tutti gli impegni presi per una transizione adeguata a forme che garantiscano livelli maggiori di benessere animale.

Animal Equality e le altre 13 associazioni che compongono la “Coalizione contro le #BugieInEtichetta” chiede quindi ancora una volta al Governo di non cedere alla logica del profitto che il settore zootecnico continua a privilegiare, nonostante lo sfruttamento sconsiderato degli animali, le richieste della società civile e una condizione di crisi climatica profondamente connessa all’impatto degli allevamenti intensivi sull’ambiente.

Leggi anche
Diritti
di Alice Trombetta 4 min lettura