Economia

Ricchi o poveri, si torna a viaggiare

Il turismo di lusso copre il 22% della spesa turistica e muove fino a 170 miliardi. Buone notizie anche dal resto del comparto, che vede l’Italia tornare ai livelli pre-pandemia
Credit: Ilnur Kalimulin/Unsplash
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
20 maggio 2022 Aggiornato alle 15:00

Entro il 2030-2035 il turismo di fascia alta in Europa potrebbe generare valore fino a 520 miliardi. È quanto emerge dallo studio High-end tourism della European Cultural and Creative Industries Alliance (Eccia), che riunisce sei associazioni europee provenienti da Italia, Francia, Germania, Spagna, Svezia e Regno Unito.

«L’Europa è la prima destinazione turistica al mondo e il turismo è un comparto strategico per l’economia europea, ma esiste un grande potenziale ancora inespresso nel segmento di alta gamma», ha dichiarato il presidente di Eccia Matteo Lunelli che ha presentato il rapporto nella giornata di martedì.

Oggi il turismo di lusso vale 130-170 miliardi, sostiene Lunelli, che sottolinea come «un piano per lo sviluppo del turismo di alta gamma in Europa potrebbe portare a una crescita del valore del settore fino a 520 miliardi».

Il rapporto suggerisce alcune linee di intervento strategiche in questa direzione come «la creazione di una proposta turistica sostenibile e naturalistica, il miglioramento delle infrastrutture di mobilità di alta gamma, la semplificazione della politica di rilascio dei visti e un sistema formativo focalizzato sull’ospitalità d’eccellenza».

Secondo lo studio, il turista in cerca di esperienze esclusive spende 8 volte più della media. Pur coprendo solo il 2% delle strutture ricettive, il turismo di alta gamma genera il 22% della spesa turistica europea complessiva e garantisce un effetto moltiplicatore con ricadute sul 33% della spesa per cultura, intrattenimento e shopping.

Ma le buone notizie arrivano anche dal resto del comparto italiano. Secondo lo studio pubblicato il 16 maggio dall’Osservatorio Confturismo-Confcommercio, infatti, l’indice di propensione al viaggio è tornato ai livelli pre-pandemia (al 67%) e 23 milioni di italiani tra i 18 e i 74 anni sono intenzionati a partire nel periodo estivo.

Di questi però solo il 40% ha già prenotato un viaggio, segno di una certa volatilità del mercato che risente delle preoccupazioni legate all’inflazione e al caro energia. Il mare resta la meta preferita, seguito dalla montagna e da città e luoghi d’arte.

Crescono anche le distanze coperte, con l’aumento del raggio degli spostamenti, spesso indice di una maggiore propensione alla spesa. Secondo il rapporto, l’85% degli italiani sceglierà mete nazionali che in 6 casi su 10 saranno al di fuori della propria regione, mentre il restante 15% programma un viaggio all’estero che in oltre due terzi dei casi avverrà in Europa.

Gli intervistati dichiarano che spenderanno in media 1.080 euro per la vacanza standard di una settimana o più, cifra che si riduce a circa 600 euro per le pause da 3 a 7 giorni.

Per quanto riguarda la scelta delle strutture ricettive si registra un’inversione di rotta: se ad aprile del 2021 il 34% degli intervistati optava per l’affitto di una casa mentre il 26% sceglieva un albergo, oggi il 31% andrà in una struttura alberghiera e il 21% in case in affitto.

«Superato quindi il timore di trascorre molto tempo in un contesto frequentato da altre persone che non si conoscono, si riaffaccia l’attenzione per la comodità e il servizio che in una struttura turistico-ricettiva è di norma al centro dell’offerta», sostiene il rapporto.

«Dopo due anni di profonda crisi, il turismo sta tornando ai livelli pre-Covid. Le prospettive per l’estate sono positive anche se guerra, inflazione e caro energia preoccupano ancora fortemente. Per questo le nuove misure di sostegno sono fondamentali anche per le imprese del turismo, che è il settore da cui davvero può ripartire tutto il nostro sistema economico», ha affermato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.

Leggi anche
pandemia
di Redazione 4 min lettura
inquinamento
di Giacomo Talignani 2 min lettura