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L’era delle restrizioni Covid sta finendo?

In gran parte del mondo si registra una corsa all’allentamento delle misure di contenimento del coronavirus, Italia compresa. Ma alcuni Paesi si stanno chiudendo sempre di più
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23 febbraio 2022 Aggiornato alle 17:30

Anche se l’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che abbandonare tutte le precauzioni è rischioso, ora che i contagi sembrano attenuarsi molti Paesi le stanno allentando.

Primo fra tutti il Regno Unito, che dal 24 febbraio cancellerà l’autoisolamento per chi è entrato in contatto con un positivo, anche per chi non è completamente vaccinato, incoraggiando le persone con i sintomi del Covid-19 «ad esercitare la responsabilità individuale, così come invitiamo le persone che potrebbero avere un’influenza a considerare anche gli altri». Lo ha dichiarato il premier britannico Boris Johnson intervenendo alla Camera dei Comuni. Una decisione criticata dall’opposizione, che «ci lascerà vulnerabili», ha detto il leader laburista Keir Starmer nel corso del dibattito.

Ora che anche la regina Elisabetta è risultata positiva al Covid-19, all’età di 96 anni, pur seguendo le linee guida sull’autoisolamento e pur completando l’iter vaccinale, il dubbio che «iniziare a convivere con il Covid», come ha dichiarato Johnson, possa portare a un rialzo dei casi c’è.

Inoltre, i lavoratori non saranno più tenuti a dire ai propri datori di lavoro se sono risultati positivi e, a partire dal 1° aprile, il Regno Unito abbandonerà anche la fornitura di tamponi gratuiti ai suoi cittadini, senza però spiegare quanto costeranno: «Sappiamo che Omicron è meno grave e che i test per rilevare la variante su scala nazionale fatti finora sono molto meno preziosi per prevenire malattie gravi», ha aggiunto il premier.

Anche un altro Stato membro del Commonwealth, l’Australia, ha deciso di attenuare le rigide misure che sosteneva da 2 anni a questa parte: il Paese ha riaperto i confini ai visitatori internazionali, abbandonando quelli che sono stati i divieti più severi al mondo in termini di viaggi e turismo. Da marzo 2020, infatti, gli stranieri non potevano raggiungere gli aeroporti australiani, con numerose famiglie rimaste separate e molte località turistiche deserte o popolate solo da autoctoni. Come spiega la Bbc, ora i visitatori con la doppia dose non saranno più messi in quarantena, mentre i non vaccinati dovranno comunque isolarsi in hotel per un massimo di 14 giorni, a proprie spese.

In Italia, intanto, arriva il primo milione di dosi di Nuvaxovid, sviluppate dalla società americana Novavax, e distribuite alle Regioni nel fine settimana. Si tratta di un vaccino che si basa su una tecnologia diversa dall’mRna, molto criticata dagli indecisi e dai no vax. In questo caso, infatti, sono le proteine ricombinanti a reggere il vaccino: una tecnologia già utilizzata contro l’epatite B e il papilloma virus, che potrebbe convincere coloro che ancora non hanno ricevuto nemmeno una dose.

Alcune Regioni, per questo, lasceranno al cittadino la libertà di scegliere tra Pfizer, Moderna o Novavax, mentre la Lombardia rimane ferma sulle sue posizioni: non si può decidere per sé la dose che si vuole ricevere. Dal 1° marzo, poi, verrà somministrata la quarta dose agli immunodepressi: lo ha annunciato il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo.

In Italia le mascherine all’aperto sono già state abbandonate dal 10 febbraio e dal 1° marzo non sarà più prevista la quarantena per chi arriva da un Paese fuori dall’Unione europea. Ma il Consiglio Ue avverte: «Gli Stati dovrebbero autorizzare i viaggi non essenziali delle persone vaccinate con un vaccino approvato dall’Ue o dall’OMS, delle persone guarite e di tutte le persone che viaggiano da un Paese che figura nell’elenco dell’Ue. Per alcuni di questi viaggiatori potrebbero essere applicate misure supplementari, come i test molecolari prima del viaggio».

In Francia l’obbligo della mascherina all’aperto è stato abbandonato il 2 febbraio e il ministro della Salute Olivier Véran ha annunciato che il Green pass sarà rimosso tra fine marzo e inizio aprile, a condizione che l’occupazione delle terapie intensive scenda sotto una certa soglia. Anche la Germania è pronta a dire addio alle restrizioni, con la data indicativa del 20 marzo per la fine di gran parte delle misure. Tra i Paesi in cui sono state allentate le misure, anche Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Slovenia e Irlanda.

Gli abitanti di Hong Kong, invece, sono alle prese con le regole più rigide mai applicate nel Paese: secondo i ricercatori universitari locali, infatti, le nuove infezioni potrebbero raggiungere un picco elevatissimo a marzo, con 180.000 casi al giorno. La governatrice Carrie Lam, martedì 22 febbraio, ha annunciato che da metà marzo lancerà i tamponi obbligatori per tutti i 7,4 milioni di abitanti della Regione Amministrativa Speciale della Repubblica Popolare cinese. «I prossimi uno o tre mesi saranno cruciali per combattere la pandemia», ha detto Lam in una conferenza stampa, parlando a quelli che sono alcuni dei distretti più densamente popolati della Terra.

Con 6.211 nuovi casi e 32 decessi giornalieri, questa regione della Cina potrebbe raggiungere i 3.200 decessi entro metà maggio, secondo i ricercatori dell’Università di Hong Kong citati dall’agenzia britannica Reuters. Si tratta di uno dei Paesi con le misure più stringenti, con pochissimi voli ammessi verso l’aeroporto e con il divieto fino al 20 aprile di arrivare da ben 9 Nazioni, compresi Stati Uniti e Gran Bretagna, e assembramenti non concessi tra più di due persone. Inoltre, scuole, palestre e saloni di bellezza restano chiusi.

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di Redazione 1 min lettura