Ambiente

Quanti turisti in Antartide

Navi da crociera, aerei e presenza umana (anche dei ricercatori) stanno innescando preoccupanti trasformazioni sul continente bianco. Che perde sempre più ghiaccio
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24 febbraio 2022 Aggiornato alle 07:00

L’uomo sta lasciando la sua impronta anche su una delle zone più remote, fredde e, in parte, ancora incontaminate del mondo: l’Antartide.

Recenti rilevazioni ci raccontano che in questo continente il ghiaccio marino è ormai sceso al livello più basso di sempre da quando sono iniziate le registrazioni, 40 anni fa. Di conseguenza l’Antartide è anche sempre più accessibile: alle grandi navi da crociera, alle centinaia di spedizioni di ricerca, ai turisti.

Lo si raggiunge in nave o in aereo e, esattamente come si fa in qualsiasi parte del mondo, lo si inquina. Anche involontariamente.

Durante la stagione 2019-20 le cifre parlano di 74.000 visitatori, molti di questi arrivati tramite imbarcazioni. Poi ci sono i tecnici, ricercatori, personale che raggiungano il continente bianco per studiarlo, viste le 70 stazioni di ricerca disseminate fra i ghiacci. Operatori turistici e scienziati sanno bene, anche in base al trattato sull’Antartide, che sono tenuti a rimuovere tutti i rifiuti: questi vengono trasportati in aereo e smaltiti altrove.

Tuttavia, come ha chiarito in un articolo il ricercatore Matthew Harris, esperto di Scienze del clima dell’Università di Keele, tutti coloro che visitano l’Antartide inevitabilmente infatti lo inquinano, per esempio tramite il carburante usato per riscaldarsi o muoversi. Tutt’oggi, in Antartide, le fonti di “black carbon” - racconta una ricerca su Nature Communications - stanno impattando sulla neve e i ghiacci: ne sono stati rilevati campioni in tutte le 28 località esaminate, in un tratto di 2.000 km di uno dei percorsi più battuti.

Queste particelle inquinanti influenzano le proprietà della neve antartica, soprattutto nelle aree molto trafficate. Studi effettuati in loco hanno confermato che i livelli di inquinamento legati alle emissioni umane influenzeranno il modo in cui la neve assorbe e riflette la luce (effetto albedo), contribuendo a un ulteriore scioglimento dei ghiacci. Secondo alcune stime, nelle aree con più segni di emissioni si potrebbe causare lo scioglimento della neve superficiale fino a 23 mm ogni estate.

Per Harris, «con l’aumento dell’attività umana in Antartide, aumenteranno anche gli effetti collaterali. La ricerca su questi danni reali e potenziali fornisce informazioni vitali su come potrebbero essere mitigati o evitati del tutto. Per ridurre al minimo gli impatti su fauna selvatica e ambiente, dobbiamo garantire che sia la ricerca che il turismo siano gestiti con attenzione».

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