Culture

Da Brera a Pompei: i luoghi d’arte diventano davvero inclusivi

I quadri della Pinacoteca milanese, le cascate del Parco Gregoriano vicino Tivoli, i resti archeologici della città campana. Sono sempre di più gli interventi per rendere fruibili a tutti i musei e i parchi culturali del Paese
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
22 marzo 2022 Aggiornato alle 21:00

Visitare un museo, una mostra oppure un parco naturale o archeologico dovrebbe essere un’esperienza piacevole, ma non sempre è così. Sono oltre 3 milioni le persone con disabilità in Italia (il 5,2% della popolazione) e che si tratti di fronteggiare disabilità motorie o intellettive, i poli culturali del Paese non sempre sono veramente inclusivi.

Risale a quest’estate l’episodio di boicottaggio sui social del Giardino dei Tarocchi, il parco di sculture progettato dall’artista Niki De Saint Phalle a Capalbio in Maremma e dedicato agli arcani maggiori delle carte.

In quell’occasione l’attivista e atleta paraolimpica Sofia Righetti aveva segnalato la completa inadeguatezza e inaccessibilità delle strutture del parco per le persone con disabilità. Secondo la legge 104, i musei statali dovrebbero adeguarsi all’articolo 30 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, che stabilisce che gli Stati devono assicurare “l’accesso ai prodotti culturali in formati accessibili” e “ai luoghi di attività culturali, come teatri, musei, cinema, biblioteche e servizi turistici”.

Esistono però anche degli esempi virtuosi, come il progetto Museo per tutti, ideato dall’associazione “L’abilità” in collaborazione con la Fondazione De Agostini, che conta oggi una rete di 29 musei su tutto il territorio nazionale, tra cui il Castello Sforzesco e la Pinacoteca di Brera, ma anche i beni del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano. Tra questi, il Parco Villa Gregoriana di Tivoli, un giardino di straordinaria bellezza, in cui il fragore e la vitalità delle cascate si contrappongono al silenzio delle rovine romane.

Si tratta di iniziative volte a incentivare la partecipazione di famiglie e bambini, ma anche di persone con esigenze speciali, per esempio stranieri che stanno imparando la lingua o persone (giovani o anziane) con disabilità intellettive (circa 2 milioni sul territorio nazionale).

Proprio la Pinacoteca di Brera sta per attivare un percorso dedicato, con un focus su una decina di opere d’arte, un personale formato e una guida messa a punto per coinvolgere il più possibile i fruitori. Redatta in due versioni: la prima segue le regole dell’easy to read, un linguaggio semplificato regolamentato dall’Unione Europea, “cucito su misura” della disabilità intellettiva, che favorisce la concentrazione e la comunicazione, attraverso frasi brevi, che prediligono le forme verbali attive e le ripetizioni.

Laddove si sceglie di utilizzare un lessico più complesso, lo si fa spiegando sempre il termine: per esempio, nella guida si è mantenuta la parola “prospettiva”, perché di fondamentale importanza nell’arte rinascimentale. La seconda versione, invece, è arricchita con i simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa, che associa il testo a simboli o immagini intuitivi: una modalità di comunicazione potenziata dallo strumento visivo, adatta alle persone che hanno difficoltà nell’elaborazione e nella comprensione del linguaggio verbale.

La guida è disponibile e scaricabile dai siti della Pinacoteca di Brera e di Museo per tutti. Per le persone con disabilità intellettiva, infatti, è importante poter accedere ai contenuti già da casa, per prepararsi a un’esperienza nuova, selezionare le opere da vedere e vivere l’ambiente circostante come un luogo familiare.

«I musei sono luoghi di educazione dove si incontra la diversità culturale e nascono nuovi pensieri ed emozioni – afferma Carlo Riva, Direttore di L’abilità Onlus e responsabile di Museo per tutti – La Pinacoteca di Brera è il luogo dove si incontra il colore di Raffaello, di Mantegna, di Tiziano e si sviluppano nuovi sguardi e molteplici sensazioni. I suoi capolavori rappresentano un mondo così ricco e profondo nella sua offerta che non può non essere a disposizione di persone che nella loro fragilità chiedono salute e qualità della vita».

Sempre all’interno della Pinacoteca saranno reinserite a breve le didascalie tattili, rimosse per le misure igienico-sanitarie legate alla pandemia, previste per 5 opere, tra cui il Bacio di Hayez, e che rievocano per le persone ipovedenti e cieche, ma non solo, le sensazioni al tatto dei tessuti dipinti dai maestri della pittura. Un superamento della regola ferrea del “vietato toccare”, che incoraggia ad avvicinarsi e sperimentare con le proprie mani.

C’è, poi, il percorso archeologico di Pompei, che grazie alla collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi-Sezione Provinciale di Napoli (ENS), consente alle persone sorde di avvalersi di un accompagnamento dedicato - operatori specializzati non udenti, madrelingua LIS, formati dal personale del sito - per assaporare appieno l’atmosfera che si respira lungo le strade dell’antica città.

Anche a Napoli non mancano progetti inclusivi e modellati sui bisogni delle persone cieche e sorde, con libri tattili, descrizioni in Braille e guide in grado di comunicare tramite il linguaggio dei segni. Oltre a questo, decine di percorsi didattici per le scuole con classi frequentate da alunni con disturbi dello spettro autistico e sindrome di Asperger. Tra i progetti più innovativi c’è, infine, “Il Tulipano Art - Un tuffo nel blu”, un progetto di fruizione e inclusione museale ideato per il Museo Archeologico Nazionale di Paestum, in provincia di Salerno. Assieme all’università di Napoli Federico II e grazie al cofinanziamento della Regione Campania, Il Tulipano Art ha dato vita a un’app per le visite a distanza. L’idea ha reso possibile non solo visitare il sito archeologico durante il periodo di chiusura dei musei, ma anche personalizzare il percorso per visitatori con disabilità intellettive.

Insomma, il Museo del futuro sarà sempre più un luogo “su misura” di tutti.

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