Come vivrebbero le americane senza il diritto all’aborto?

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato la fuga di notizie di Politico, secondo la quale la sentenza Roe v. Wade potrebbe essere revocata, vietando di fatto il diritto all’aborto a livello federale. La Corte ha precisato che non c’è ancora un verdetto finale, per il quale si dovrà aspettare fino all’estate.
Se la Corte dovesse confermare la sua decisione, sarebbero i singoli Stati a decidere in materia di aborto, con la possibilità che a ogni cambio di governo vengano imposte nuove limitazioni o revocate quelle esistenti. Si potrebbe, quindi, giungere a un variegato e confusionario quadro normativo in continuo cambiamento.
Inoltre, come da giorni affermano donne e attivistə, limitare l’interruzione volontaria di gravidanza non ridurrà i numeri ma implementerà le pratiche illegali e non sicure.

Secondo il Washington Post, in un futuro post Roe le donne dovranno prestare più attenzione al contenuto del proprio telefono: posizione, cronologia delle ricerche e app per il controllo delle mestruazioni sono i tre elementi che secondo il giornale potrebbero essere utilizzati per sorvegliare le donne e i loro aborti.
«A volte, le scritte in piccolo nelle policies sulla privacy delle applicazioni danno alle compagnie il diritto di vendere informazioni ad altre compagnie che possono renderle disponibili per gli inserzionisti o per chiunque voglia pagare per ottenerle», scrive il giornale.
Proprio martedì, Vice ha spiegato di aver acquistato dalla società di SafeGraph i dati settimanali riguardo alcune cliniche abortive di Planned Parenthood (organizzazione non-profit per la salute riproduttiva) che mostravano i luoghi di provenienza delle persone che le avevano visitate, quanto erano rimaste nella struttura e dove si erano recate in seguito (ma non nomi o numeri di telefono).
L’indagine di Vice ha messo in luce la facilità con cui determinati dati possano essere intercettati e utilizzati per identificare le strutture abortive, al di fuori delle quali mandare eventualmente gruppi anti-abortisti. Per scongiurare questo rischio, SafeGraph ha dichiarato di aver smesso di vendere questo tipo di informazioni.

I dati possono essere rintracciati anche attraverso le app per la salute riproduttiva, nel momento in cui vengono segnati l’inizio e la fine del ciclo mestruale e dell’ovulazione. «Se stai usando un sito online o un’app per il controllo del tuo ciclo, smetti subito e cancella i tuoi dati», ha twittato il tre maggio l’autrice Elizabeth Cronise McLaughlin.
In questo modo, collegando le varie informazioni ottenute dalle diverse piattaforme, si potrebbero rintracciare le donne rimaste incinte negli Stati dove l’aborto è illegale. Su Reddit, invece, si trovano già delle alleate.
r/auntienetwork, “Il network delle zie” o “The Jane Coalition”, fornisce dal 2019 informazioni e assistenza all’aborto (non solo alle donne, «Per favore, fai conoscere i tuoi pronomi preferiti, non tutti coloro che possiedono un utero sono donne» scrivono).
Tra queste, c’è la zia di Cleveland che si offre di «portarti alla Rock & Roll Hall of Fame per scattarti tante foto così da non dover dire a nessuno il motivo per cui sei venuta qui, se non vuoi. L’aborto è ancora accessibile in Ohio (per ora)».
Ad oggi la comunità ospita più di 60 mila utenti, un numero che è cresciuto notevolmente nell’ultima settimana, tanto che la sua moderatrice (intervistata anonimamente dal Washington Post) ha rivelato il suo intenso impegno degli ultimi giorni.
«Esamina da sola ogni post e commento per garantire che la comunità non venga invasa dagli attivisti anti-abortisti e che rimanga un luogo sicuro per le persone che cercano o offrono assistenza riproduttiva», scrive il giornale.
Con la revoca della Roe v. Wade, non solo donne e altrə, ma anche medici che praticano l’aborto rientrerebbero tra le persone “ricercate” dalle autorità. Senza escludere poi l’eventuale impennata della vendita delle pillole del giorno dopo.
E intanto, nel Paese si scende in piazza per protestare al grido di “My body, my choice”.