Diritti

America: l’aborto in Texas passa quasi inosservato

Usa: la sentenza Roe versus Wade del 1973 sull’interruzione di gravidanza è stata superata a destra. Molto male
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
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11 dicembre 2021 Aggiornato alle 11:33

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di non decidere sulla questione “Texas Abortion Law”. È di ieri la notizia che spiega come la partita, per i sostenitori dei diritti civili, sia finita pari e patta. Ovvero: si potrà fare causa alle istituzioni texane che bloccano il diritto di abortire a sole 6 settimane dal concepimento dell’embrione, ma al tempo stesso il Governo texano potrà procedere con le sue miserabili leggi. Che impediscono - di fatto - di praticare l’interruzione di gravidanza.

La mitica sentenza Roe versus Wade del 1973, che ha permesso alle donne di abortire liberamente fino alla 24esima settimana, è stata superata a destra: “Se il battito cardiaco si può ascoltare” scrivono “ allora vuol dire che il bambino esiste” e quindi non è più legittimo parlare di diritti della madre. Il segnale è di quelli neri e fa il paio con tutte le inchieste non solo in giro per il mondo, ma che abbiamo letto in Italia.

Medici pieni di frontiere, ginecologi e ginecologhe obiettori di coscienza rendono un’esperienza già complessa ancora più difficile e dolorosa già qui, in Italia. Regioni come il Molise in cui non è possibile praticare un’interruzione di gravidanza. Regioni in cui si trova il medico con il lumicino. Regioni in cui si aspettano giorni prima di avere una risposta, e non è giusto. Per questo anche La Svolta ha voluto vederci chiaro, e dedicare un approfondimento - che pubblicheremo nei prossimi giorni - sul tema.

A queste difficoltà, poi, si aggiungono città in cui i sindaci, tipicamente di Fratelli d’Italia come quello di Cagliari, cercano di mettere in atto una follia chiamata “cimiteri degli angeli”. Luoghi in cui i feti delle donne che si sono sottoposte a un’interruzione di gravidanza dovrebbero essere raccolti - senza il permesso delle interessate - e riposti in un luogo pubblico di memoria. Che più che salvaguardare il ricordo dell’embrione, assomiglia a un posto di pubblico ludibrio per le ragazze che non hanno potuto portare a termine la gravidanza.

Medioevo di ritorno. Oggi l’Economist si domanda in prima pagina “Per che cosa combatterà l’America adesso?” facendo riferimento agli 80 anni che ci separano da Pearl Harbour. La mia impressione è che più che guardare oltre i propri confini, gli Stati Uniti dovrebbero armarsi di santa pazienza e battagliare per i loro grandi problemi casalinghi. Il Far West è dentro i nostri Paesi anche in Occidente: non ci sono territori da conquistare, solo diritti da difendere.