Ambiente

Olio d’oliva: ecco perché sta diventando un bene di lusso

Italia e Spagna stanno registrando piccoli miglioramenti in termini di produttività. Ma i dati del Consiglio Oleicolo Internazionale dicono che la produzione globale dell’olio d’oliva è ancora in crisi. Intanto, i prezzi sono sempre più alti
Credit: Cup of couple  

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8 maggio 2024 Aggiornato alle 13:00

Il cuore dell’Italia, nella provincia de L’Aquila, si prepara per il raccolto delle olive, e finalmente con previsioni di rese migliorate rispetto agli anni scorsi. Ma, se in termini di produttività locale sembra finalmente scorgersi una luce, ecco che per il mercato globale è ancora molto fosca, con i prezzi destinati a raggiungere livelli record.

L’anno, infatti, si prospetta particolarmente difficile per gli amanti dell’olio di oliva, con una produzione globale a livello più basso degli ultimi 10 anni: in particolare, le regioni tradizionalmente produttrici, come Grecia, Marocco e Turchia hanno registrato una significativa riduzione nella quantità di raccolto, mentre Spagna e Italia hanno una previsione di miglioramento, anche se gli effetti di calore estremo e siccità si fanno sentire.

Secondo i dati più recenti del Consiglio Oleicolo Internazionale, la produzione globale di olio d’oliva dovrebbe attestarsi a poco meno di 2,3 milioni di tonnellate, molto al di sotto delle 3,4 milioni di tonnellate del 2022: questa diminuzione costante nella produzione ha come effetto una situazione in cui la domanda supera costantemente l’offerta per il secondo anno consecutivo.

E, con la scarsità dell’offerta, i prezzi dell’olio d’oliva extravergine stanno raggiungendo livelli senza precedenti: secondo gli esperti del settore, il prezzo al litro potrebbe superare la soglia dei 18 euro durante il prossimo mese, con un trend al rialzo che potrebbe avere ripercussioni significative per i consumatori.

Un esempio su tutti quello del Regno Unito, uno dei principali mercati per l’olio d’oliva, che, stando ai dati riportati dall’Office for National Statistics, l’ufficio di statistica nazionale, ha già registrato un aumento del 39% nel prezzo medio di una bottiglia da litro nel primo trimestre del 2024, raggiungendo più del doppio del prezzo del 2018. Insomma, una dura prova per i consumatori britannici, ma anche per i venditori, che si sono trovati a dover mettere le bottiglie in scatole di sicurezza per dissuadere i furti.

Nonostante le difficoltà, però, si mantiene una nota di ottimismo, e si spera che la produzione di quest’anno possa beneficiare di un ritorno a un clima più normale, soprattutto in Italia e Spagna, dove gli alberi di olivo stanno mostrando segni di fiorente vitalità, anche se le sfide rimangono.

In questo contesto, i produttori stanno facendo tutto il possibile per soddisfare la domanda: per esempio, Filippo Berio, uno dei principali produttori mondiali di olio d’oliva, importerà l’olio dall’America del Sud per il secondo anno consecutivo, anche se si incontrano delle difficoltà a causa delle restrizioni all’offerta in Argentina e Cile.

Alla luce di queste sfide, resta da vedere come evolverà il mercato nei prossimi mesi e quali saranno le conseguenze per i consumatori di tutto il mondo.

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