Futuro

Spagna: vietata la scansione dell’iride in cambio di criptovalute

Il progetto Worldcoin di Sam Altman, Ceo di OpenAI, prevede la raccolta di dati biometrici in cambio di denaro digitale. A causa di possibili violazioni della privacy, l’iniziativa è stata sospesa per tre mesi
Credit: Worldcoin
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12 aprile 2024 Aggiornato alle 15:00

A marzo la Spagna ha deciso di bloccare, temporaneamente, il progetto di Sam Altman, Ceo di OpenAI, di barattare la scansione dell’iride di una persona con criptovalute.

Un’iniziativa curiosa. È stata proprio la curiosità la parola d’ordine che ha spinto migliaia di cittadini a presentarsi (facendo lunghe file!) nei luoghi designati (una trentina di stand in diversi centri commerciali del Paese) e lasciarsi effettuare la scansione dell’iride; in cambio, hanno ricevuto criptovaluta Worldcoin.

Di fronte a questa ondata di adesioni, l’Autorità spagnola per la protezione dei dati (Aepd) ha manifestato le proprie perplessità e preoccupazione: secondo il Governo spagnolo, infatti, questa pratica comporta rischi elevati per la privacy dei cittadini, avendo questi anche rilasciato, nel momento della registrazione per la scansione, le proprie generalità e dati sensibili.

È proprio questo l’elemento che maggiormente preoccupa il Garante per la Privacy spagnolo, sia per le scarse informazioni reperibili riguardo il progetto che per la poca chiarezza in merito al trattamento dei dati anagrafici e biometrici raccolti.

Per queste ragioni, è stato disposto uno stop di 3 mesi all’iniziativa di Altman, durante i quali non potrà essere effettuata la raccolta di ulteriori dati biometrici e non potranno essere utilizzati i dati già registrati. Nel frattempo, si cercherà di fare luce su quali siano i reali interessi del Ceo di OpenAI nell’accumulare una così grande quantità di informazioni anagrafiche e biometriche.

Intanto, il team di Altman non ha chiarito le sue intenzioni, anzi hanno negato agli utenti di esercitare il diritto a ritirare il consenso per il trattamento dei dati precedentemente forniti. Per tutti questi motivi, Worldcoin è finitao sotto la lente di ingrandimento anche in altri Paesi: Argentina, Germania, Regno Unito, Kenya (dove è già stato bloccato, come in Spagna), Stati Uniti, Cina e India.

Da una parte, circa 400.000 cittadini spagnoli hanno consegnato a Worldcoin i loro dati personali e biometrici; dall’altra, i vertici sostengono di avere rispettato pienamente quanto previsto dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati dell’Ue (Gdpr) e che da mesi sono in contatto con la BayLDA, l’Autorità di Protezione dei Dati della Baviera, dove si trova la sede di Tools for Humanity, la società che si occupa di raccogliere e archiviare immagini ad alta definizione degli iridi degli utenti di Worldcoin.

Ma come avviene lo scambio dati personali-criptovaluta? La persona guarda per alcuni istanti attraverso una sfera hi tech, chiamata Orb grande quanto un pallone da football; per poterla utilizzare, l’utente deve scaricare un’applicazione sul proprio smartphone e ricevere un codice QR. La foto dell’iride, in sostanza, sostituisce il flag che in altre circostanze mettiamo su “non sono un robot”. In questo modo, il sistema garantisce che la richiesta è stata fatta effettivamente da una persona reale. All’immagine dell’iride viene associato il codice QR e, successivamente, l’app genera un documento chiamato World ID.

L’utente poi fornisce anche i propri documenti di identificazione personale (Dni nel caso della Spagna, ovvero: carta di identità e Codice Fiscale) di cui viene immediatamente salvata una copia nel data base della startup. Il corrispettivo per questa esperienza tecnologia che, a quanto pare, attrae davvero moltissime persone, è una criptovaluta: oggi le monete digitali di Worldcoin toccano gli 80 euro circa.

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