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Splash! Vasetto piante, terriccio, telo antigelo: dove si buttano?

Ci sono materiali e prodotti davanti ai quali la raccolta differenziata a volte sembra una lotteria. Ecco la rubrica per non sbagliare bidone
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2 aprile 2024 Aggiornato alle 16:00

L’insegnamento della raccolta differenziata nelle scuole dovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Gli allievi dovrebbero imparare come dividere i rifiuti nei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento di riciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località.

In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare. Dove si butta questo? E quello? Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezza davanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già.

Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato di restare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica - in collaborazione con Junker App, piattaforma specializzata nella raccolta differenziata in Italia - cerca di dissipare la nebbia della raccolta differenziata che avvolge alcuni oggetti e materiali, per evitare errori e fare “Splash” nel contenitore giusto.

I vasetti delle piante

Con l’inizio dell’attesa primavera è tornata la Festa dell’Albero. I circoli di Legambiente, a partire dal 21 marzo, hanno cominciato a dare vita a 60 eventi in 14 regioni, piantumando più di 700 nuove piante.

E così parecchie persone hanno rimesso il muso fuori di casa, si sono finalmente riaffacciate sugli spazi verdi e hanno ripreso a curarli, dai balconi ai giardini fino agli orticelli.

Tutto questo dovrebbe far bene anche al sonno. La scienza infatti ha dimostrato che se si vive in strade “più verdi” con erba, alberi e vegetazione in vista, si dorme meglio. In generale i centri urbani dovrebbero impegnarsi sempre di più a integrare maggiormente le aree green, come ha confermato il nuovo indicatore Biodiversity alert.

Ad ogni modo tra gli accessori più utilizzati dai provetti pollici verdi ci sono naturalmente i vasetti delle piante. Il loro corretto smaltimento può risultare articolato. Innanzitutto quelli acquistati in vivaio, insieme alle nuove piantine, sono imballaggi e sono destinati alla plastica.

Bisogna però fare attenzione ai vasi in terracotta o di plastica acquistati separatamente, perché non sono considerati imballaggi. I primi, soprattutto quando sono integri e vanno buttati in grandi quantità, si conferiscono tra gli inerti al centro di raccolta. I secondi invece, se sono di grandi dimensioni, vanno consegnati al centro di raccolta.

Il terriccio

Quando si parla di terra, occorre ricordare anche che senza pensarci troppo, tramite frutta e verdura, mangiamo sempre più “inquinanti eterni”. Sono i residui di pesticidi detti Pfas, perfluorinated alkylated substances (Sostanze perfluoro alchiliche).

La contaminazione di questi vegetali in Europa è più che triplicata dal 2011 al 2021. Così Pan Europe, subito dopo aver lanciato l’allarme con un report, ha scritto una lettera alla Commissione europea, esortandola a bandire immediatamente le componenti nocive.

Ma focalizziamoci ora sul semplice terriccio e sul concime che vengono utilizzati nelle classiche situazioni domestiche. Solitamente sono contenuti all’interno di un sacchetto, che va a finire nella plastica.

Tra l’altro recentemente i ricercatori dell’University of Linköping, in Svezia, hanno inventato un terriccio in grado di stimolare elettricamente le radici delle piantine di orzo, migliorandone così la produttività del 50%.

I teli antigelo

Esattamente dodici mesi fa, in questo stesso periodo dell’anno, l’associazione degli agricoltori Coldiretti aveva lanciato un allarme spiegando che nei campi erano stati accesi fuochi per scaldare le piante nei frutteti al gelo, dove si rischiava di perdere gemme e piccoli frutti già sugli alberi dopo un inverno caldo e secco con il 30% di piogge in meno.

Alla vigilia della Pasqua del 2023, infatti, l’Italia era stata colpita dal crollo delle temperature notturne sotto zero. Nei frutteti al Nord in particolare vengono usate anche ventole e irrigazioni antigelo per salvare i raccolti.

Per badare agli ambienti verdi casalinghi, invece, vengono spesso usati i teli antigelo in tessuto non tessuto specifici per le piante. Sono accessori molto usati e quando non servono più vanno a finire nel secco residuo.

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