Ambiente

Pfas: in frutta e verdura sono triplicati

Mangiamo sempre più “inquinanti eterni”. L’allarme sull’aumento dei residui di pesticidi nei cibi proviene dal report di Pan Europe
Credit: Isaac N.C.  

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29 febbraio 2024 Aggiornato alle 13:00

Senza pensarci troppo, tramite frutta e verdura, mangiamo sempre più “inquinanti eterni”. Sono i residui di pesticidi detti Pfas, perfluorinated alkylated substances (Sostanze perfluoro alchiliche). La contaminazione di questi vegetali in Europa è più che triplicata dal 2011 al 2021. Così Pan Europe, subito dopo aver lanciato l’allarme con un report, ha scritto una lettera alla Commissione europea, esortandola a bandire immediatamente queste componenti nocive.

Il problema emerge in maniera inquietante proprio dal rapporto del Pesticide Action Network Europe intitolato Toxic Harvest, ovvero raccolto tossico. Il lavoro “si basa sui dati di sorveglianza ufficiali degli Stati membri, che sono stati campionati in modo casuale per riflettere accuratamente un’esposizione rappresentativa dei consumatori dell’Ue ai pesticidi negli alimenti”. Si concentra su prodotti coltivati con un’agricoltura convenzionale, cioè non biologica.

L’accusa principale mossa dal documento è che quelle pericolose sostanze chimiche vengono “deliberatamente irrorate sulle colture alimentari”, trasformando la frutta e la verdura fresca in un veicolo di esposizione diretta e sistematica per i consumatori. Queste conclusioni sollevano serie preoccupazioni per l’ambiente e la salute umana.

I punti principali attraverso cui si snoda l’indagine sono questi. Tra il 2011 e il 2021 sono stati rilevati residui di 31 diversi Pfas in frutta e verdura nell’Unione europea, con la conseguente constatazione: la quantità di alimenti contenenti residui di almeno uno di questi pesticidi, nella stessa area geografica, è triplicata in 10 anni.

Nel complesso, in quel decennio nell’Ue, il volume di frutta contaminata da residui di Pfas è aumentato del 220% e quello degli ortaggi del 247%. L’aumento maggiore è stato registrato per albicocche (+333%), pesche (+362%) e fragole (+534%).

Gli incrementi più significativi della contaminazione dei prodotti coltivati internamente alle nazioni sono stati osservati in Austria (frutta: +698%, verdura: +3.277%) e Grecia (frutta: +696%, ortaggi: +1.974%).

Nel 2021, in particolare, sono risultati notevolmente contaminati alcuni frutti coltivati in Europa come fragole (37%), pesche (35%) e albicocche (31%): spesso contenevano veri e propri “cocktail” di tre o quattro diversi Pfas in un singolo frutto.

I Paesi Bassi, il Belgio, l’Austria, la Spagna, il Portogallo e la Grecia sono i principali produttori di alimenti contaminati da Pfas all’interno dell’Ue, mentre nazioni come il Costa Rica, l’India e il Sudafrica sono per il Vecchio Continente i principali esportatori di alimenti ad alto contenuto di Pfas.

Così gli “inquinanti eterni”, anche grazie alla loro eccezionale durevolezza, rappresentano oggi uno dei maggiori rischi chimici per l’uomo e per l’ambiente: inquinano le risorse idriche e si accumulano nel suolo, nelle colture alimentari e negli organismi viventi, compresi gli esseri umani. Le evidenze empiriche disponibili sono limitate ma mostrano comunque una serie di effetti, legati all’esposizione, sulle persone e sul pianeta.

«Le prove sulla loro persistenza e tossicità per la salute umana sono già ben documentate, compresi i rischi per i bambini non ancora nati, i danni cerebrali, l’interruzione del sistema endocrino e il cancro. Inoltre, l’impatto delle miscele di pesticidi semplicemente non viene studiato», ha dichiarato Salomé Roynel, policy officer di Pan Europe.

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