Futuro

I cani capiscono molto più di quanto pensiamo

Secondo i ricercatori dell’università ungherese Eötvös Loránd, i nostri amici a quattro zampe sono in grado di associare una parola a un oggetto comprendendone il significato, non interpretando i termini solo come semplici comandi
Credit: Steph Wilson
Tempo di lettura 4 min lettura
3 maggio 2024 Aggiornato alle 08:00

“Seduto”, “Batti il cinque”, “Pallina”, “Usciamo”, sono solo alcune delle parole che pronunciamo davanti ai cani per catturare la loro attenzione. E sappiamo bene che, una volta che avranno ascoltato ciò che diciamo loro, i nostri amici a 4 zampe salteranno dalla gioia per cimentarsi in un’attività che conoscono bene e non vedono l’ora di fare. Ma quello che ancora non sapevamo, fino a oggi, è che i cani non sono solamente in grado di comprendere un comando ed eseguirlo, ma riescono anche a capire perfettamente il significato. Oltre le semplici parole, insomma, i nostri compagni fidati, tramite rappresentazioni concettuali, riescono a recepire anche cosa intendiamo quando le pronunciamo, in maniera molto simile a come facciamo noi umani.

È questa la scoperta realizzata dai ricercatori e dalle ricercatrici dell’università Eötvös Loránd, in Ungheria. Gli scienziati, guidati da Marianna Boros, ricercatrice di neuroetologia della comunicazione al dipartimento di etologia dell’ateneo, sono riusciti a scoprire ciò grazie a uno studio approfondito sulle rappresentazioni concettuali delle parole nella mente dei cani. La rivelazione più grande riguarda proprio la concettualizzazione delle parole: i nostri amici a quattro zampe, indipendentemente dal numero di parole che conoscono e apprendono nel tempo, riescono a attivare rappresentazioni mentali che corrispondono alle parole familiari che sentono pronunciare. Associano una parola a un oggetto comprendendone il significato.

Per lo svolgimento dello studio, i ricercatori hanno analizzato il comportamento di 18 cani differenti. Inizialmente i proprietari degli animali sono stati istruiti a pronunciare alcune parole relative a oggetti da loro ben conosciuti, come “ciabatta”, “palla”, “frisbee”, “gioco”. In seguito, ai proprietari è stato chiesto di mostrare oggetti diversi rispetto a quelli pronunciati a parole. L’esperimento è stato ripetuto diverse volte, sia con oggetti corrispondenti al loro nome, sia con oggetti diversi.

Monitorando l’attività cerebrale dei cani con la tecnica Eeg - elettroencefalogramma non invasivo, che permette di indagare l’attività del cervello attraverso alcuni innocui elettrodi posti sulla testa (in corrispondenza delle varie aree della mente), i ricercatori hanno scoperto che l’attività cerebrale degli animali cambiava in base alle parole che venivano pronunciate. In particolare, più i termini erano conosciuti dai cani, maggiore era l’intensità della loro attività cerebrale.

Sembra quindi che questi animali colgano l’essenza delle parole e non le interpretino solo come dei semplici comandi. È una scoperta molto importante, e secondo Marianna Boros, una capacità che «potrebbe essere presente in tutti i cani». La ricercatrice, che nel corso dello studio ha esaminato razze di vari tipi tra cui Border Collie, Barboncini toy e Labrador, afferma che ciò cambia la nostra comprensione sull’evoluzione del linguaggio.

Sono necessarie ulteriori ricerche per affermare definitivamente che i cani comprendono le parole in modo identico agli esseri umani; tuttavia, rivela la ricerca ungherese, riescono a farlo in modo molto simile. Adesso gli scienziati vogliono cercare di capire, attraverso ulteriori studi, se i cani imparano fin da piccoli il significato delle parole e se riescono ad abbinarle a oggetti molto specifici (per esempio, se riescono a capire che per “pallina” si intende effettivamente una pallina gommosa) o solo generici.

Gli interrogativi sulla comunicazione tra diverse specie animali, e tra animali ed esseri umani, sono ancora moltissimi: è per questo che la ricerca andrà avanti per analizzare meglio alcuni aspetti ancora poco noti e per capire se può essere estesa anche ad altri mammiferi oltre ai cani. Intanto, lo studio dell’Università ungherese è stato pubblicato sulla rivista Current Biology e rappresenta già un passaggio rivoluzionario nell’analisi della comprensione tra esseri umani e cani.

Le funzioni cognitive dei cani sono state a lungo studiate e già nel 2011, come sottolinea il quotidiano britannico Guardian, è arrivata una prova diretta delle loro abilità mentali: alcuni psicologi della Carolina del Sud riferirono che, dopo 3 anni di addestramento, un border collie era riuscito a imparare i nomi di più di 800 giocattoli di stoffa, 100 palline e svariati altri oggetti. Ciò dimostra come i cani possano arrivare a conoscere migliaia di parole diverse.

Leggi anche
Scoperte
di Elisabetta Beretta 4 min lettura
Animali
di Francesco Carrubba 3 min lettura