Futuro

Pet food: perché spendiamo così tanto per il cibo “human grade”?

Sempre più padroni di cani e gatti scelgono alimenti “di qualità umana”, sugar free, ricchi di vitamine, fibre, proteine. Contro ogni logica economica
Credit: Steph Wilson 
Tempo di lettura 5 min lettura
15 marzo 2024 Aggiornato alle 10:00

Se per tanti decenni abbiamo nutrito i nostri animali domestici con avanzi di cucina (carne, ossa e pane), come siamo arrivati a pretendere per loro una costosissima dieta luxury, con cibi preparati ad hoc e marchiati come freschi, sani, variegati e ricchi di nutrienti?

Secondo Sean B. Cash, economista e professore associato di nutrizione globale presso la Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University, negli Stati Uniti, un crescente antropomorfismo o “umanizzazione” dei compagni a 4 zampe ha aumentato, nel corso degli anni la preoccupazione dei proprietari su ciò che danno da mangiare ai loro animali, ormai veri e propri membri della famiglia e pretendiamo per loro la miglior qualità del cibo sul mercato, al fine di garantire loro ottime condizioni di salute.

Conducendo una ricerca su cosa determina l’acquisto di alimenti per animali domestici, Cash e i suoi colleghi hanno scoperto quello che hanno definito un “divario nella definizione delle priorità della salute”. In altre parole, la tendenza sempre più diffusa a umanizzare gli amici a 4 zampe ha condotto quasi la metà dei proprietari di animali intervistati verso uno spasmodico desiderio di nutrirli con gli alimenti migliori sul mercato, anche a costo di sacrifici economici non indifferenti, dando priorità all’acquisto di cibo sano per i propri animali piuttosto che per sé stessi.

È così che, in pochi anni, è diventata sempre più alta l’attenzione dei proprietari di animali alle etichette di crocchette e mangimi, alla ricerca quasi ossessiva delle diciture dei cosiddetti cibi “senza” (sugar free, grain free, low grain), dei cibi “ricchi di” (vitamine, minerali, proteine, fibre, prebiotici, Omega-3 e Omega-6) e di quelli “human grade”.

Qui è necessario fermarsi e capire cosa si intende con “cibi di qualità umana”. Le prime definizioni di quest’ultima etichetta, infatti, sono state per molto tempo ambigue. Per diversi anni alcuni consumatori hanno identificato i prodotti human grade semplicemente come prodotti con una migliore qualità: se erano abbastanza buoni da essere mangiati dagli esseri umani, dovevano necessariamente esserlo anche per gli animali domestici.

Ora, invece, sappiamo che i prodotti con questo marchio sono prodotti obbligati persino a seguire i nuovi standard fissati negli ultimi anni negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa: il termine “di qualità umana” dunque, comprende alimenti per animali domestici non solo di qualità, ma anche prodotti in modo coerente con le normative, molto rigide e severe, sui prodotti alimentari umani pronti al consumo.

Si tratta di cibi che, per la loro qualità elevata, si trovano con non poche difficoltà sul mercato e comunque a prezzi molto alti. Nonostante ciò, però, i consumatori, bombardati da ogni dove da pubblicità dei grandi marchi del pet, che continuamente pubblicizzano i loro alimenti per animali senza grassi aggiunti, senza coloranti, senza conservanti e ricchi di tutti i nutrienti, pronti a garantire una dieta sana, equilibrata e variegata agli amici animali, spesso cedono all’impulso dell’acquisto per i loro cani e gatti, anche a costo di andare oltre ogni possibilità economica e logica finanziaria.

A questo proposito, l’American Pet Products Association stima che gli americani abbiano speso 58,1 miliardi di dollari in alimenti e dolcetti per animali nel 2022, mentre Uk Pet Food ha valutato la spesa del Regno Unito nel 2023: 3,8 miliardi di sterline. Cifre da capogiro, lievitate a dismisura soprattutto a partire dal 2007 quando, con un richiamo globale degli alimenti commerciali per animali domestici, la Food and Drug Administration (Fda) statunitense aveva dichiarato di aver scoperto contaminazioni con melamina e acido cianurico nelle scorte di cibo commerciale e confezionato.

Quanto accaduto in quell’anno è stato l’episodio scatenante di una «sfiducia globale nei confronti del sistema commerciale degli alimenti per animali domestici e ha generato il desiderio di un controllo sempre maggiore sulla provenienza degli ingredienti dei cibi», ha spiegato Natalia Ciecierska-Holmes, ricercatrice PhD che studia diete alternative per cani ed esseri umani presso la University of Adelaide, Australia, e la University of Nottingham, Regno Unito.

Così, per molti è iniziata una vera e propria caccia in altri mercati capaci di fornire alimenti freschi, non industrializzati, ma anche dal conto più salato: come la selvaggina, per esempio, i cui produttori offrono carne di cervo, coniglio e canguro, percepiti anche come cibi più sostenibili; o come il crudo, dove i consumatori possono scegliere tra la comodità di alimenti crudi di marchi di pet food specializzati e un numero crescente di veri e propri “macellai per animali domestici”. Cibi sani, senza dubbio. Cibi costosissimi, altrettanto.

Ma perché spendere tanti soldi nell’acquisto di sofisticati prodotti alimentari? Perché ci fidiamo della scienza. «Ci sono benefici documentati per la salute del sistema immunitario nell’alimentazione dei cani con diete di cibi integrali rispetto agli alimenti trasformati come le crocchette», ha dichiarato il veterinario californiano Patrick Mahaney.

Purtroppo, quello dell’alimentazione animale è un tema controverso che spesso divide l’opinione pubblica: se le argomentazioni a sostegno dell’human grade, come la salute e il benessere degli amici domestici, sono scientificamente provate e pressoché incontestabili, il rischio di cadere nell’eccesso è dietro l’angolo. Sono molti i marchi che hanno dato vita a linee di prodotti pet discutibili, come torte di compleanno, cibi Kosher e cibo Cash (un alimento a base di tacchino, mirtilli e spinaci da servire nel giorno del Ringraziamento). Mantenere l’equilibrio della ragionevolezza è il primo passo per non perdere credibilità.

Leggi anche
Animali
di Redazione 2 min lettura
Animali domestici
di Sara Capponi 2 min lettura