Economia

Nel 2023 la vendita di prodotti per animali è cresciuta del 17%

A spendere più denaro per la cura dei propri amici a quattro zampe sono i padroni di gatti (circa 1,2 miliardi di euro per cibo, sabbia e lettiera). Il prezzo non è un fattore fondamentale: si preferisce la qualità al risparmio
Credit: Steph Wilson 
Tempo di lettura 4 min lettura
4 marzo 2024 Aggiornato alle 09:00

Nel 2023 erano oltre 65 milioni gli animali da compagnia presenti nelle famiglie italiane, un numero più che raddoppiato rispetto al 2015, quando solo il 9% della popolazione condivideva la propria vita con un amico a quattro zampe. Un incremento in buona parte dovuto alla pandemia, che ha stravolto completamente le abitudini di ognuno di noi e aperto la strada a un nuovo senso di solitudine.

Ci sono oltre 10 milioni di gatti e circa 9 milioni di cani, ai quali si aggiungono canarini, criceti, conigli e pesci, capaci di risollevare l’umore dei loro padroni e farli sentire meglio, come evidenzia il sondaggio realizzato da Bva Doxa e commissionato da Purina, aiutandoli anche a sentirsi maggiormente al sicuro e a mantenere uno stile di vita più attivo.

Poco più di 1 italiano su 3 decide di portarli con sé durante le vacanza di famiglia, circa 3 su 10 scelgono invece pensioni apposite che garantiscano tutte le cure necessarie durante la loro assenza.

Un amore sconfinato che non conosce sonno, stagioni e scuse e che si riflette anche nell’economia del settore, come ci dimostrano i dati elaborati da Circana. Tra gennaio e ottobre 2023 il valore degli incassi del cibo per animali ha raggiunto quota 3 miliardi di euro su oltre 700.000 chili di prodotti venduti. Un numero in crescita del 15% rispetto al 2022 e che, nonostante la pesante inflazione, non arresta gli acquisti dimostrando la solidità e crescita costante del comparto pet.

A spendere di più, secondo Circana, sono i proprietari di gatti (circa 1,2 miliardi di euro) disposti a pagare soprattutto per il cibo dei loro felini, ma anche per sabbia e lettiera le cui vendite sono aumentate lo scorso anno del 17,4%.

Durante l’Italian Pet Summit, tenutosi a Milano lo scorso 27 febbraio, sono stati messi a confronto alcuni numeri del settore che permettono di identificare l’importante impatto economico delle aziende pet in Italia. Infatti, mentre la spesa di prodotti di largo consumo lo scorso anno è cresciuta del 9%, quella destinata all’acquisto di cibo e prodotti per la cura degli animali ha raggiunto un +17%. Al tempo stesso se i volumi venduti per i beni di largo consumo hanno risentito fortemente della crisi inflazionistica e, di conseguenza, sono diminuiti dell’1,8%, i volumi delle vendite dei beni legati ai nostri amici a quattro zampe sono cresciuti del 2,7%.

La motivazione è in parte da identificarsi nelle priorità che condizionano le scelte dei proprietari durante l’acquisto. I dati di Bva Doxa, infatti, sottolineano come il prezzo non sia considerato un fattore fondamentale: si preferiscono prodotti di qualità e in linea con i consigli del proprio veterinario. In parte, questo è dovuto a un aumento della consapevolezza dei proprietari che identificano, come giusto che sia, una responsabilità primaria nell’avere un animale.

Questo ha portato anche a una crescita del mercato delle polizze assicurative per gli animali che lo scorso anno ha raggiunto i 380 milioni di euro. Anche la nutrizione ricopre un ruolo chiave e centrale per i padroni, dal momento che permette di prevenire numerose malattie riducendo di conseguenza le visite dal veterinario. Una scelta che, dunque, tutela in primis il proprio amico peloso, ma anche il proprio portafoglio, dato che le visite mediche e il cibo per animali sono considerati ancora come un “lusso e, di conseguenza, tassati al 22%. Una questione per cui da anni si battono gli animalisti che chiedono quantomeno una riduzione dell’Iva al 10%.

A tutto ciò si aggiunge la crescente attenzione verso i temi di sostenibilità ambientale: Purina, per esempio, ha annunciato il proprio impegno per azzerare le emissioni entro il 2050, per esempio utilizzando per i propri prodotti packaging riciclabili al 90%.

Oggi l’urgenza è quella di sviluppare e promuovere una cultura di tutela e rispetto nei confronti degli animali. Negli ultimi mesi le storie di Leone, Aron e tanti altri animali maltrattati sono finiti sotto la lente dell’attenzione pubblica, suscitando sdegno e sgomento di fronte alla prova dell’assenza di limiti della crudeltà umana. Eppure, le loro storie sono solo una minima parte degli orrori che avvengono continuamente nel nostro Paese nei confronti di chi non può difendersi e per cui, troppo spesso, non ci sono conseguenze per chi li commette.

Leggi anche
Animali domestici
di Sara Capponi 2 min lettura
Animali
di Ilaria Marciano 3 min lettura