Diritti

Scopri se il tuo capo ha la Sindrome di Procuste

Appartengono a questa categoria, persone che boicottano i collaboratori, vissuti come un ostacolo al mantenimento del proprio ruolo. Se le incontri, meglio scappare
Credit: Igor Omilaev 
Tempo di lettura 4 min lettura
17 febbraio 2024 Aggiornato alle 06:30

C’era una volta tanti anni fa, nelle colline dell’Attica, lungo una strada che collegava Megara ad Atene, un locandiere che - per le sue abitudini - veniva chiamato Procuste, ossia “lo stiratore”.

Nella sua locanda, Procuste aveva due letti: uno molto piccolo e uno molto grande. Quando riceveva un ospite, Procuste, a seconda della statura della persona, sceglieva il letto dove farlo dormire. Se il viandante era alto, lo faceva dormire nel giaciglio più piccolo; se invece fosse stato minuto, lo avrebbe obbligato a distendersi sul letto grande. Poi, durante la notte, dentro Procuste scattava la convinzione che i suoi ospiti avessero un animo maligno. Mentre i malcapitati ospiti dormivano, ne approfittava per imbavagliarli, legarli e sottoporli a una serie di terribili torture.

La sua ossessione era adattarli e farli combaciare con la misura del letto: nel caso del letto grande, stirava il viandante tendendogli gli arti; nel letto piccolo piallava e amputava gli arti. Procuste, diventato famoso per la sua ferocia e crudeltà fu ucciso da Teseo che gli fece patire la stessa sorte delle sue vittime.

Oggi, con “letto di Procuste” si fa riferimento alla volontà di omologare e conformare gli altri, di ridurli al proprio modo di pensare e di agire, ma anche al tentativo di adattarsi a una situazione spiacevole.

Sebbene non esistano riferimenti scientifici o presupposti clinici, trovo molto stimolante il recente utilizzo della Sindrome di Procuste per indicare il comportamento di alcuni capi, in azienda, volti a sbarazzarsi, escludere o mettere in ombra le persone (spesso i propri collaboratori) vissute come più brillanti o intelligenti. Per paura e per evitare - in qualsiasi modo - di essere surclassati.

La sindrome di Procuste è una permanente o pervasiva invidia degli altri, vissuti come un ostacolo al mantenimento del proprio ruolo o alla propria crescita aziendale e può agire in modo conscio (consapevole) o inconscio (inconsapevole).

Nel primo caso, questi capi cercano e riconoscono tra i “subordinati” chi tra loro potrebbe metterli in difficoltà (o in ombra) e iniziano un piano preciso per limitarne l’iniziativa, la creatività e l’esposizione, a esempio evitando di coinvolgerli in progetti strategici e tendendo a escluderli dai gruppi più importanti (formali o informali). Nelle circostanze più gravi, i capi con la Sindrome di Procuste possono alterare e manomettere i risultati del lavoro dei loro fantomatici nemici agli occhi dell’organizzazione, arrivando a denigrarli, anche inventando voci sul loro conto.

Nel secondo caso, i meccanismi sono più subdoli e tendono sempre a forzare le circostanze per adeguare le persone al proprio modello. Più o meno costantemente il nostro Procuste metterà in disparte il suo potenziale nemico, rendendogli sempre difficile la vita lavorativa.

In entrambi i casi, il clima aziendale ne risente tendendo a diventare teso e stressante, a causa di discussioni infinite dove il cuore non è l’idea o il problema ma il rapporto di forza e la dinamica del potere con i potenziali antagonisti. L’interesse particolare del capo diventa il vero elemento centrale della discussione, senza però essere mai esplicitato e - semmai emergesse - sempre negato.

Sono capi che, spesso, si sentono minacciati dai collaboratori più giovani, dalla loro più fresca o maggiore preparazione o dal modo innovativo di lavorare che esprimono. La matrice psicologica dietro questa sindrome è l’insicurezza, che il più delle volte si accompagna alla Sindrome dell’Impostore e - ancora più spesso - a un fare da bullo al limite della molestia o del mobbing (limite, alle volte, valicato con noncuranza).

Come moderni Procuste, che usano la scrivania invece del letto, questi capi sono animati dalla convinzione che l’altro sia un pericolo e che tra loro possa nascondersi un Teseo pronto a farli fuori. Le loro vittime vengono martellate e piallate per ridurre le loro capacità oppure stirate e affaticate per renderle - sempre e comunque - inoffensive. I Procuste tendono a circondarsi di persone spesso impreparate, remissive e accondiscendenti, per questo adeguate a questo tipo di capo, unite tra loro dalla paura del nemico e compatte nel difendere il territorio organizzativo.

Se il tuo capo ha queste caratteristiche, purtroppo hai solo due alternative. La prima è fuggire a gambe levate dalla locanda che dividi con lui prima che sia notte. La seconda è tentare la strada di Teseo.

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