Economia

Usa, Child Tax Credit: quali benefici economici porterà alle famiglie?

Il disegno di legge, che prevede la riduzione delle imposte da pagare allo Stato per i nuclei con almeno un figlio under 17 e un reddito fino a 150.000 dollari, è stata approvata dalla Camera. Ora si attende il verdetto del Senato
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9 febbraio 2024 Aggiornato alle 10:00

Il Child Tax Credit (Ctc) è una delle misure comprese nell’American Rescue Plan Act (Arpa) varato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2021 per stimolare l’economia americana, dopo i venti di recessione portati dalle restrizioni dovute al Covid. Si tratta di una forma di sostegno pubblico per le famiglie sotto forma di credito di imposta, ossia una riduzione delle imposte, appunto, che ogni contribuente deve pagare allo Stato: grazie all’Arpa, si è passati da 2.000 a 3.000 dollari per i bambini con più di 6 anni e fino a 3.600 dollari per i figli under 6; inoltre, è stato anche innalzato il limite di età massimo, da 16 a 17 anni.

Le famiglie lavoratrici possono ricevere l’intero credito mensile (pari a 250 - 300 dollari per figlio) se il loro reddito annuo non supera i 150.000 dollari nel caso di una coppia; di 112.500 nel caso di famiglia composta da un solo genitore.

Il cammino del Child Tax Credit sembra dover passare per una revisione pronta a ampliarne nuovamente i connotati ed estendere la platea di genitori interessati. Il disegno di legge, denominato Tax Relief for American Families and Workers Act, ha ricevuto il sostegno generale della Camera, che lo ha spedito direttamente sulle scrivanie del Senato che dovrà pronunciarsi in merito (anche se la data per il voto deve ancora essere fissata).

La revisione punta proprio a stabilizzare l’espansione già avvenuta nel 2021, che nel frattempo è scaduta. Secondo Sharon Parrot, a capo del think tank Center on Budget and Policy Priorities «nel suo primo anno, la proposta di credito d’imposta sui bambini porterebbe fino a 400.000 minori al di sopra della soglia di povertà», con un maggiore contributo finanziario a altri 3 milioni di bambini in famiglie in difficoltà economica.

L’espansione proposta dal disegno di legge punta a semplificare gli adempimenti burocratici che le famiglie devono rispettare per rientrare nei requisiti del beneficio fiscale. In particolare, il credito odierno richiede che un genitore abbia almeno 2.500 dollari di reddito annuo, tagliando fuori quindi i nuclei familiari con redditi più bassi o nulli. Le modifiche, infatti, consentono ai contribuenti di utilizzare il proprio reddito dell’anno corrente o precedente per calcolare il Ctc, in modo da aumentarne l’importo nel caso in cui il loro reddito diminuisca.

Inoltre, il nuovo calcolo proposto permetterebbe ai beneficiari di determinarne l’importo del beneficio fiscale moltiplicando il 15% del loro reddito superiore ai 2.500 dollari per ogni figlio di età inferiore ai 17 anni, in modo da ottenere un credito fiscale molto più alto e parametrato al numero di minori presenti nel nucleo familiare.

Ciò vuol dire, per esempio, che per calcolare il Ctc di una famiglia con 3 figli e un reddito annuo di 13.000 dollari si dovranno togliere i primi 2.500 (che in base alla normativa odierna non vengono conteggiati) e moltiplicare il rimanente reddito di 10.500 dollari per il 15%, il cui risultato (1.575 dollari), moltiplicato per il numero di minori a carico, rappresenta il credito fiscale massimo che la famiglia potrà ricevere per ogni anno fiscale, in questo caso pari a 4.725 dollari.

L’importo per figlio, seguendo la proposta di legge, rimarrebbe intorno ai 2.000 dollari. Oggi il Ctc è parzialmente rimborsabile, il che significa che le famiglie che non hanno un debito fiscale e il credito d’imposta è superiore alle imposte da pagare possono ottenere un rimborso (cioè la differenza fra i due importi) che ammonta fino a 1.600 dollari per bambino.

La modifica inserita nel disegno di legge punta ad aumentare l’importo massimo rimborsabile negli anni, facendolo arrivare a 1.800 dollari per il 2023, 1.900 nel 2024 e 2.000 nell’anno successivo. Infine, un ulteriore incremento sarebbe legato a un aggiustamento annuale per l’inflazione nel 2024 e nel 2025.

Se la proposta è riuscita a mettere d’accordo democratici e repubblicani, non sembra altrettanto sicuro che possa accadere in Senato, dato che alcuni repubblicani hanno espresso riserve e preoccupazioni per l’elevato costo che questa revisione porterebbe alle casse statali. Oltre a motivazioni squisitamente politiche, legate al timore che con l’approvazione di maggiori benefici economici l’immagine pubblica del presidente Joe Biden possa trovare nuova luce fra gli elettori statunitensi, specialmente alle porte delle elezioni presidenziali di novembre.

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