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Elezioni Usa: le strane raccolte fondi dei candidati repubblicani

Per accedere alla prima convention, in vista delle presidenziali 2024, è necessario avere almeno 40.000 donatori. Ma i metodi del partito per assicurarsi i consensi non sono proprio convenzionali…
Credit: Brian Cahn/ZUMA Press Wire
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
31 luglio 2023 Aggiornato alle 12:00

Manca ancora 1 anno e mezzo alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, in programma il 5 novembre 2024, ma il tempo corre più veloce di quanto sembri e i candidati, di entrambi gli schieramenti, stanno compiendo le prime mosse in vista del grande evento.

Se tra i democratici, con la ricandidatura annunciata dal presidente uscente Joe Biden, le primarie rappresenteranno poco più di una formalità, lo stesso non si può dire in casa repubblicana, dove le vicende giudiziarie di Donald Trump lasciano a diversi outsider spiragli più che concreti per inserirsi nella bagarre, o anche solo per posizionarsi tra i volti che contano del partito e assicurarsi seggi in Parlamento.

Il primo appuntamento da non perdere per i repubblicani in vista del voto è il 23 agosto 2023, quando a Milwaukee, nel Wisconsis, si terrà la loro prima convention. Per avere la possibilità di parlare dal palco, ogni candidato deve raccogliere fondi da almeno 40.000 donatori in tutto il Paese: un’impresa non semplice per politici spesso noti nelle loro giurisdizioni e poco più, che ha dato il via a pratiche definibili quanto meno creative.

L’imprenditore biotecnologico Vivek Ramaswamy, a esempio, ha lanciato il Vivek Kitchen Cabinet, un piano per consentire alle persone che raccolgono fondi per la sua campagna di trattenere il 10% di ciò che ricevono da altri donatori. Il governatore del North Dakota, l’ex imprenditore di software Doug Burgum, offre invece carte regalo prepagate Mastercard o Visa da 20 dollari in cambio di donazioni da appena un dollaro per la sua campagna. Biden Relief Cards che, oltre a servire per la raccolta di denaro, coglie l’occasione per criticare apertamente la gestione dell’economia da parte del presidente Biden.

Nonostante le raccolte fondi non ortodosse stiano ormai diventando la norma, questi metodi di finanziamento viaggiano sul filo della legalità e spesso la oltrepassano, mettendo in allarme la Commissione elettorale federale, pronta ad agire se fossero sollevate preoccupazioni legali o etiche. Paul S. Ryan, avvocato specializzato in finanza elettorale che ha lavorato per gruppi di controllo senza scopo di lucro come Common Cause, ha affermato a esempio che il piano di rimborso di Burgum sembra essere una chiara violazione della legge sul finanziamento della campagna elettorale perché sfrutta i nomi delle persone che hanno aderito a fini elettorali.

Guai finanziari anche per il governatore della Florida, il repubblicano Ron DeSantis che ha ufficializzato la sua candidatura alle presidenziali e che da molti è stati definito l’anti Trump, in grado di dare davvero del filo da torcere al Tycoon. DeSantis per le campagne elettorali che l’hanno spinto a diventare governatore avrebbe beneficiato illegalmente di finanziamenti da parte della ECN Capital Corporation, società per azioni con sede a Toronto. Si parla di più di 100.000 dollari dal 2018 al 2022.

Ma tornando alla corsa alla convention di Milwaukee, c’è anche chi elargisce doni e non contanti, come Perry Johnson, ricco uomo d’affari del Michigan che ha annunciato che avrebbe regalato copie del suo libro Two Cents to Save America, che costa 20 dollari, a chiunque avesse donato alla sua campagna.

Si può però fare di meglio. Durante un discorso domenicale al raduno annuale di Turning Point Action a West Palm Beach, in Florida, il sindaco di Miami Francis Suarez ha chiesto ai partecipanti di fare una donazione di 1 dollaro per portarlo sul palco del dibattito, offrendo in cambio la possibilità di essere in prima fila per la partita d’esordio di Lionel Messi all’Inter Miami.

Questi metodi creativi per assicurarsi la salita sul palco non sono una novità. Nel 2014, a esempio, il repubblicano Bruce Rauner aveva distribuito migliaia di carte regalo Visa prepagate a volontari che avevano contribuito alla sua campagna elettorale, che l’ha portato a diventare governatore dell’Illinois.

Adesso però la situazione sembra essere decisamente più fuori controllo, sintomo forse che le primarie del GOP (Grand Old Party), come viene chiamato il Partito Repubblicano, saranno agguerrite e dall’esito tutt’altro che scontato.

Oltre alla soglia dei donatori, i candidati devono soddisfare altri requisiti per partecipare al primo dibattito del partito, come guadagnare almeno l’1% in 3 sondaggi nazionali o in un mix di sondaggi nazionali e non, tra il 1 luglio e il 21 agosto; ancora, firmare un impegno a sostegno dell’eventuale candidato repubblicano, anche se venisse scelto senza primarie.

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