Presidenziali Usa, Iowa: via alle primarie repubblicane
La macchina elettorale Usa si è messa in moto. Anche se mancano molti mesi alla chiamata alle urne per la scelta del 47° presidente, che avverrà il 5 novembre 2024, il fischio d’inizio ufficiale di questa lunga corsa è avvenuto oggi. Il 15 gennaio, infatti, è il giorno d’inizio delle primarie, che cominciano nell’Iowa. A seguire tutti gli altri 49 Stati federali sceglieranno i delegati dei rispettivi partiti, che andranno poi ai Congressi nazionali, dai quali usciranno i ticket presidenziali, ovvero i nomi dei candidati o delle candidate a presidenti e dei loro o delle loro vice.
Chi sono i probabili candidati a presidente degli Usa?
Anche se per l’ufficialità bisognerà attendere l’estate, quando si concluderanno le primarie di entrambi gli schieramenti, sembra scontato che, esattamente come 4 anni fa, a contendersi la vittoria saranno il presidente uscente Joe Biden per i Democratici e Donald Trump per i Repubblicani.
Come si elegge il presidente negli Usa?
Negli Stati Uniti, a livello federale si vota ogni 4 anni, il martedì immediatamente successivo al primo lunedì di novembre.
Il sistema elettorale è riconosciuto per essere abbastanza complesso, e in effetti districarsi tra le maglie di questo meccanismo non è sempre semplicissimo.
Per prima cosa bisogna specificare che l’elezione del presidente non è diretta ma indiretta.
I cittadini una volta alle urne sono infatti chiamati a eleggere i grandi elettori, suddivisi numericamente negli Stati, a seconda di diversi parametri tra i quali il numero dei deputati del Congresso, a sua volta in proporzione alla popolazione. A questi si aggiungono 2 senatori, fissi per ogni Stato.
In totale i grandi elettori sono 538, quindi per spuntarla e trasferirsi alla Casa Bianca un candidato deve conquistarne almeno 270.
Come funzionano le primarie?
Prima dell’appuntamento finale, però, si svolgono le primarie, da gennaio a giugno, che negli Stati Uniti sono obbligatorie, anche quando, come nella tornata elettorale di quest’anno, chi sarà a spuntarla appare abbastanza scontato.
Per i Democratici, a provare a sfidare Biden saranno la scrittrice, attivista ed ex consulente spirituale di Oprah Winfrey, Marianne Williamson, e il rappresentante del Minnesota alla Camera Dean Phillips, entrambi con possibilità pari più o meno a zero, nonostante Biden non se la stia cavando benissimo nei sondaggi.
Ad opporsi a Trump, invece, l’ex governatrice della South Carolina, ex ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite (proprio sotto la presidenza del tycoon) Nikki Haley, l’ex governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson, e l’imprenditore Vivek Ramaswamy. Questi ultimi due però non si sono mai imposti realmente nel dibattito pubblico e la sensazione è che nei prossimi mesi si parlerà soprattutto di Haley e DeSantis.
Le regole della maggior parte degli Stati prevedono primarie classiche, indette in un determinato giorno, nel quale i cittadini si recano alle urne per scegliere un delegato da mandare al Congresso nazionale, che a sua volta rappresenterà i cittadini quando sarà il momento di scegliere chi nel partito concorrerà alla carica di presidente. Esistono però alcune eccezioni.
Cosa sono i caucus?
Questa parola semi sconosciuta ma piuttosto presente sulla stampa in questi ultimi giorni indica un tipo di primarie specifico, diverso da quello classico, e presente a esempio nell’Iowa.
I caucus sono assemblee organizzate dai partiti in luoghi pubblichi anche non eccessivamente grandi come palestre, scuole o caffetterie, durante la quale i delegati tengono un comizio. Le persone che partecipano si schierano fisicamente nel lato della stanza che rappresenta il candidato che vogliono votare, e cercano di convincere altre a fare lo stesso. Dopo i comizi si vota con carta e penna.
Perché si parla tanto dell’Iowa
L’Iowa è uno Stato del Midwest essenzialmente rurale, che deve il nome a una tribù di nativi americani di ceppo Sioux che in quella zona visse fino al 1836, prima di spostarsi in Oklahoma. La sua capitale è Des Moines e conta appena 200.000 abitanti (meno di una citta medio piccola italiana).
Le sue dimensioni ridotte e il numero di abitanti fanno sì che lo Stato non porti un numero estremamente rilevante di grandi elettori alla stretta finale. Tuttavia è considerato importante perché è il primo nel quale si vota per le primarie repubblicane, quelle con maggiore attenzione mediatica, e quindi seppur minimamente può rappresentare un indicatore dell’andamento generale.
Donald Trump tra i Repubblicani in Iowa è dato in vantaggio schiacciante, visto che secondo i sondaggi godrebbe del 53% dei consensi, seguito da Nikky Haley al 18,7 % e Ron DeSantis al 15,8%. Nulla però è scontato perché una grande incognita pesa su questo voto: il gelo.
In molte aree degli Usa in questi giorni le temperature sono abbondantemente sotto lo zero. In Iowa si sono raggiunti picchi di -20 e -30 gradi e molte persone, soprattutto anziani, potrebbero decidere di non uscire e avventurarsi in strade ricoperte di neve e ghiaccio, per votare il delegato di un candidato la cui vittoria appare scontata.
Nonostante ciò, tutti e 3 i big in gara sono presenti nello Stato e stanno animando i caucus sperando di portare quanta più acqua possibile al proprio mulino. I risultati delle primarie repubblicane in Iowa arriveranno tra lunedì e martedì.
Anche i Democratici sono impegnati nelle primarie nello Stato, che si terranno però solo per posta e i cui risultati (scontati) si avranno il 5 marzo.
Le altre date importanti
Dopo i caucus dell’Iowa, ci saranno le primarie nel New Hampshire il 23 gennaio e nel South Carolina il 24. Il 5 marzo sarà invece il Super Tuesday, giorno nel quale si voterà in 16 Stati e nel territorio delle Samoa Americane. In Stati considerati chiave come Florida e Ohio si voterà invece il 19 marzo.
Le convention finali dei partiti, dai quali usciranno i ticket presidenziali, sono in programma dal 15 al 18 luglio a Milwaukee, in Wisconsin, per quanto riguarda i Repubblicani, e dal 19 al 22 agosto a Chicago in Illinois, per i Democratici.