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Presidenziali Usa, Iowa: via alle primarie repubblicane

Oggi parte ufficialmente il primo dei numerosi step che porteranno alle elezioni del 5 novembre: nello Stato del Midwest, Trump in testa ai sondaggi (53%)
Il candidato presidenziale repubblicano, il governatore della Florida Ron DeSantis (a sinistra) viene intervistato dopo aver partecipato a un dibattito sui candidati Gop con l'ex governatrice della Carolina del Sud Nikki Haley, il 10 gennaio 2024.
Il candidato presidenziale repubblicano, il governatore della Florida Ron DeSantis (a sinistra) viene intervistato dopo aver partecipato a un dibattito sui candidati Gop con l'ex governatrice della Carolina del Sud Nikki Haley, il 10 gennaio 2024. Credit: EPA/JUSTIN LANE 

La macchina elettorale Usa si è messa in moto. Anche se mancano molti mesi alla chiamata alle urne per la scelta del 47° presidente, che avverrà il 5 novembre 2024, il fischio d’inizio ufficiale di questa lunga corsa è avvenuto oggi. Il 15 gennaio, infatti, è il giorno d’inizio delle primarie, che cominciano nell’Iowa. A seguire tutti gli altri 49 Stati federali sceglieranno i delegati dei rispettivi partiti, che andranno poi ai Congressi nazionali, dai quali usciranno i ticket presidenziali, ovvero i nomi dei candidati o delle candidate a presidenti e dei loro o delle loro vice.

Chi sono i probabili candidati a presidente degli Usa?

Anche se per l’ufficialità bisognerà attendere l’estate, quando si concluderanno le primarie di entrambi gli schieramenti, sembra scontato che, esattamente come 4 anni fa, a contendersi la vittoria saranno il presidente uscente Joe Biden per i Democratici e Donald Trump per i Repubblicani.

Come si elegge il presidente negli Usa?

Negli Stati Uniti, a livello federale si vota ogni 4 anni, il martedì immediatamente successivo al primo lunedì di novembre.

Il sistema elettorale è riconosciuto per essere abbastanza complesso, e in effetti districarsi tra le maglie di questo meccanismo non è sempre semplicissimo.

Per prima cosa bisogna specificare che l’elezione del presidente non è diretta ma indiretta.

I cittadini una volta alle urne sono infatti chiamati a eleggere i grandi elettori, suddivisi numericamente negli Stati, a seconda di diversi parametri tra i quali il numero dei deputati del Congresso, a sua volta in proporzione alla popolazione. A questi si aggiungono 2 senatori, fissi per ogni Stato.

In totale i grandi elettori sono 538, quindi per spuntarla e trasferirsi alla Casa Bianca un candidato deve conquistarne almeno 270.

Come funzionano le primarie?

Prima dell’appuntamento finale, però, si svolgono le primarie, da gennaio a giugno, che negli Stati Uniti sono obbligatorie, anche quando, come nella tornata elettorale di quest’anno, chi sarà a spuntarla appare abbastanza scontato.

Per i Democratici, a provare a sfidare Biden saranno la scrittrice, attivista ed ex consulente spirituale di Oprah Winfrey, Marianne Williamson, e il rappresentante del Minnesota alla Camera Dean Phillips, entrambi con possibilità pari più o meno a zero, nonostante Biden non se la stia cavando benissimo nei sondaggi.

Ad opporsi a Trump, invece, l’ex governatrice della South Carolina, ex ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite (proprio sotto la presidenza del tycoon) Nikki Haley, l’ex governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson, e l’imprenditore Vivek Ramaswamy. Questi ultimi due però non si sono mai imposti realmente nel dibattito pubblico e la sensazione è che nei prossimi mesi si parlerà soprattutto di Haley e DeSantis.

Le regole della maggior parte degli Stati prevedono primarie classiche, indette in un determinato giorno, nel quale i cittadini si recano alle urne per scegliere un delegato da mandare al Congresso nazionale, che a sua volta rappresenterà i cittadini quando sarà il momento di scegliere chi nel partito concorrerà alla carica di presidente. Esistono però alcune eccezioni.

Cosa sono i caucus?

Questa parola semi sconosciuta ma piuttosto presente sulla stampa in questi ultimi giorni indica un tipo di primarie specifico, diverso da quello classico, e presente a esempio nell’Iowa.

I caucus sono assemblee organizzate dai partiti in luoghi pubblichi anche non eccessivamente grandi come palestre, scuole o caffetterie, durante la quale i delegati tengono un comizio. Le persone che partecipano si schierano fisicamente nel lato della stanza che rappresenta il candidato che vogliono votare, e cercano di convincere altre a fare lo stesso. Dopo i comizi si vota con carta e penna.

Perché si parla tanto dell’Iowa

L’Iowa è uno Stato del Midwest essenzialmente rurale, che deve il nome a una tribù di nativi americani di ceppo Sioux che in quella zona visse fino al 1836, prima di spostarsi in Oklahoma. La sua capitale è Des Moines e conta appena 200.000 abitanti (meno di una citta medio piccola italiana).

Le sue dimensioni ridotte e il numero di abitanti fanno sì che lo Stato non porti un numero estremamente rilevante di grandi elettori alla stretta finale. Tuttavia è considerato importante perché è il primo nel quale si vota per le primarie repubblicane, quelle con maggiore attenzione mediatica, e quindi seppur minimamente può rappresentare un indicatore dell’andamento generale.

Donald Trump tra i Repubblicani in Iowa è dato in vantaggio schiacciante, visto che secondo i sondaggi godrebbe del 53% dei consensi, seguito da Nikky Haley al 18,7 % e Ron DeSantis al 15,8%. Nulla però è scontato perché una grande incognita pesa su questo voto: il gelo.

In molte aree degli Usa in questi giorni le temperature sono abbondantemente sotto lo zero. In Iowa si sono raggiunti picchi di -20 e -30 gradi e molte persone, soprattutto anziani, potrebbero decidere di non uscire e avventurarsi in strade ricoperte di neve e ghiaccio, per votare il delegato di un candidato la cui vittoria appare scontata.

Nonostante ciò, tutti e 3 i big in gara sono presenti nello Stato e stanno animando i caucus sperando di portare quanta più acqua possibile al proprio mulino. I risultati delle primarie repubblicane in Iowa arriveranno tra lunedì e martedì.

Anche i Democratici sono impegnati nelle primarie nello Stato, che si terranno però solo per posta e i cui risultati (scontati) si avranno il 5 marzo.

Le altre date importanti

Dopo i caucus dell’Iowa, ci saranno le primarie nel New Hampshire il 23 gennaio e nel South Carolina il 24. Il 5 marzo sarà invece il Super Tuesday, giorno nel quale si voterà in 16 Stati e nel territorio delle Samoa Americane. In Stati considerati chiave come Florida e Ohio si voterà invece il 19 marzo.

Le convention finali dei partiti, dai quali usciranno i ticket presidenziali, sono in programma dal 15 al 18 luglio a Milwaukee, in Wisconsin, per quanto riguarda i Repubblicani, e dal 19 al 22 agosto a Chicago in Illinois, per i Democratici.

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di Alessia Ferri 4 min lettura