Diritti

Colorado: Trump escluso dalle primarie. Cosa succede ora?

Secondo lo Stato a tendenza democratica, il Tycoon non è “costituzionalmente idoneo” a causa degli eventi insurrezionali che l’hanno visto coinvolto. Tuttavia, il magnate potrebbe appellarsi alla Corte Suprema per ribaltare la decisione
Credit: Delcia Lopez via ZUMA Press Wire
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
21 dicembre 2023 Aggiornato alle 07:00

Donald Trump non è “costituzionalmente idoneo” a candidarsi per le Presidenziali Usa del 2024. A dirlo è stata la Corte Suprema del Colorado, in una sentenza storica senza precedenti. Il motivo? La sezione 3 del 14° emendamento vieta agli insurrezionalisti di ricoprire cariche pubbliche e, secondo i giudici, coprirebbe il tentativo di Trump di rovesciare le elezioni del 2020 e la sua condotta il 6 gennaio 2021.

Per la massima corte del Colorado, l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti è stata un’insurrezione e Trump “era coinvolto” in quell’insurrezione. È la prima volta nella storia degli Stati Uniti che un candidato viene ritenuto non adatto alla casa Casa Bianca in base a questa clausola, che dal decennio successivo alla guerra civile è stata utilizzata raramente.

Il magnate, quindi, potrebbe essere fuori dalle primarie repubblicane in Colorado, che si terranno all’inizio di marzo, durante il Super Tuesday. “Potrebbe”, perché se si appellerà alla Corte Suprema (come è quasi certo, lo ha già dichiarato un suo portavoce) la decisione dei giudici verrà sospesa fino a quando non si pronuncerà, nel caso decida di accettare il caso. Trump ha tempo fino al 4 gennaio per fare appello: la legge statale, infatti, richiede al segretario di Stato del Colorado, Jena Griswold, di certificare entro il giorno successivo l’elenco dei candidati per le primarie presidenziali repubblicane del 5 marzo.

Griswold, hanno scritto i giudici, “continuerà a essere tenuta a includere il nome del presidente Trump nelle primarie presidenziali del 2024 fino al ricevimento di qualsiasi ordine o mandato da parte della Corte Suprema”. Trump, quindi potrebbe vincere le primarie, ma potrebbe comunque essere squalificato per le elezioni generali. Se la Corte Suprema rifiutasse di riesaminare il caso, o non prendesse una decisione prima delle primarie del Colorado, resterà valida la decisione della Corte Suprema del Colorado e Trump non potrà comparire nelle primarie statali.

L’ultima parola, quindi, è quella della Corte Suprema, dominata da una maggioranza conservatrice tra cui 3 nominati da Trump. La sentenza, però, «mette l’intera campagna elettorale di Trump in serio pericolo legale», ha spiegato alla Cnn Derek Muller, un esperto di diritto elettorale presso la Notre Dame Law School.

È vero che Trump non ha bisogno di vincere in Colorado, uno stato a tendenza democratica che ha 10 dei 270 voti necessari, per conquistare la Presidenza. È insolito che un candidato di primo piano non corra per il proprio partito in ogni Stato, ma non è impossibile, né particolarmente problematico. La situazione potrebbe però complicarsi se venissero intentate cause simili negli Stati-chiave per la vittoria, anche se i tribunali non sarebbero vincolati alla sentenza del Colorado.

Secondo Bloomberg, azioni legali sarebbero già state intentate in diversi stati, tra cui Virginia e Michigan, per tenere Trump fuori dalle primarie repubblicane. Circa 13 Stati hanno casi pendenti mentre a novembre il caso in Minnesota è stato archiviato. La corte si è pronunciata sulla base del fatto che, tecnicamente, Trump non era ancora il candidato repubblicano.

Come ha spiegato John Hart, ex capo dipartimento dell’American Nation University e autore di The Presidential Branch: From Washington to Clinton, al The Sydney Morning Herald, però, «se un candidato alla Presidenza viene eletto Presidente, e nessuna contestazione a tale decisione viene fatta al Congresso degli Stati Uniti quando contano i voti elettorali all’inizio di gennaio, allora anche se un singolo stato dicesse che Trump aveva commesso un’insurrezione e fosse ineleggibile alla carica, non avrebbe alcun effetto».

«L’aspetto cruciale di questa decisione del Colorado - ha continuato - è che accelera il processo per portare la questione alla Corte Suprema, ed è la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che sarà definitiva. Se la Corte Suprema affermasse che Trump ha commesso un’insurrezione il 6 gennaio e quindi fosse radiato dall’incarico, quella sarebbe la fine».

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