Ambiente

La storia degli snack vegetariani che contenevano carne (e non solo)

I salamini “alla soia” provenivano dalla Cina e contenevano carne di pollo e maiale. Dalle analisi è emerso che alcuni campioni erano positivi alla peste suina africana
Credit: FREEPIK  

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23 gennaio 2024 Aggiornato alle 12:00

In un mondo sempre più attento alle scelte alimentari, una recente scoperta ha sconvolto il settore degli snack per vegetariani: salamini veg dichiarati privi di carne che in realtà contengono carne di pollo e di maiale. Ma non è tutto: alcuni di questi prodotti sono infatti risultati positivi alla peste suina africana.

La vicenda ha avuto inizio in Campania, quando l’Asl Napoli 1 Centro ha bloccato alla fine di dicembre una partita di snack provenienti dalla Cina. Nonostante le etichette italiane indicassero chiaramente la loro natura “senza carne”, le confezioni presentavano una doppia etichettatura, una in cinese e una in italiano. Se secondo gli ingredienti sull’etichetta italiana si trattava di un prodotto “no meat”, la versione cinese riportava gli ingredienti reali, a base di carne di maiale o pollo.

Gli esperti dell’Asl hanno dunque deciso di sottoporre i prodotti ad analisi più approfondite e l’inganno al consumatore è diventato il “problema minore”: alcuni campioni analizzati hanno dato esiti positivi alla peste suina africana (Psa), malattia che attualmente sta mettendo in crisi il settore suinicolo in Cina.

Dunque, la frode alimentare sembra essere solo la punta dell’iceberg e l’intera vicenda ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla sicurezza alimentare. L’Unione europea nel 2020 aveva vietato l’importazione di intere partite di carne di maiale dalla Cina a causa di normative igienico-sanitarie non rispettate ma è emerso che i produttori cinesi, al fine di aggirare tali restrizioni, avevano creato etichette false, dichiarando nei prodotti la presenza di ingredienti come la soia in alternativa alla carne.

La Psa, seppur non pericolosa per l’uomo, rappresenta una seria minaccia per il settore zootecnico suinicolo: l’impiego di carne infetta da questa malattia, infatti, potrebbe causare gravi danni economici e sanitari. E il nostro Paese, già alle prese con la diffusione delle malattie potrebbe vedersi ulteriormente colpito a causa di questa vicenda.

La sconvolgente scoperta ha spinto il Ministero della Salute italiano a istituire controlli rafforzati su tutto il territorio nei primi 3 mesi del 2024, e la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza alimentare ha lanciato un monitoraggio straordinario, chiedendo controlli a tappeto: la necessità di indagare su negozi, punti vendita e mercati rionali cittadini è emersa come prioritaria per garantire la sicurezza e prevenire rischi di salute pubblica.

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